È cominciato tutto un sabato pomeriggio di qualche anno fa. Stavo facendo un giretto all’interno della Feltrinelli in via Zamboni, a Bologna, e l’ho incontrato. Non ricordo bene cosa mi avesse attratto verso di lui; non aveva un bell’aspetto, anzi, incuteva quasi paura grande e grosso com’era. Ma l’attrazione fu fatale e così lo portai via con me. Diventammo inseparabili per i successivi 3/4 mesi. La notte ci addormentavamo insieme e durante il giorno capitava sovente che i miei pensieri andassero a lui facendo crescere il desiderio e rendendo scottante l’attesa del momento in cui avrei potuto di nuovo tuffarmi…tra le sue 915 pagine!
È stato un colpo di fulmine il mio amore per la lettura, e tutto grazie ad Alexandre Dumas.
Prima di incontrare “Il conte di Montecristo”, quel lontano pomeriggio bolognese, ero un lettore pigro e velleitario. Da quel momento in avanti, al puro e semplice piacere per la lettura, si aggiunse il frenetico obiettivo di riuscire a trovare un altro romanzo capace di regalarmi le stesse, forti, viscerali emozioni che “Il conte di Montecristo”, attraverso la sua storia e i suoi personaggi, era riuscito a farmi saggiare. Non nego di non aver più preso altre infatuazioni o di non essermi più emozionato fino a commuovermi trovandomi a fissare la faccia di un abile scrittore sull’ultima di copertina, ma quello che ho provato terminando la lettura del capolavoro di Dumas sono certo resterà una sensazione unica e irripetibile come il primo bacio, come il primo vero amore. E quella frase…sembrava messa lì, nella 915esima pagina, a voler marcare profondamente le mie emozioni: “Vivete dunque e siate felici, figli prediletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Iddio si degnerà di svelare all’uomo l’avvenire, tutta l’umana saggezza sarà riposta in queste due parole: Aspettare e sperare.” Meraviglioso!
Il conte di Montecristo è, usando una citazione di John Ruskin, un “libro per sempre”, un romanzo indimenticabile da leggere indiscutibilmente. “Lentamente muore … chi non legge” scrive Martha Medeiros nella sua poesia “Ode alla vita”. Non fatevi impressionare dalla poetessa, voi non lettori! Ma se volete un consiglio spegnete per qualche ora la tv e concedetevi il piacere di un buon libro. Se questo racconta poi dell’avvincente storia di Edmond Dantès, del suo coraggio e della sua viscerale determinazione, con molta probabilità vi innamorerete anche voi.