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Cento talenti mille polemiche

Il progetto della Regione Basilicata di reclutare cento giovani laureati lucani con spiccate qualità ed inserirli, con posizione dirigenziale, nei vari uffici degli Enti regionali, ha sollevato entusiasmi, speranze e tante polemiche.
L?idea non è male e doveva servire trattenere in Basilicata i ?cervelli? che a frotte, da anni, trovano lavoro nell?altra Italia. E? una goccia d?acqua rispetto alle migliaia di giovani lucani che hanno abbandonato la propria terra. Gli ultimi dati Istat parlano di duemila fra laureati e diplomati che ogni anno si trasferiscono in regioni dove è più facile trovare lavoro. Ma il numero è approssimato per difetto, ci sono tanti giovani cha lasciano un cordone ombelicale con la Basilicata rimanendo iscritti al registro dell?anagrafe del comune di provenienza o facendo i pendolari.

Dopo le prime favorevoli impressioni sono cominciate a piovere critiche da tutte le parti, non è bastato l?intervento del Governatore Bubbico che, in diretta, per un?ora e mezzo ha riposto dal sito di Basilicatanet alle domande dei giovani laureati interessati al progetto.
Sono scesi in campo i Sindacati, i dipendenti regionali che si sentono penalizzati da questa scelta e, ovviamene, i partiti di opposizione.
La CGIL ha espresso un cauto ottimismo ma ha inteso specificare che, in riferimento alla ?concorrenza? fatta a chi aspira ad un avanzamento di carriera : l?attuazione del progetto deve coniugare, non solo, il diritto allo sviluppo di carriera con il diritto al lavoro di chi ne è privo, ma determinare anche il superamento delle forme di impiego precarie e delle prestazioni consulenziali che si sono sviluppate in questi anni nella Regione e in alcuni altri Enti.

Altre sigle si sono avventurate in giudizi molto più pesanti bocciando nettamente l?iniziativa, ancora nella fase embrionale. I partiti di opposizione ne hanno approfittato per fare il loro mestiere accusando la Giunta Bubbico di aver messo in campo una iniziativa prettamente pre elettorale facendo presagire una spartizione fra i partiti della maggioranza.
Anche qualche esponente della maggioranza ha espresso critiche non tanto velate.
Tutto questo polverone sollevato per soli cento posti di lavoro mentre in tutta la regione se ne perdono a migliaia, quasi tutto l?indotto Sata si sta dissolvendo, la componentistica viene ormai fornita dalle fabbriche delocalizzate nei paesi dell?est, il comparto industriale della Valbasento non sta meglio, anche qui fabbriche chiuse e non decollano i piani per la reindustrializzazione, l?accordo con gli imprenditori trevigiani rimane sulla carta, l?industria del turismo segna il passo con paurosi cali di presenze registrati nella stagione estiva, l?artigianato, che ha rappresentato per anni la spina dorsale del sistema produttivo lucano, è in profonda crisi e le botteghe non hanno visto il cambio generazionale con il risultato che in tanti comuni non c?è più il fabbro, il falegname, il barbiere.
Questa drammatica fotografia del sistema produttivo lucano fa da contrasto con le trionfalistiche cifre dei fiumi di contributi pubblici erogati con generosità dall?Unione europea e che riconoscono alla Basilicata una ulteriore premialità per la sua capacità di spenderli questi contributi.

Se n?è accorta anche la CGIL che fa un?analisi precisa di finanziamenti (Contratti d?area, Patti territoriali della corsetteria, Matera, area sud, Valbasento, Matera-Treviso, Sapori lucani) che non hanno prodotto, nonostante la gran mole dei finanziamenti, la ricaduta occupazionale preventivata.
Ma la manna sta per finire, la Basilicata, con l?ingresso di nuovi paesi nella nuova Europa comunitaria, uscirà dal cosiddetto ?obiettivo uno? e non oso immaginare cosa ne sarà del nostro sistema produttivo.
Dobbiamo rassegnarci quindi a veder fuggire i giovani lucani ed intere famiglie, tutto ciò consegnerà una Basilicata spopolata e priva di servizi.
Mentre questo apocalittico scenario si materializza giorno dopo giorno il teatrino della politica mette in scena le stesse commedie, il Governo centrale e quello locale, di colori contrapposti non hanno saputo risollevare le sorti della nostra comunità.

Si è pensato a mantenere e sviluppare gli interessi e i privilegi degli ?abitanti? dei Palazzi, come gli scandalosi aumenti auto-votati da tutti i consiglieri regionali, il concedersi un portaborse a spese della collettività, il tentativo di cambiare lo Statuto regionale nella direzione dell?aumento dei consiglieri (singolare questa proposta, la regione si spopola il Palazzo diventa più popolato!).
Occorrono ben più di cento talenti per traghettare una nave che fa acqua da tutte le parti.