Recuperare i soggetti che entrano a far parte del circuito penale, prevenire e contenere la criminalità. Sono questi i tre obiettivi principali del protocollo che sarà firmato venerdì prossimo tra il Ministero della Giustizia e la Regione Basilicata presso la sede della Regione.

Il protocollo prevede interventi per molti dei settori indicati come i più carenti del sistema detentivo italiano: nel rapporto annuale del 2004 sul rispetto dei diritti umani Amnesty International continua a denunciare le gravi carenze delle carceri italiane e i casi di maltrattamento. Secondo Amnesty, infatti, persistono i problemi di sovraffollamento cronico, insufficienza di personale, carenza di misure sanitarie e assistenza medica adeguate, situazioni presenti anche in Basilicata nonostante il numero apparentemente esiguo di detenuti (se confrontato al dato nazionale): il protocollo si propone di migliorare proprio queste situazioni. Inoltre sono previsti interventi per il trattamento di persone sottoposte a misure restrittive, per le donne, gli stranieri, gli autori di reati sessuali, i minorenni, l?esecuzione penale esterna, l?edilizia penitenziaria, le attività di assistenza alle vittime del delitto, la comunicazione e gli strumenti informatici e telematici.

Il protocollo è stato predisposto da un gruppo di lavoro composto da funzionari dei principali Uffici Regionali (Servizi Sociali, Sanità, Socio-Sanitario, Formazione Professionale, Gabinetto del Presidente) e da rappresentanti delle Amministrazioni della Giustizia, e sarà siglato ufficialmente venerdì 22 dal sottosegretario Jole Santelli e dal Presidente della Regione, Filippo Bubbico.
Un punto di partenza interessante per migliorare uno degli aspetti della vita civile italiana più controversi: la detenzione nelle carceri spesso non costituisce infatti un?occasione di riabilitazione per il detenuto ma un periodo di ulteriore peggioramento delle sue condizioni di vita. Ciò rende ancora più arduo il compito di reinserimento, e il confronto fra l?Italia e altri paesi europei delinea un quadro sconfortante. In Finlandia, indicata come modello, esistono ad esempio molti istituti carcerari gestiti come centri di accoglienza, privi di sbarre e con attività e assistenza che tendono al reale reinserimento del detenuto; il rapporto di Amnesty International non riporta casi di maltrattamento e di misure sanitarie inadeguate nelle carceri del paese scandinavo.

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