Un relitto è ciò che rimane di una nave a seguito di un naufragio. Se consideriamo un naufragio ciò che accadde milioni di anni fa nella nostra regione, ed esattamente nelle fasi glaciali del Quaternario, il relitto che ne deriva è il famosissimo Pino Loricato, pregiata specie arborea conservata gelosamente sulle pendici del Parco Naturale del Pollino. Questo elegante albero dai rami nodosi e contorti è infatti una specie “relitta”, appartenente alle foreste di conifere della penisola Balcanica (Iugoslavia, Albania, Bulgaria, Grecia) e dell’Appennino meridionale, e che oggi ha trovato le condizioni ottimali di crescita sui pendii aridi e soleggiati dei rilievi calcarei del Massiccio del Pollino. La sua corteccia fessurata in placche poligonali, simili a quelle della
“lorica”, antica corazza di Greci e Romani, ha dato origine al suo nome Pinus leucodermis.
Negli ultimi anni molte sono state le insidie ai danni di questa longeva specie: attacchi subiti da coleotteri e scolitidi; incendi, alcuni provocati da fulmini altri invece che fanno pensare a veri e propri atti dolosi. Nel 1993 venne bruciato il pino della Grande Porta del Pollino simbolo del Parco
Nazionale del Pollino. Nel 2007 un gruppo di escursionisti ritrovarono un altro tronco bruciato di Pino Loricato in località Piani del Parco, senza pensare poi agli incendi che tutti gli anni e specialmente nei periodi estivi siccitosi, mettono a repentaglio la vita di molti esemplari arborei.
Il nostro Pino Loricato è riuscito a difendersi dalle avversità del tempo, ad arrivare fino ai giorni nostri, ma questo tesoro di inestimabile valore naturalistico e scientifico riuscirà a superare le avversità che derivano dalla insensatezza del genere umano?

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