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Una voce in più

Con l’inizio del nuovo anno accademico e con l’arrivo del nuovo Rettore questa potrebbe essere l’annata della svolta per l’università della Basilicata, o quantomeno, dovrà esserlo necessariamente. Che il nostro Ateneo sia fortemente scollegato dal resto del capoluogo e dalle altre aree regionali – e non solo dal punto di vista delle infrastrutture primarie – non c’è dubbio, ma se questa disgiunzione, come sembra, ricade anche nell’ambito di una forma tutta lucana di accettazione/non accettazione  culturale il lavoro da fare assumerà una valenza diversa, nonché con più riconosciute prospettive. Il discorso è strettamente legato a quanto i lucani hanno colto l’importanza di avere un’università. La nostra tradizione, certamente non caratterizzata da forti propensioni accademiche, non favorisce certo il processo integrativo e, finanche, la percezione dei vantaggi. Più che un lavoro di marketing e di promozione, alla base va fatto un lavoro socio-economico. Dal punto di vista strettamente sociologico si deve lavorare sul cambiamento, sull’evoluzione della società lucana, sui processi di integrazione. Dal punto di vista economico, invece, c’è la necessità di mettere in luce le opportunità o le nuove opportunità che ha aperto l’avere un’università.

A Tamburro battente

L’Università degli Studi della Basilicata ufficializzerà a breve l’elezione del Professore Antonio Mario Tamburro a Rettore dell’Ateneo lucano. Il carattere combattivo, l’intensa verve e le idee da lui profuse fanno ben sperare su una nuova possibile ventata di rinnovamento. Per poter capire meglio il Tamburro-pensiero presentiamo di seguito una Sua intervista. 

Quando e dove nasce l’idea della Sua candidatura alla carica di Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata?
Fin dall’inizio, quando vent’anni fa per la prima volta arrivai in questa regione. Questa candidatura nasce principalmente da me. In genere bisognerebbe dire che ci sono stati tanti attestati di stima da parte di molti colleghi che mi hanno chiesto di candidarmi. Al tempo stesso, penso che molti colleghi avessero un po’ timore della candidatura di Tamburro, quindi  dico che mi sono candidato io.