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Il peso schiacciante del lavoro

Andate su un qualsiasi motore di ricerca e provate ad inserire le parole “incidenti sul lavoro”, quello che ne viene fuori è: “Rumeno muore schiacciato da trattore”, “Muore dopo caduta da camion in Alto Adige”, “Grave operaio schiacciato da carrello”, “Operaio cade da tetto a Roma”. Titoli agghiaccianti, parole cariche del dolore di tutte quelle vittime della “morte bianca”, come viene abitualmente definita ogni tragedia legata ad una scomparsa avvenuta sul lavoro, forse per un’ultima e disperata ricerca di ‘rispetto’ verso ogni goccia di fatica che dovrebbe nobilitare l’anima e non portarla via, o forse per alleggerire il peso del buio assoluto che molti di questi terrificanti episodi continuano a portarsi dietro. Ma il dramma non si ferma ai titoli e per quanto possibile le parole alleggeriscono il carico insopportabile che le cifre, invece, tendono a mettere ben in evidenza, senza lasciare alcuna possibilità di fuga di fronte alla realtà: 268 milioni di incidenti non mortali ogni anno e 160 milioni di nuovi casi di malattie legate al lavoro, questi sono i dati presentati dall’O.M.S. e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza a la salute occupazionale.

Mobilità Ceit: decisione assolutamente ingiustificata

La grave decisione di metter in mobilità i 29 lavoratori da parte della CEIT e la mancata riassunzione degli stessi da parte della SIELTE, società subentrata dal primo gennaio 2007 nella gestione delle commesse Telecom in Basilicata, nonostante l’intervento del Ministero del Lavoro che chiedeva di sospendere la procedura di mobilità e l’ordine del giorno del Consiglio Regionale di Basilicata che sollecitava le parti a definire tempi e modalità per il riassorbimento del personale, ci impone una decisa presa di posizione a favore dei lavoratori che stanno lottando per la difesa del loro posto di lavoro. Tale scelta non è in alcun modo giustificabile considerando che i volumi produttivi assegnati sono rimasti invariati.

Sicurezza sul lavoro: la Giunta propone Disegno di Legge

“Monitoraggio del fenomeno infortunistico e misure per la sicurezza e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro”. E’ questo il titolo del disegno di legge che la Giunta regionale ha deliberato di proporre all’approvazione del Consiglio regionale.

Nuovo anno amaro per gli Lsu dell’Unibas

Sei lavoratori già messi alla porta e futuro incerto per un’altra ventina. Critiche Cgil, Cisl e Uil che dicono basta con la pratica dei lavoratori “usa e getta”. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil (Antonio Pepe, Enrico Gambardella e Antonio Guglielmi), riferendosi alla vicenda dei sei lavoratori in mobilità impiegati fino al 31 dicembre 2006 come lavoratori socialmente utili presso l’Università della Basilicata e oggi di nuovo senza lavoro, hanno rilasciato la seguente nota congiunta: “È ancora l’Università degli studi della Basilicata ad evidenziare l’incancrenirsi di una problematica, quella dei lavoratori in mobilità impiegati a tempo in attività socialmente utili negli enti pubblici, che Cgil Cisl e Uil, partendo proprio dal caso dell’ateneo lucano, hanno più volte sollevato sollecitando la Regione e gli enti utilizzatori ad una azione coordinata che preservi e consolidi l’occupazione. Ad inizio anno i lavoratori già in regime di mobilità, utilizzati in attività socialmente utili e poi, con l’ammortizzatore sociale scaduto, impiegati in maniera precaria con brevi contratti di lavoro a termine, si sono visti, ancora una volta nella loro travagliata vita lavorativa, licenziati anche dalla misera attività da 700 euro mensili.

Quest’anno sotto l’albero, niente regali

In questa settimana un’altra protesta allarma il Sud del nostro Paese. I tempi si evolvono, i desideri cambiano e le speranze sono sempre le ultime a morire, ma per i lavoratori di Agile che in questo Natale avevano visto la possibilità di un miglioramento e regolarizzazione della propria situazione lavorativa, desideri e speranze sono state vane. Purtroppo nel nostro Paese e in particolare nel Mezzogiorno, regioni come la Basilicata sono affette da una crisi che dura ormai da troppo tempo e che sembra non riuscire a mutare le proprie sorti. La parola “lavoro” viene sempre più pronunciata con fatica o almeno con estrema cautela e solitamente è accompagnata da aggettivi come “precario”, “provvisorio”, “incerto”, “a tempo determinato” e nei peggiori dei casi assume anche tinte non proprio chiare ed esattamente legali come “nero”. Se poi a questa già delicata e instabile condizione aggiungiamo anche la mancanza di correttezza delle aziende, ecco un altro sciopero, un’altra giornata di lavoro persa. Restiamo sgomenti di fronte all’arroganza dimostrata da Eutelia che, mentre è in corso una trattativa sindacale invia una lettera a tutti i dipendenti annunciando, in pratica, la chiusura unilaterale della vertenza, con una risposta negativa su tutti i fronti”.

Lavoro/Snia, un futuro senza Nylstar?

E’ di questi giorni la notizia che Nylstar, società partecipata da Snia e Rhodia nel settore delle fibre poliammidiche (nylon), avvierà le procedure per la cessazione di attività nello stabilimento di Cesano Maderno (Monza), dopo aver fermato l’ultima linea produttiva
nelle stesse produzioni a Pisticci in Basilicata; oltre 120 lavoratori Lucani sono in Cigs senza prospettive e almeno 170 perderanno il posto di lavoro nell’ultimo stabilimento Snia del triangolo Cesano-Ceriano-Varedo.