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25 aprile 2007: Liberi di non ignorare

“Ho memoria di guerre razziali. Italiani mandati al macello, sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi” (Guardali negli occhi, CSI). 25 aprile 1943, i partigiani liberano Milano dall’invasione nazista e fascista: è l’inizio della liberazione e la nascita di una democrazia. 25 aprile 2007, la Basilicata “guarda negli occhi” la storia ed onora il nome di “quegli italiani”: è la conferma di una regione che vuole ricordare, perché il passato non si cancella e la storia deve ancora arrivare. Sono trascorsi sessantadue anni da quella prima Festa, e il ricordo anche quest’anno, non si limita alla spensieratezza di un giorno di vacanza in più; il peso di tanti orrori e troppi morti, riemerge con forza dal contenitore dei momenti lontani e il valore della liberazione riacquista a pieno la sua forma.

Doppio traguardo nel mondo del lavoro

Dopo il 21 marzo, giornata mondiale delle persone con sindrome Down, che ha visto lo svolgersi in tutte le maggiori città italiane, compreso Roma dove ha sede l’AIPD (associazione italiana persone down) nazionale, numerosi eventi particolari di sensibilizzazione, anche la data del 16 aprile, rappresenta per la Basilicata un giorno di riflessione ma soprattutto un segnale sociale di importante cambiamento. Il 16 aprile di tre anni fa, infatti, Gianvito Melfi, ragazzo materano con sindrome di Down firma il suo primo contratto di lavoro a tempo indeterminato presso l’Asl n.4 di Matera; ed è anche il giorno in cui in Basilicata viene abbattuto un ostacolo in più all’integrazione di persone disabili nel mondo lavorativo.

Restrizioni per la libertà di stampa

Di nuovo una Basilicata che da sotto i “riflettori mediatici” diventa oggetto e fonte di discussione su un tema di fondamentale importanza per la garanzia e la stabilità di un qualsiasi Paese che voglia avvalersi della definizione di democratico. La libertà di stampa, i punti forza e quelli di debolezza del rapporto fra il mondo dell’informazione e quello della giustizia, diventano il nuovo motivo di discussione in un mese già infiammato dalla vicenda Catanzaro che ha messo alla berlina alcune delle più importanti personalità pubbliche lucane; e per la recente inchiesta Vallettopoli condotta dalla procura di Potenza. Ed è proprio da questi importanti temi che emerge la discussione in atto tra opinione pubblica, parti politiche opposte e rispettivi organi d’informazione.

Villaggio Marinagri: 550 lavoratori in vacanza

“Tra qualche giorno tutto finirà. È la classica vicenda all’italiana”. Non è il titolo di un film o di un libro sulle varie vicissitudini che affollano il nostro Paese trasformandolo, ormai da tempo, in terra di scandali e di malaffare, di commedie e satira da bagaglino. Non è nemmeno il ritornello di una recente canzone sanremese che canticchia e si fa beffa della nostra tanto amata-odiata Italia. Purtroppo sono solo le amare, ma coscienti dichiarazioni di Vincenzo Vitale, presidente di Marinagri Spa, dimostratosi tranquillo nonostante la bufera che si è abbattuta sulla sua “creatura”, la prima città portuale di Basilicata, sequestrata martedì da guardia di finanza e carabinieri. Marinagri è un grande progetto turistico, beneficiario peraltro del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Un’area molto estesa che si sviluppa su circa 300 ettari e 3 chilometri di spiagge e pinete; comprende il porto turistico Akiris con 521 posti barca, un hotel, un villaggio portuale costituito da una serie di isolotti e penisole su cui sorgono unita’ residenziali messa in comunicazione…

Con la ‘Vicenda Catanzaro’ si grida all’ingiustizia

“L’inchiesta, condotta da Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e coordinata dal pm Luigi De Magistris ha portato alla luce tre principali temi d’indagine che riguardano le Asl lucane, la Banca popolare del Materano (del gruppo Banca popolare dell’Emilia Romagna) e i megavillaggi turistici, in particolare «Marinagri», che stanno sorgendo sulla costa jonica lucana con il contributo di fondi pubblici, erogati dal Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica), per centinaia di milioni di euro. Tredici le persone che fino ad ora risultano indagate per truffa e corruzione, anche in atti giudiziari, falso e abuso d’ufficio, anche a fini patrimoniali e appropriazione indebita. Quattro i nomi dei magistrati lucani coinvolti: i procuratori della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante, e Matera, Giuseppe Chieco; il sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Felicia Genovese ed il presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese. Le indagini riguardano una serie di illeciti che sarebbero stati commessi nei settori bancario, turistico e sanitario. L’inchiesta farebbe riferimento a rapporti tra esponenti della magistratura, del mondo politico della Basilicata e della sanitá.

La nostra cara Italia

Provate a chiedere a un potenziale turista dove vorrebbe trascorrere le proprie vacanze, la risposta più frequente è: l’Italia. Peccato però che a questo desiderio non corrisponda la realtà e mentre lo scenario della ‘Dolce Vita’ continua a rimanere sogno e mito nell’immaginario collettivo mondiale, la Francia si piazza al primo posto come Paese più visitato al mondo. Secondo i dati contenuti nell’Annuario Turismo e Cultura 2007 del Touring Club Italiano, infatti, sono proprio i rivali francesi a dichiarare il maggior numero di arrivi internazionali ogni anno (76 milioni), seguiti da Spagna (55 milioni), Stati Uniti (49 milioni) e solo al 5/o posto dall’Italia (37 milioni).

In Italia il calcio perde in casa

L’episodio di Catania, che ha visto venerdì 3 febbraio la morte dell’ispettore della squadra Mobile Filippo Raciti, ha scatenato un vero è proprio caos nel mondo sportivo, politico, economico e per ultimo, “ma non per ordine d’importanza”, in quello dei tifosi. Eh già, i tifosi. Quegli stessi che  dopo la decisione, presa dal Ministro Amato relativa alla sicurezza sportiva, rimarranno fuori dalle porte degli stadi non a norma, cioè la stragrande maggioranza e che, almeno per il momento, non potranno più rincorrere in trasferta la loro ‘squadra del cuore’, improvvisando cori e sventolando striscioni di ogni sorta. Una brutta faccenda per tutti coloro che, nonostante i ripetuti casi di razzismo avvenuti sui campi e ben lontani dall’animo sportivo,  lo scandalo calciopoli che ha messo in evidenza altre relazioni, forse più consolidate dello ‘spirito di squadra’e i numerosi casi di violenza che dal ’62 con la morte di Gaetano Plataino ucciso da un proiettile vagante durante la partita Salernitana-Potenza, fino alla tragedia di Catania, in quel calcio malato continuano a crederci.

Usurati dal lavoro

“Usura e cultura della legalità”, questo l’argomento della seduta straordinaria del Consiglio Provinciale di Potenza, tenutosi giovedì 25 gennaio nella sala consigliare della Provincia. ‘Usura e cultura’, uno strano binomio per molti aspetti al limite del paradosso. L’una sembra racchiudere qualcosa dell’altra, eppure, entrambe indicano direzioni opposte dalle quali difficilmente si torna indietro. Durante la seduta, a cui hanno partecipato il Commissario per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura, il Prefetto Raffaele Lauro, il Sottosegretario agli Interni, Ettore Rosato e don Marcello Cozzi presidente della Fondazione contro l’usura “Interesse uomo”, emergono cifre rassicuranti che vedono la Basilicata come una delle regione meno in ombra rispetto a tante altre del Sud. Nel corso del 2006, infatti, sono state 218 le richieste di aiuto da parte dei cittadini alla Fondazione “Interesse uomo” istituita dalla Provincia nel 1999, di cui 101 le richieste di accesso al fondo antiusura e 117 quelle per il Credito Etico, il fondo di garanzia per il microcredito per lavoratori disagiati. Più di 100 le persone incontrate, 14 le garanzie concesse dal fondo antiusura per 152mile euro e solo sul Credito etico, 21 garanzie concesse per un totale di 99mila e 500 euro.

L’anno che doveva cambiare l’Italia

“Se un marziano volesse farsi un’idea del nostro paese guardando l’attualità televisiva, penserebbe che da noi esistano solo esseri di sesso maschile: sono loro, infatti, che parlano di politica e di economia, di cultura e di religione, di guerra e di pace. Poi c’è qualche bella ragazza che annuncia sorridendo i programmi, e sempre sorridendo, dice ‘buonanotte’.” (“L’avventurosa storia del femminismo” G.Parca, 1976). Quello che realmente colpisce di questo estratto non è tanto il contenuto quanto la sua data di pubblicazione. A distanza di 31 anni, infatti, queste parole restano cariche di una verità così attuale da risultare imbarazzante. È proprio questo il punto, dal ’76 ad oggi, la situazione è la stessa: donne che lottano per occupare cariche di maggior rilievo e mostrare ben altre qualità oltre ad uno ‘splendido sorriso’. L’anno 2007 è stato proclamato “Anno europeo delle pari opportunità di tutti”. Un anno dedicato alla lotta contro le discriminazioni basate su genere, razza, origine etnica, religione, diversità di opinione, disabilità, età ed orientamenti sessuali”.

Il peso schiacciante del lavoro

Andate su un qualsiasi motore di ricerca e provate ad inserire le parole “incidenti sul lavoro”, quello che ne viene fuori è: “Rumeno muore schiacciato da trattore”, “Muore dopo caduta da camion in Alto Adige”, “Grave operaio schiacciato da carrello”, “Operaio cade da tetto a Roma”. Titoli agghiaccianti, parole cariche del dolore di tutte quelle vittime della “morte bianca”, come viene abitualmente definita ogni tragedia legata ad una scomparsa avvenuta sul lavoro, forse per un’ultima e disperata ricerca di ‘rispetto’ verso ogni goccia di fatica che dovrebbe nobilitare l’anima e non portarla via, o forse per alleggerire il peso del buio assoluto che molti di questi terrificanti episodi continuano a portarsi dietro. Ma il dramma non si ferma ai titoli e per quanto possibile le parole alleggeriscono il carico insopportabile che le cifre, invece, tendono a mettere ben in evidenza, senza lasciare alcuna possibilità di fuga di fronte alla realtà: 268 milioni di incidenti non mortali ogni anno e 160 milioni di nuovi casi di malattie legate al lavoro, questi sono i dati presentati dall’O.M.S. e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza a la salute occupazionale.