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Con la ‘Vicenda Catanzaro’ si grida all’ingiustizia

[…] Il filone-sanità viene aperto in seguito alla denuncia dell’ex direttore dell’Asl di Venosa, Giuseppe Panio, che accusa Bubbico e De Filippo di averlo ingiustamente «licenziato» per far posto a Giancarlo Vainieri, considerato vicino a Bubbico e ai Ds. La Banca del Materano, invece, inguaia il presidente del tribunale di Matera, Iside Granese. Secondo l’accusa, l’istituto di credito è governato da «un comitato d’affari occulto e parallelo, che gestisce in maniera clientelare il credito a discapito dell’azionariato e dei risparmiatori e assicura ai clienti più privilegiati guadagni eccezionali e perdite rimborsate”.

Queste le parole dell’inchiesta condotta dal Corriere della Sera che ha visto, dopo la pubblicazione dell’articolo avvenuta lunedì scorso, l’abbattersi dell’accusa di “congettura mediatica” rivolta da esponenti pubblici lucani, come nel caso del Presidente della Regione Vito De Filippo che, in una durissima replica ha dichiarato “sono immagini distorte ed ingiuste che si abbattono sulla nostra regione, dipingendola come una terra piena di intrecci e malaffare. Ma questa Basilicata non esiste, perché il suo sistema imprenditoriale e la sua capacità istituzionale ed amministrativa si sono sempre saputi misurare sui temi dell’efficienza e della trasparenza, meritandosi apprezzamenti e riconoscenti anche europei. Nonostante la grande stampa nazionale non si stanchi di accreditare un’immagine nera della Basilicata, sono questi i motivi dell’orgoglio e del merito che non possono essere dilaniati da un certo voyeurismo mediatico, attento a scorgere ad ogni costo e contro ogni ragionevolezza i segni di un malaffare che non c’è”. Quello che entra in crisi dopo le dichiarazioni della stampa, insomma, non è solo la posizione politica ed economica di alcuni esponenti per bene della Basilicata ma una sorta di ‘equilibrio dei valori’ del popolo lucano, a saltare non sarebbero solo alcune poltrone calde ma la fiducia e il merito nelle istituzioni e nel loro operato.

Un polverone sollevato su questioni talmente delicate da far traballare un intero sistema, non solo palesemente giudiziario, ma di fiducia vera e propria del cittadino nella guida alla giustizia e nell’educazione alla legalità. Una predica che nelle ultime ore sembra arrivare da un pulpito non proprio lindo e pulito da cui non emergono basi solide per il crescere sano del nostro tessuto sociale, ma una complicata matassa fatta di potere e denaro. In una dichiarazione rilasciata ieri dall’assessore comunale di Rotonda, Giuseppe Bonafine dice che questa è  “L’ennesima bufera mediatica – giudiziaria che si è abbattuta in questi giorni sulla nostra Regione. Nomi eccellenti ed accuse eclatanti hanno polarizzato l’interesse della cronaca regionale e nazionale, generando dubbi e diffidenza sul sistema politico e giudiziario dipingendo un’immagine deviata della società lucana. Non possiamo – continua Bonafine – e non dobbiamo assistere impotenti alle accuse ingiuste rivolte ad una società sostanzialmente sana. I meccanismi ed il clamore massificante del circuito mediatico minacciano ancora una volta la dignità stessa della nostra Regione come asserito con forza dal Presidente De Filippo nel suo recente intervento nel Consiglio Regionale. E’ l’orgoglio stesso di un popolo onesto, coeso, solidale e laborioso che fonda la propria identità in radici antiche e nobili, ad essere infangato e calpestato”. Quello che emerge in maniera fin troppo chiara è la difesa di un ‘popolo’  e l’accanimento senza mezza termini sull’operato di un quotidiano che, riporta una traccia della realtà lucana senza trarre, però, nel tranello del giudizio collettivo i meriti delle intere istituzioni lucane e soprattutto, senza voler in alcun modo infangare il nome del ‘popolo della Basilicata’, ben lontano per altro, dalle accuse giudiziarie mosse in questi giorni.

Pertanto le manifestazioni di fiducia e solidarietà nei confronti degli indagati risultano ammirevoli e giuste ma è altrettanto legittimo che da questo momento vengano accantonate le accuse rivolte alla ‘verità stampata’ che, se all’esito delle indagini risulterà distorta e calunniatrice non farà fatica ad insabbiarsi da sola, garantendo alla giustizia di essere la sola trionfatrice dell’intera vicenda.

[Articolo di Tatjana La Paglia]