Procedono a ritmo serrato i lavori di modifica che porteranno alla riapertura del Centro Oli di Viggiano
Il Centro Oli di Viggiano potrebbe riprendere piena attività tra agosto e settembre di questo anno. A dichiararlo l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi. I lavori di modifica sufficienti alla sblocco della produzione procedono a pieno regime e termineranno entro luglio.
Il Centro Oli di Viggiano è stato sequestrato la scorso 31 marzo, a seguito dell’inchiesta sul petrolio lucano. Inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’ex ministra Federica Guidi e all’arresto di alcuni funzionari Eni. Coinvolta anche l’ex sindaca di Corleto Perticara Rosaria Vicino. In totale 60 persone e 10 società indagate. La Procura di Potenza ha ordinato di interrompere l’attività di due vasche e del pozzo di reiniezione “Costa Molina 2” per un’ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti. Oggetto di sequestro anche gli impianti del Tecnoparco di Pisticci.
Negli ultimi mesi i sindaci delle comunità dell’area e le forze sindacali e datoriali regionali hanno chiesto fortemente la riapertura del COVA. Al momento della chiusura, il Centro Oli produceva circa 75mila barili di greggio al giorno. 350 dipendenti del COVA sono stati collocati in altre strutture della compagnia e\o posti in cassa integrazione. Un centinaio di aziende fornitrici, presso cui operano all’incirca tremila dipendenti, si trovano in stato di sospensione contrattuale. Per scongiurare ulteriori ricadute socio-economiche è stato necessario formulare modifiche per riaprire al più presto il COVA.
Dopo il dissequestro della struttura, disposto lo scorso 31 maggio, sono stati avviati i lavori di adeguamento del COVA. Il nuovo piano dei lavori prevede l’utilizzo di additivi per separare l’acqua associata agli idrocarburi estratti. Questi finiranno in apposite vasche e seguiranno un processo di smaltimento diverso da quello delle acque di strato, destinate nuovamente alla reiniezione.