“Il Consiglio regionale ha approvato in via definitiva la proposta della Giunta De Filippo di costituire la Società energetica lucana. È noto da tempo che la nostra organizzazione da anni sostiene che la Sel è utile, ma si può e si deve fare di più. La liberalizzazione del mercato elettrico rappresenta un’occasione epocale per una regione come la Basilicata che può così capitalizzare il suo patrimonio di risorse naturali ottimizzandone il ritorno economico attraverso una società energetica multiutilies. Soggetto che, però, non può limitarsi al ruolo di intermediario nel mercato energetico, così come emerge dal disegno regionale, ma deve essere una vera e propria azienda di produzione di energia elettrica, sul modello di analoghe esperienza maturate in altre regioni italiane. È il caso della Compagnia Valdostana delle Acque che conta quasi 300 addetti e un utile netto annuo di circa 47 milioni di euro.

Avremmo preferito concorrere con le nostre proposte ad un proficuo dibattito pubblico, ma non ne abbiamo avuta la possibilità. Con cura abbiamo schivato una sorta di consultazione impropria perché siamo convinti che il confronto, quello vero, debba essere aperto e leale, capace di delineare, nella reciproca distinzione dei ruoli, le rispettive posizioni. È mancato altresì il dovuto approfondimento in sede di commissioni consiliari che avrebbe dovuto contribuire ad alimentare un dibattito trasparente in Consiglio regionale e a definire un quadro chiaro delle posizioni nei confronti dell’opinione pubblica per effetto della legittimazione politica della loro rappresentanza sociale. Così non è stato con buona pace della democrazia partecipativa.

Entrando nel merito della questione, i tre articoli che compongono la legge costitutiva della Sel delineano una sorta di ibrido che desta più di qualche perplessità. Non è una agenzia per l’energia, pur assumendone il ruolo operativo, ma appare più come una sorta di holding industriale con un forte orientamento al trading. Una proposta poco chiara, dai contorni poco intellegibili e dalla missione indeterminata. Una specie di scatola cinese con un vuoto politico dentro. Siamo fermamente convinti che la costituzione di un soggetto come la Sel debba essere accompagnato da una legge che, recependo gli indirizzi del piano Clò, delinei le scelte strategiche di politica energetica e di politica industriale da perseguire. Una società energetica regionale senza una politica energetica regionale non è ciò di cui ha bisogno la Basilicata.

Il vuoto che questo provvedimento adombra è tutto dentro la logica di una politica che delega le proprie responsabilità. La Basilicata, cuore del fabbisogno energetico nazionale, con questa scelta sembra abdicare al ruolo di protagonista nella politica energetica nazionale. Una scelta che lascia interdetti e che ci induce a lanciare un appello al senso istituzionale e al principio della politica partecipativa affinché non venga dilapidata l’occasione storica che ci è davanti”.

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