L?ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA CON LA COALIZIONE ?LIBERI DA OGM? DANNO APPUNTAMENTO A VENERDÌ 15 OTTOBRE PER UN SIT-IN SOTTO A PALAZZO CHIGI

È una coesistenza impossibile quella tra colture ogm, tradizionali e biologiche. Ne è convinta Legambiente che alla vigilia della giornata mondiale per l?alimentazione torna a parlare di ogm e coesistenza o meglio come permettere le coltivazioni transgeniche significhi negare la libertà di milioni di persone. Il rischio maggiore legato alla coltivazione in campo aperto di Ogm è l?inquinamento genetico delle piante non modificate. Caratteri di un Ogm possono infatti essere trasmessi ad un organismo non modificato sulla base di meccanismi naturali assolutamente imprevedibili e ingovernabili, grazie al trasferimento di polline per mezzo del vento o di insetti.

Prova ne ha date anche la rivista scientifica americana Nature riportando uno studio di J. Bergelson secondo il quale le piante ingegnerizzate hanno una probabilità di trasmissione orizzontale (da pianta a pianta e non per via riproduttiva) del gene inserito alle specie affini, 20 volte maggiore rispetto alle piante che hanno acquisito il gene mediante un semplice incrocio. Inoltre, una volta che un gene si è trasferito orizzontalmente come descritto, è altissimo il rischio che la pianta si riproduca trasmettendo il carattere acquisito alla progenie (trasferimento verticale).
Sulla base di queste osservazioni è possibile che geni per la resistenza agli erbicidi vengano trasmessi anche a piante infestanti, come dimostrato da altri due recenti studi condotti separatamente dall?Università di Chicago e da ricercatori olandesi.

In Australia questo rischio si è già concretizzato, con l?evoluzione di ?super-erbacce transgeniche?, difficilissime da eradicare. Negli Stati Uniti si è addirittura dovuti ricorrere alla sostituzione di un erbicida per il fatto che le erbe infestanti avevano sviluppato una forte resistenza nei suoi confronti. Il rischio di trasmissione è troppo grosso perché non soggetto a nessun tipo di controllo e, soprattutto, quando l?inquinamento genetico è iniziato è irreversibile, tanto da non consentire la libertà di scelta del coltivatore che vuol produrre in maniera convenzionale o biologica. Il decreto legge sulla gestione in Italia delle colture Ogm e la loro coesistenza con quelle tradizionali è uno strumento indispensabile per consentire al nostro Paese di continuare a produrre gli alimenti di qualità e le specialità tradizionali che lo hanno reso famoso nel mondo consentendo, nel frattempo, di rispettare le scelte legittime di quelle regioni e dei singoli coltivatori che non hanno intenzione di coltivare piante geneticamente modificate o di subirne la contaminazione.

Il decreto legge presentato dal Ministro Alemanno, la cui approvazione tarda ad arrivare, prova finalmente a definire, rigidamente, norme e limitazioni utili a tutelare le forme di agricoltura biologica e convenzionale di qualità che caratterizzano il paesaggio italiano. La sua approvazione può essere l?occasione per fare dell?Italia la capofila della sicurezza alimentare in Europa. Proprio per questo Legambiente dà appuntamento insieme alla Coalizione ?Liberi da Ogm?, promossa dalla Coldiretti, a venerdì 15 ottobre, in concomitanza al Consiglio dei Ministri, davanti a Palazzo Chigi per un sit-in di protesta: il decreto del ministro Alemanno va difeso perché, al contrario di ciò che pensa il nostro Governo, impedisce che la libertà di alcuni interferisca con quella di altri. Ecco perché venerdì sotto Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri troverà un cartello di 40 associazioni, 4 partiti politici, 12 regioni e ben 1.112 comuni.

10 casi di contaminazione in Italia e nel mondo:

– Negli Stati Uniti un tipo di mais ogm destinato all?alimentazione animale è proliferato in maniera incontrollata. Tracce di Starlink sono state scoperte nella catena alimentare determinando il ritiro dei prodotti dal commercio. L?inquinamento si è propagato per contaminazione incrociata e impollinazione. Giappone, Taiwan e Corea hanno bloccato le importazioni.

– Secondo uno studio della Union of Concerned Scientist in dieci anni si sono verificate contaminazioni massicce da ogm nei raccolti tradizionali negli USA. L?interpretazione più prudente dei dati ottenuti mostra la presenza di materiale manipolato in almeno il 50% del mais, il 50% della soia e l?83% della colza.

– In Messico, culla del mais, la contaminazione transgenica di varietà indigene è stata individuata in 33 comunità e in 9 stati malgrado la moratoria in vigore.

– La colza gm ha conquistato le praterie degli Stati Uniti e Canada, estendendosi a tutte le aree coltivate. La Monsanto ha deciso di denunciare gli agricoltori che rifiutano di pagare per il privilegio di ospitare gli invasori.

– Il governo Usa ha ritirato enormi quantitativi di soia contaminata da mais transgenico di cui alcuni semi sono rigerminati in un campo coltivato a soia. Sembra che questo mais ogm contenesse tripsina, una proteina utilizzata anche per produrre insulina per diabetici.

– Lo scorso anno in Veneto sono stati contati 76 casi di contaminazione da ogm di cui 23 solo nella provincia di Rovigo.

– Semi transgenici sono stati trovati in partite di cotone importate dalla Grecia. Il pericolo in questo caso è più ampio perché dopo la raccolta del cotone, la pianta viene mietuta e utilizzata per la produzione di olio e foraggio per animali, e venduta soprattutto in Italia e Spagna.

– In Albania, in un campione di mais prelevato a caso dalle coltivazioni del nord del paese e testata in un laboratorio tedesco è stata rintracciata la presenza di consistenti quantità di materiale transgenico. Il mais conterrebbe tracce di almeno tre varietà di prodotto transgenico, nessuna delle quali ha ottenuto l’approvazione dell’Unione Europea.

– In Galles i risultati delle ricerche degli esperti del Dipartimento di Biotecnologia dell’università di Glamorgan hanno rivelato la presenza di tracce di materiale transgenico in alcuni prodotti biologici a base di soia prelevati dai supermercati. In ben il 40% dei campioni analizzati, vale a dire la metà di tutti gli alimenti testati, sono state rintracciate tracce di ingredienti gm. Lo studio, effettuato in Galles e nello Yorkshire nell’estate 2003, si è avvalso del metodo ELISA, un test di rilevamento della presenza di materiale proteico gm approvato dall’Unione Europea.

– Sarebbero centinaia le piante di mais gm ad essere state coltivate e già raccolte in Nuova Zelanda in quello che sembra essere il più grave caso di contaminazione accidentale da parte di Ogm mai verificatosi nel paese. Il ministro dell’agricoltura ha confiscato centinaia di sacchi di sementi di mais transgenico ma la caccia alle forniture contaminate non si è ancora conclusa. Il ministro ha dichiarato, inoltre, che molte delle sementi gm potrebbero già essere state raccolte ed esportate piuttosto che distrutte come prevede la procedura.

LA COALIZIONE "LIBERI DA OGM"

A DIFESA DI UN MODELLO AGRICOLO E ALIMENTARE NAZIONALE LIBERO DA OGM che rappresenta il percorso per la tutela delle produzioni di qualità, per la continuità delle tradizioni alimentari, per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, per la sicurezza alimentare e la libertà di scelta di consumatori e produttori. Forze sociali, associazioni ambientaliste e consumeriste, partiti di entrambi gli schieramenti, rappresentanze Istituzionali degli enti locali e delle Regioni e organizzazioni della cooperazione internazionale e sindacali, riunite nella coalizione "Liberi da Ogm"

Coldiretti, Legambiente, Verdi Ambiente e Società (VAS), Coop, ACLI Terra, ACLI, ACU, Adiconsum, Aiab, Altragricoltura, Amab, Arsia-Agenzia Sviluppo Agricolo Toscana, Arusia-Agenzia Sviluppo Agricolo Umbria, Asseme, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Associazione Pro Natura, Azione Giovani-Alleanza Nazionale, Centro Internazionale Crocevia, CGIL, CNA Alimentare, Confapi, Cocis, Confartigianato-Alimentazione, Confconsumatori, Confesercenti, Consiglio dei Diritti Genetici, Democratici di Sinistra-Area Agricoltura, Focsiv, Fondazione Nuova Italia, Forum Ambientalista, Greenpeace, Intesa consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori), Istituto Consumatori e Utenti, Italia Nostra, La Margherita-Dipartimento Agricoltura e Dipartimento Ambiente, Lipu, ManiTese, Regione Abruzzo-Assessorato Agricoltura, Regione Basilicata-Assessorato Agricoltura, Regione Calabria-Assessorato Agricoltura, Regione Campania-Assessorato Agricoltura, Regione Emilia Romagna-Assessorato Agricoltura, Regione Lazio-Assessorato Agricoltura, Regione Marche-Assessorato Agricoltura, Regione Piemonte-Presidenza, Regione Puglia-Assessorato Agricoltura, Regione Siciliana-Presidenza, Regione Toscana-Assessorato Agricoltura, Regione Umbria-Assessorato Agricoltura, Rifondazione Comunista-Area agricoltura, Sinistra Ecologista, Slowfood, Unione Nazionale Consumatori, Verdi-Il Sole che ride, WWF.

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