
Una “città europea” Matera, da realizzare nell’epoca del Coronavirus. Un progetto ambizioso per ogni città italiana. Di tale realizzazione ha dettato le linee guida Francesca Cangelli, docente di origini foggiane che ha saputo amare e valorizzare Matera.
“Si viene e si va… Comunque ballando! Pensando una vita forse non basterà” canta una nota canzone, forse per la triste verità in base alla quale “nessuno è profeta in patria”. “Si va” via dopo esser venuti, arrivati… Ma in genere non a Matera. Non più, non ora dato che costituisce una delle prime città italiane che si è pensato di voler assurgere al ruolo di “città europea”.
Ha fatto sua questa concezione anche Francesca Cangelli, docente di origine foggiana. Fu chiamata dal sindaco De Ruggeri a gestire “la straordinarietà di una città straordinaria che vuole diventare città europea. Mi occupo di urbanistica da oltre 20 anni e il mio Comune non mi ha mai chiesto nemmeno uno straccio di parere“, ha constatato mestamente la Cangelli.
Dunque c’è chi in Basilicata vi nasce, e la ama perché vi è nato. E chi in Basilicata cresce e si ritrova accolto, e per questo continua a ricordarla. Al punto da portarla con sé in America. “Dall’America fino alla riscoperta del Mezzogiorno”. Questo il titolo dell’incontro a New York a cui ha partecipato l’Assessore all’Urbanistica e Sassi . Si è svolto presso l’Istituto di Cultura Italiana di New York alla Camera di Commercio. Ed è stato promosso dalla Fondazione Magna Grecia in collaborazione con la Fondazione Carnovale.
Dall’era Paleolitica alla Città dello Spazio con il Centro di Geodesia spaziale. Passando attraverso il riconoscimento dell’Unesco nel 1993. Con l’inserimento dei Sassi e del Parco delle chiese rupestri nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Matera “oltre il 2019”, l’anno di “Capitale Europea della cultura” aspira al ruolo di città europea. Attraverso processi di rigenerazione urbana, il rapporto con il cinema e la rappresentazione della cultura che va “dalla selce al silicio”.
Città europea a partire dal 2020! La nuova sfida.
Ma come collocare tali aspirazioni nel quadro dell’inaspettato 2020, anno del Coronavirus? Nel quale proprio i cinema sono stati chiusi e la rigenerazione urbana inizia ad assumere un ruolo cruciale, in una prospettiva del tutto nuova? Interessante esaminare le proposte di Francesca Cangelli. Dimodoché non soltanto Matera ma ogni città italiana possa assurgere a ruolo di città in linea con i modelli avanzati proposti dall’Europa.
I tentativi di liberalizzazione venduti come semplificazioni.
“Misuro quotidianamente l’esigenza di semplificazione con i problemi legati all’amministrare. Un punto di partenza che vorrei evidenziare è quello dell’esigenza di semplificazione. Che, per essere efficace, non deve essere figlia dell’emergenza. Ma riguardare interventi sistemici” spiega Francesca Cangelli. “In Italia, specie dal punto di vista della normazione, è un obiettivo preso in considerazione da molti anni. E si riflette in tentativi di semplificazione venduti come liberalizzazioni“. La differenza è sostanziale.
La semplificazione non si sottrae ad un regime amministrativo. Quella presa in considerazione dal legislatore riguarda proprio gli aspetti amministrativi, in cui si cerchi di razionalizzare i quadri normativi di riferimento.
La liberalizzazione deve essere sottratta a regimi di amministrazione. Ed è imprescindibile vi sia una reciprocità dei benefici. Per le amministrazioni, per i cittadini, per le imprese. Ogni processo non può funzionare nel caso in cui finisca per essere a vantaggio di una sola categoria.
Reciprocità: tratto imprescindibile.
“E quando sono legati al momento emergenziale i vari interventi rischiano di essere non imperniati sulla reciprocità dei benefici. Le misure poste in campo per l’emergenza devono essere adeguate nella prospettiva dello sviluppo“. Nell’ottica del quale la chiarezza normativa non può che essere essenziale. Ciò in contrapposizione ad un affastellarsi di disposizioni e nuovi modelli di certificazione. Occorre progettazione. In questo senso la digitalizzazione dei dati. E l’avvalersi della tecnologia come strumento di semplificazione.
Le crisi dunque diventano le nuove normalità che vanno gestite con competenze diversificate. La funzione premiale del Diritto potrebbe essere un incentivante, ed influire sulle scelte green. Regole complesse e una tradizionale lentezza dell’azione amministrativa non dovrebbero rallentare una maggiore agilità delle iniziative economiche.
In tal senso ben venga la centralità delle competenze come quelle della docente Francesca Cangelli, che facciano sì che il Diritto non sia un ostacolo allo svilupppo dell’Economia. Piuttosto il volano che possa proiettare le attività intraprese in una dimensione di modernità. Che non soltanto sia europea. Ma che possa fungere da modello e da faro in Europa.
Maria Chiara Di Carlo
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