Cerca

Torre Guevara, valorizzazione della sua Storia e riqualificazione del territorio intorno. Un progetto ambizioso da parte delle autorità locali.

Torre Guevara non è soltanto una torre: è un pezzo di Storia, un baluardo a presidio di un racconto, narrato dalle famiglie nobili che hanno valorizzato Potenza e dalle autorità locali.

A disposizione dei deboli e degli indifesi, era un luogo dove chi aveva bisogno di supporto, dal punto di vista sanitario, avrebbe potuto trovare un prolungamento dell’Ospedale San Carlo.

Oggi è a disposizione di tutti, e da sola la struttura moderna racconta tutta la Storia del capoluogo lucano.

Ce l’hanno voluta narrare coloro ha cercato di riqualificare un’area dismessa, nascosta dall’Istituto d’Arte, lasciata al degrado delle erbacce che, crescendo alte, soffocavano la vista delle erbe aromatiche e dei frutti che l’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali di Potenza cercava di coltivare intorno al proprio edificio.

Così è stato creato tanto verde, un prato immenso, scale dove poter sedere, un panorama da poter ammirare girando intorno alla Torre.

Ma anche uno spazio in cui poter riflettere e studiare, dotato di cuffie e di attrezzature multimediali.

Chi ora vorrà documentarsi sulla Storia del sito potrà recarsi in una struttura moderna, simile a quella del Louvre in Francia. E si potrà ripercorrere la Storia del luogo stando in quel luogo, con il luogo davanti, a testimonianza della Storia stessa.

Un’idea, che può non piacere oppure essere compresa. Sicuramente sfruttata e colta, come un’opportunità importante. In attesa di poter salire a piedi sulla nostra Torre, che non è la Torre Eiffel, ma è un presidio di umanità a difesa dei più deboli e della volontà di voler valorizzare un territorio bistrattato, al pari di essi.

Perché il capoluogo nasconde, nel vero senso del termine, luoghi di Bellezza e di utilità.

Ora, questo della Torre, non sarà più nascosto. Ma fruito da tutti, con le cuffie alle orecchie, ad ascoltare la Storia del luogo e del capoluogo che si rinnova.

Maria Chiara Di Carlo