Il fatto che una struttura pubblica come l’azienda ospedaliera decida di convenzionare una serie di operatori facenti capo ad una sigla di associazioni “ideologicamente contrarie” alla interruzione volontaria di gravidanza permettendogli accesso, e quindi contatti privilegiati, in un luogo al quale le donne si rivolgono per un atto, che in ogni caso è sempre drammatico e frutto di scelte sofferte, appare fuori luogo e comunque destinato ad aumentare il carico d’angoscia e la drammaticità di tale scelta. La legge 194 parla di prevenzione dell’aborto e non di dissuasione, la scelta di convenzione è palesemente all’opposto dello spirito che anima la legge 194. Le figure che le donne possono incontrare nel percorso IVG devono essere di tipo sanitario, operatori della struttura di riferimento, con una professionalità precisa e non dissuasori ideologicamente orientati; fare di una scelta così dolorosa e di un momento così drammatico un luogo di propaganda ideologica è sbagliato e incomprensibile, lesivo di quei diritti e di quelle libertà conquistate dalle donne con anni di lotte.
Ognuno è libero di battersi per le proprie convinzioni ma questo va fatto prima dell’ingresso nella struttura sanitaria e comunque all’interno della struttura sociale. Le donne che chiedono un’interruzione di gravidanza, sebbene in difficoltà, anzi proprio perchè in difficoltà, debbono essere aiutate, accompagnate nella loro libera scelte e non contrastate in un momento poi di grande vulnerabilità psicologica. Ogni associazione può portare avanti le proprie idee, ma a parità di condizioni con le altre e senza rapporti di esclusività con una struttura pubblica; intervenire direttamente in un percorso come quello ospedaliero altera principi elementari di libertà individuale, di rispetto delle scelte, di pluralismo e rappresenta un’aperta violazione della privacy.
A tal fine va impedita la stipula di tale convenzione e va riaperto un grande dibattito, soprattutto tra le donne, e nel mondo politico ed istituzionale, sui pericoli che certe conquiste democratiche considerate acquisite corrono in un momento come questo basato sulla ricerca di una mediazione a tutti i costi, la mediazione è essenziale in politica ma non può avvenire sui valori , sull’idea stessa di laicità dello stato e soprattutto sulla pelle dei soggetti interessati.
Segreteria regionale Rifondazione Comunista
Coordinamento regionale Sinistra DS
Federazione regionale Verdi
Segreteria città di Potenza PDCI