Quelli che…il teatro
Sfrattato il Teatro Sassi, per offrire un servizio ai residenti. La cultura passa prima dagli asili nido e poi da…si vedrà. Quelli che sono i bebè della ormai non più tanto neo-amministrazione materana non fanno in tempo ad evadere dalla gabbia degli errori commessi che subito ne commettono di ulteriori. I grandi fatti della politica nazionale, a Matera, sono vissuti in chiave interna come se esistessero semplicemente per fornire alibi ai nostri colletti bianchi: censurano Luttazzi per l’ennesima volta, non se ne accorge nessuno e a Matera sfrattano la cultura, perché di questo si tratta. Ed è vero che ognuno ha una propria definizione di libertà, ma, oggettivamente, sfrattare dalla sede che il Teatro Sassi, di rinomanza e riconoscimento nazionale, ha occupato per quindici anni solo perché in precedenza il locale era una scuola materna e può nuovamente esserlo (con la differenza che in questo caso si tratterebbe di un asilo nido), è assolutamente ridicolo.
Viaggio nelle città invisibili
Se a qualcuno fosse sfuggita la notizia, a Matera, l’8 ed il 9 Dicembre, andrà in scena lo spettacolo ‘Petramorphosis’, finanziato con il Fondo sociale Europeo, nell’ambito delle iniziative Giovani Eccellenze Lucane (Gel) e Patto con i Giovani. Lo spettacolo, realizzato dal Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ in collaborazione con Stoà – Istituto di studi per la Direzione e Gestione d’Impresa, offre un valido esempio di come, di tanto in tanto, i fondi europei non vengano immediatamente smaltiti alla dogana. Il nome Petramorphosis assume il significato di “forme della pietra”, che diviene l’emblema dell’evoluzione culturale e civile dell’uomo e di modelli di identità culturali.
Matera: tutti per uno, ognuno per sé
In principio se le suonarono di santa ragione con insulti diretti, indiretti e video diffamanti, ma poi venne la pax politica in vista del ballottaggio, e vennero anche i cambi di casacca e i salti della quaglia.
Lucanopoli, storia infinita
Il silenzio e la deferenza con cui si è coperto superficialmente lo scandalo ‘Lucanopoli’ non suppliscono la presenza di un copione ben nutrito, degno del miglior Francis Ford Coppola, con tanto di patti segreti, minacce, pagamenti e favoritismi incorporati. Tutto si svolge tra Basilicata e Catanzaro quando due magistrati, Henry John Woodcock (pm di Potenza) e Luigi De Magistris (pm di Catanzaro), con inchieste e tempi differenti, arrivano a scoprire un presunto pentolone di nefandezze che coinvolgerebbe, a vario titolo, importanti personaggi politici e giuridici dello scenario lucano. Si parla di una vera e propria commistione tra uomini politici di sinistra, centro e destra e uomini d’affari, che interessa i settori sanitari, bancari, politici, edili e giuridici.