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Parata dei Turchi e festività di San Gerardo. I lucani tornano al culto religioso e alla magia delle tradizioni dopo ben due anni di pandemia.

Nessun escluso alla pittoresca e suggestiva Parata dei Turchi del 2022. Neanche “Cipollino” o “Civuddin” il Grande Turco tanto amato. Tanto si è celato e poi mostrato quest’anno attraverso gli eventi più attesi e la cui suggestiva espressione è mancata nel cuore dei potentini da troppo tempo.

“San Gerardo è aggregazione. Come se il mondo a Potenza in quei giorni si fermasse. Come se non esistesse null’altro. L’unico argomento di cui si parla. I problemi diventano improvvisamente più piccoli. Gli ostacoli diventano più bassi. La città ha solo voglia di divertirsi e di aggregarsi”. Così Mario Guarente, sindaco del capoluogo spiega in breve il sentimento che anima la città.

Nei locali del Centro sociale di Malvaccaro, all’ingresso posto in piazza Danzi, di fronte all’ingresso del bar, è stato possibile ritirare gli abiti per coloro che hanno partecipato come figuranti alla Storica Parata dei Turchi.

Nel giorno precedente la celebrazione di San Gerardo, come ogni anno il 29 maggio, si è svolta la Storica Parata dei Turchi. L’esercito turco avrebbe difatti risalito il fiume Basento fino al capoluogo. I cittadini si sarebbero rivolti così al vescovo, Gerardo La Porta, che invocando una schiera di angeli guerrieri avrebbe liberato la città dai suoi nemici. Nel punto in cui, secondo la leggenda, avvenne il miracolo è stato edificato un tempietto con la statua del santo, denominato “San Gerardo di marmo” e realizzato nel 1865 dagli scultori potentini Michele ed Antonio Busciolano.

Prima della sfilata il presidente Bardi ha stretto la mano al nuovo “Civuddin” che ha sostituito lo scomparso Alberico Covino, storico protagonista. “Cipollino” per trent’anni non era mai mancato alla Parata. Tuttavia il Gran Turco continua e continuerà ad esserci perché è parte integrata della sfilata. Il potentino Massimo D’Onofrio ha sostituito Alberto Covino, scomparso nel 2019.

La Parata è tornata a Potenza dopo ben due anni di pandemia ed è stata inserita nel “Maggio Potentino 2022”, partendo dallo Stadio “Alfredo Viviani” e prevedendo la partecipazione di 1200 figuranti.

Nel centro storico l’accensione della Iaccara, un fascio di canne e legna di circa 12 metri, del diametro di circa un metro e pesante una tonnellata, portato in spalla da devoti che indossano il costume tradizionale potentino. ù

Tante le associazioni che hanno lavorato sinergicamente per rendere la parata dei Turchi particolarmente significativa: Accademia dei due mondi, Boom, Centro di danza metamorfosi, I cavalieri del santo, Iatrida, Manthano, Militia Sancti Gerardi, La nave del Santo, Unitalsi, San Gerardo La Porta e Vuoti d’aria.

“La parata – ha dichiarato l’assessore alla cultura Stefania D’Ottavio – rappresenta un modno incantato fatto di principi, principesse e cavalieri e di tanta devozione popolare. Un mondo incastonato tra due verticalità: la iaccara, simbolo di luce e il tempietto di San Gerardo elevato verso il cielo dai portatori del Santo. Sono orgogliosa ed onorata di percepire, dopo due anni di pandemia, l’appassionante partecipazione di tanti figuranti e dell’intera città”.

La Regione Basilicata ha riconosciuto al Comune di Potenza l’importo di duecentomila euro, esattamente quanto assegnato a Matera per la festività della Madonna della Bruna.

Il sindaco ha partecipato al pranzo dei portatori del santo proprio per ritrovare quella “normalità” del ritornare a vivere dopo il periodo pandemico. Non sono stati dimenticati i disabili, essendo stata prevista un’area per assistere in sicurezza alla parata in viale Marconi nei pressi del seminario.

Già il Giro d’Italia ha messo in evidenza la grande voglia di partecipazione dei potentini e il desiderio di ritrovarsi. L’associazione Magazzini Sociali è stata presente con un van per raccogliere fondi da dedicare all’acquisto e alla preparazione di 2500 piatti di “strascinati con il sugo”, tipici della tradizione culinaria di Potenza, da offrire il 30 maggio alle famiglie in difficoltà economiche.

Così si può dire che è stata proprio la festa di tutti: giovani, anziani, disabili, persone in difficoltà. Affinché la consueta divisione che oramai permane da due anni si sostanzi in una comunità sempre più unita, tra sentimento religioso e la magia delle tradizioni.

Maria Chiara Di Carlo