Il 4 Novembre, una data storica per l’Italia. Sono passati più di ottant’anni dalla Prima Guerra Mondiale. Un cammino lungo, durato settant’anni, dalla Prima Guerra d’Indipendenza in avanti. Un percorso difficile, intrapreso da uno dei Regni preunitari e portato a termine con il concorso convinto della popolazione di tutte le regioni d’Italia, mosse dal desiderio di mettere sotto un’unica Bandiera le sorti della penisola. Il 4 novembre diventa così anniversario dell’Unità Nazionale e giornata delle forze armate.
Anche la città di Potenza ha reso onore ieri ai morti di tutte le guerre, in una cerimonia a cui hanno partecipato associazioni combattentistiche e d’armi, autorità civili e militari, i giovani di alcune scuole del capoluogo lucano. L’alzabandiera, l’inno nazionale e la deposizione delle corone sul sepolcro militare hanno segnato l’inizio della commemorazione. Sua eccellenza Agostino Superbo, ha ricordato le numerose guerre spesso dimenticate che sono in atto in tutto il mondo. Il messaggio del sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, ha avuto come filo conduttore il valore del sacrificio dei caduti, che hanno lottato per la Patria e per la libertà. Una lezione da non dimenticare, un ricordo marchiato con il sangue dei tanti militi ignoti. Così come deve essere ricordato il ruolo di tutti coloro che lavorano in Italia per la sicurezza nazionale e all’estero come operatori di pace in tempo di guerra. Ma le parole più significative, lontane dai microfoni e dai palchi, sono state quelle pronunciate dagli appartenenti alle associazioni dei reduci e degli invalidi di guerra, i veri protagonisti di una storia che non deve essere dimenticata, in cui alla paura di morire si doveva rispondere con il coraggio di combattere per la Patria. Nelle testimonianze degli anziani combattenti lucani ritorna con forza la sofferenza, lo spirito di sacrificio, il dolore per quelli che non sono ritornati a casa e il desiderio di dire “mai più la guerra”. Per non disperdere il sacrificio dei caduti di tutte le guerre è necessario tenere sempre accesa la fiamma della memoria e gridare a voce alta “Viva la Patria, viva le forze armate, viva l’Italia unita”.

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