Dai banchi delle aule parlamentari stanno svendendo il demanio pubblico: un leghista ha proposto tra i beni da privatizzare anche il Colosseo. Totò sarebbe più credibile. E intanto gli italiani che non arrivano alla fine del mese sono sette milioni. E intanto Rutelli e Prodi sfogliano la margherita. Complimenti vivissimi. Un bel pastrocchio, oserei dire. Se vogliamo continuare con le rime, ce ne sarebbero un’infinità. Eccolo qua, nuovo ma non di prima marca, il surrogato peggiore che le menti dei nostri politicanti hanno prodotto nell’ultimo periodo. Un bel disegno di legge riscrive 43 articoli della nostra costituzione; è stato approvato in prima lettura venerdì 15 ottobre dalla Camera dei Deputati e ora dovrà passare al Senato.

Una Repubblica federale: brrr un brivido di disgusto percorre tutta la schiena Saranno felici quelli che già da tempo parlano di “Nazione Padana”, invasati come megalomani perversi. Per loro si consiglia una visita psichiatrica…

Una Repubblica Federale: un’organizzazione regione centrica che azzerare ogni capacità di valutazione gerarchica dei problemi e dei livelli decisionali. A conti fatti ognuno dovrebbe gestire le sue ricchezze, ogni regione è sovrana a se stessa. E chi di ricchezze non ne ha, che si gestisce? I pomodori? E si, forse a noi lucani è l’unica cosa che ci è rimasta oltre a qualche scoria qua e la e qualche altro scarto che i signori dell’ ecomafia hanno deciso di portarci in dono come i tre Re magi negli ultimi anni..

Un Repubblica Federale: le regioni sono un anello essenziale del governo politico degli spazi, non sono l’unico e nemmeno il principale. L’ approvazione della devolution e’ un colpo all’ unita’ del Paese. Il mezzogiorno viene sacrificato alla Lega nord nel silenzio delle altre forze della coalizione di centrodestra. Sulla forma di governo poi il centrodestra in nome dell’ antiribaltonismo ci ‘regala’ un cittadino sovrano il giorno delle elezioni e suddito per cinque anni perché il governo personale del premier e’ la negazione del processo di democrazia partecipativa affidando a lui poteri di scioglimento e quindi una concezione ‘monarchica’ del bene pubblico..

Si dice che è l’economia reale a chiedere la devolution, l’attribuzione a precise aree territoriali di una larga autonomia e responsabilità sulla materia economica e finanziaria Un federalismo liberista? Quello che si annuncia però non disdegna sprechi di risorse. Il problema è che la devolution conflittuale più che una risposta in positivo alla crisi italiana rischia di tramutarsi in una ulteriore accelerazione della disgregazione. Si tratta di un federalismo asimmetrico che vorrebbe l’istituzionalizzazione di ogni nesso tra centro e periferia. Si tratta di un federalismo discendente con una forte propensione distruttiva e non ascendente.

Meno male che l’Inter sostiene la causa zapatista, siamo in una situazione in cui, se potesse, anche la statua della Libertà si metterebbe una mascherina e scenderebbe in strada. Viva tutte le donne e gli uomini che combattono nelle sezioni di partito, nelle parrocchie come nelle associazioni di quartiere, nelle scuole come negli ospedali, nella rete di Indymedia e in tutti i luoghi dove l’essere civile mantiene ancora significato.

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