“Essendo dislessico non mi piace leggere”. Così inizia “Essere digitali” il libro di Nicholas Nagriponte uno dei maggiori esperti mondiali in comunicazione digitale e “Non leggo ma lasciatemi scrivere” è lo slogan di Giacomo Cutrera nel forum dedicato alla dislessia che lo vede tra i principali autori. Questo per far capire che è un libro un pò speciale perché nasce dalla voglia di comunicare qualcosa di importante sfruttando il mezzo più diffuso ma anche più facile per l’autore.
La dislessia è un DSA, ovvero un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (ci si riferisce solo all’apprendimento delle abilità scolastiche).
Non è un deficit dell’intelligenza, non è un ritardo mentale, anzi, se vi è un ritardo mentale il disturbo non può essere caratterizzato come dislessia.
La dislessia è causata dal malfunzionamento di alcune cellule (che dovrebbero riconoscere i caratteri e gli alfabeti ), e lascia inalterato il resto del funzionamento intellettivo. In pratica si tratta di una difficoltà nel leggere e nello scrivere in modo fluente, difficoltà, sia chiaro, non dovuta a ritardi, problemi ambientali o psicologici, o alla mancanza di un’istruzione adeguata. L’individuo dislessico può leggere e scrivere, ma deve concentrarsi al massimo per poterlo fare, molto di più di una persona non affetta dallo stesso disturbo, e spesso per questo motivo si stanca in fretta, si distrae, commette errori o impara più lentamente a scrivere.
Nella scuola primaria il 10-15 % degli alunni (2-3 per classe, da 50 a 75mila in tutta Italia) ha difficoltà a svolgere le normali attività (leggere, scrivere, far di conto); nella scuola secondaria inferiore tale dato sale al 20-25 % (fonte Associazione Italiana Dislessia). Circa il 5% del totale della popolazione scolastica presenta Disturbi Specifici di Apprendimento. La scuola gioca un ruolo centrale e strategico, proprio perché è qui che i bambini con DSA emergono in tutta la loro complessità.
Se individuato e affrontato in tempo un Disturbo Specifico di Apprendimento si può, se non risolvere, certamente ridurre.
L’età più adatta per individuare in un bambino un DSA e quindi potere intervenire in modo adeguato, è attorno ai sei anni. Quando più si tarda rispetto a tale periodo più si compromette la possibilità di un esito favorevole dell’intervento. Al contrario se non si interviene dai primi anni della scuola, i problemi legati al DSA sono pressochè irrecuperabili, con grande danno per lo sviluppo personale del bambino, la cui diversità incompresa lo esclude sempre più dal contesto sociale con forte disagio della famiglia. A partire da queste considerazioni, stante la gravità della situazione, diviene evidente la necessità di intervenire con urgenza per fornire mezzi e metodologie per dare risposte al problema.
La Regione Basilicata ha varato già dal 2007 la Legge Regionale n.20 “ Interventi in favore dei soggetti affetti da dislessia e da altre difficoltà specifiche di apprendimento “ con la quale si dettano norme in materia di interventi in favore dei soggetti affetti da DSA quali la disgrafia, la disortografia e la discalculia, con l’obiettivo di raccordare famiglie, scuola e servizi sanitari al fine di predisporre un sistema di diagnosi precoce e di riabilitazione, nonché migliori condizioni di apprendimento scolastico ed adeguata attenzione da parte dell’intera comunità regionale.
E’ presente, inoltre, sul territorio regionale l’A.I.D. – Associazione Italiana Dislessia – che dal 2002 ad oggi ha avuto il merito di far conoscere ed emergere la problematica dei Disturbi Specifici di Apprendimento ad un numero sempre maggiore di persone con l’obiettivo di operare un urgente cambio culturale che permetta a tutte le componenti (sanità, scuola, famiglia) di collaborare nell’interesse del ragazzo/a al fine di evitare l’insorgenza di problematiche ben più gravi del disturbo stesso.
Gli scopi dell’Associazione sono i seguenti: sensibilizzare  il mondo professionale, scolastico e la pubblica opinione sul problema della dislessia evolutiva; promuovere ricerca e formazione nei diversi ambiti di intervento: servizi sanitari, riabilitativi e nella scuola; offrire agli utenti un punto di riferimento certo e qualificato per ottenere informazioni e aiuto consulenza e assistenza ai fini dell’identificazione del problema o per l’approccio riabilitativo e scolastico.

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