Si è svolto ieri, mercoledì 8 aprile, presso la Sala Congressi dell’IRCCS-CROB di Rionero in Vulture un interessantissimo convegno sulla prevenzione delle patologie oncologiche femminili.
L’incontro, organizzato dal Lions Club International, ha visto la partecipazione degli specialisti dell’Istituto rionerese e di medici provenienti da altri Centri.
L’iniziativa rientra nell’ambito del programma di prevenzione del cancro del collo dell’utero e delle altre patologie da Papillomavirus Umano(HPV) “Il futuro è rosa”, Service medico-scientifico scelto dal Distretto 108YA nella programmazione 2008-2009, che trova nella campagna informativa “Prevenzione donna”, organizzata dalla XII Circoscrizione Lions, un più ampio spazio informativo che aggiunge al tema della prevenzione da HPV quello dello screening preventivo per il tumore mammario.
Erano presenti all’incontro il Direttore Generale dell‘IRCCS-CROB, dott. Rocco Maglietta, il Direttore Amministrativo, dott.ssa Maria Mariani, il Direttore Sanitario, dott. Giovanni Battista Bochicchio e il Presidente Lions XII Circoscrizione, dott. Tommaso Sorrentino. 
Ha introdotto e concluso il convegno il dott. Aldo D’Andrea, Past Governatore del Distretto 108YA, che ha sottolineato l’importanza di questo tipo di incontri, utili per garantire, sia agli “addetti ai lavori” sia ai cittadini-utenti-pazienti, una maggiore sensibilizzazione e una corretta informazione sulle ultime innovazioni riguardanti la prevenzione oncologica. Nel caso specifico la prevenzione del cancro del collo dell’utero e delle altre patologie da Papillomavirus Umano(HPV) e la prevenzione del tumore al seno, le due forme di patologie oncologiche femminili con il più alto tasso di mortalità.
Moderatore del Service la dott.ssa Alba Capobianco, Responsabile DH Oncologia Medica dell’Istituto rionerese e Addetto stampa e comunicazione della XII Circoscrizione del Lions Club, che ha illustrato le tematiche del meeting analizzando il Decalogo Europeo contro il cancro, con particolare attenzione alle patologie oncologiche femminili. La dott.ssa Capobianco ha poi spiegato il perché di un Service sulla prevenzione oncologica da parte del Lions Club, ricordando lo scopo dell’Associazione: “Prodigarsi per il bene civico”. La salute rappresenta senza dubbio il più grande bene civico della società.
La parola è poi passata al dott. Giovanni Gerosolima, Direttore U.O. di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera S.G.Moscati di Avellino e Coordinatore del Service “Il futuro è rosa”, che ha illustrato i punti focali della campagna: informare il maggior numero di donne possibile, in età scolare e non, attraverso conferenze stampa, campagne divulgative su stampa e tv, realizzazione di spot televisivi, realizzazione di broucure e libretti informativi, affinchè conoscano e facciano il vaccino anti-HPV. Il Papilloma Virus è la causa principale dell’insorgenza del cancro all’utero, il vaccino antivirale è in grado di assicurare una protezione dai più diffusi tipi di Papilloma Umano; se a questo si aggiunge il Pap-test si può raggiungere il massimo grado di protezione. Il dott. Gerosolima ha poi ringraziato, a nome di tutto il Distretto Lions, la Direzione Strategica dell’IRCCS-CROB per la collaborazione offerta.
E’ stata poi la volta dell’intervento della dott.ssa Filomena Petrilli, Dirigente Servizio di Ginecologia Oncologica dell’IRCCS di Rionero che ha esposto un’interessante e approfondita relazione dal titolo: “HPV e Carcinoma delle cervie uterina: strategie di combattimento”. Dalla relazione sono emersi importanti dati circa le cause da contagio, gli aspetti clinici della malattia, i sintomi, la prevenzione. In Italia, ogni anno, sono circa 3500 i casi di tumore del collo dell’utero e, nonostante lo screening (Pap-test o esame dello striscio cervicale) abbia diminuito notevolmente l’incidenza e la mortalità per questo tipo di tumore, ancora oggi, ogni giorno, 4-5 donne muoiono in Italia a causa del cancro del collo dell’utero, il più diffuso tumore femminile dopo quello alla mammella. Le principali forme di rischio per questo tipo di tumore, ha spiegato la dott.ssa Petrilli, sono legate principalmente ad un’attività sessuale sregolata e all’età precoce del primo rapporto. Il contagio da HPV avviene principalmente per contatto intimo e non richiede necessariamente rapporti sessuali completi ragion per cui, ha precisato l‘esperta, il condom non garantisce la completa prevenzione dall‘infezione. Il Papillomavirus Umano è estremamente diffuso, si trasmette molto facilmente e può essere del tutto silente; è stato stimato che il 70% delle donne e degli uomini entra in contatto con il virus nel corso della propria vita. Anche se il 40% delle donne che ricevono diagnosi di cancro del collo dell’utero, ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, la maggior parte di loro viene a contatto con il virus molti anni prima, indicativamente tra i 16 e i 25 anni. I principali strumenti di prevenzione sono la vaccinazione e il Pap-test. Il vaccino anti – HP è in grado di proteggere da alcuni dei tipi di Papillomavirus Umano maggiormente diffusi ed è indicato per tutte le ragazze dai 9 ai 26 anni. Il Ministero della Salute ha avviato, a tal proposito, una campagna di vaccinazione gratuita per tutte le ragazze di 12 anni. Il Pap-test, ha spiegato la dott.ssa Petrilli, rappresenta invece il principale strumento di prevenzione secondaria che, unitamente alla vaccinazione, sono in grado di assicurare la massima protezione. Il Pap-test è un esame semplice, indolore e poco costoso che consente la diagnosi precoce delle anomalie delle cellule del collo dell’utero, e quindi, se fatto regolarmente, consente di diagnosticare le lesioni in fase iniziale che possono essere rimosse chirurgicamente o mediante laser. Tale strumento ha ridotto la mortalità da carcinoma delle cervie uterina del 70%.
Si è parlato poi di Diagnostica Senologica con il dott. Aldo Cammarota, Direttore dell’U.O. di Radiologia dell’IRCCS-CROB di Rionero, il quale ha illustrato le metodologie di diagnosi precoce con particolare attenzione alle ultime tecnologie come la TAC mammaria e il sistema VABB. Quest’ultimo sistema permetterà la escissione completa di focolai microcalcifici sospetti per localizzazione neoplastica: in passato tale procedura veniva eseguita in sala operatoria dal chirurgo con macro prelievo e con maggiore disagio per la paziente e maggiori costi per la sanità, in quanto la procedura necessitava di ricovero giornaliero. Altri ritrovati tecnologici per la diagnosi precoce della mammella sono: l’apparecchio di Tomosintesi, una sorta di TAC delle ghiandole mammarie e l’apparecchio di RM dotato di sistema HIFU che sfrutta il calore degli ultrasuoni per il trattamento di alcuni tumori della mammella. Entrambi i sistemi  che l’Istituto ha preventivato di acquistare. Il dott. Cammarota ha poi sottolineato l’importanza di questo tipo di campagne di informazione, grazie alle quali sempre più donne si sottopongono a screening anche senza riscontrare noduli palpabili.
Sempre lo screening mammografico è stato il tema dell’intervento del dott. Vincenzo Barile, Direttore Radiologia – ASP – Potenza, che ha fatto luce sugli aspetti riguardanti l’organizzazione e i sistemi di valutazione. Lo screening mammario in Basilicata – ha spiegato il dott. Barile – è organizzato prevalentemente in unità mobili in grado di  garantire alle quasi 64.000 donne residenti in comuni distanti dai principali centri ospedalieri della Regione, un servizio più rapido, comodo ed efficiente. Le pazienti interessate vengono avvisate precedentemente tramite posta ed hanno la possibilità di usufruire del servizio per due volte; in caso di ulteriori accertamenti, le pazienti vengono contattate telefonicamente. In Basilicata – ha dichiarato il dott. Barile – il messaggio della prevenzione si può dire completamente metabolizzato da tutta la popolazione femminile. Grazie alle campagne di informazione e alla collaborazione dei medici di base sempre più donne si sottopongono a screening mammografici riducendo in questo modo l’insorgere di neoplasie senologiche.
Ultimo intervento del meeting è stato quello del dott. Tommaso Fabrizio, Direttore dell’U.O. di Chirurgia Plastica dell’IRCCS-CROB di Rionero, che ha affrontato il tema della ricostruzione del seno, tematica che è stata analizzata sia dal punto di vista chirurgico sia da quello psicologico. E’ ormai ampiamente dimostrato in Letteratura l’importanza psicologica che riveste la ricostruzione mammaria per le pazienti che devono affrontare la mastectomia e soprattutto le successive terapie complementari, quali la Chemioterapia e la Radioterapia. Il Dott. Fabrizio ha sottolineato l’importanza di offrire “un servizio completo” che comprenda tutti i vari stadi di offerta sanitaria, dalla diagnosi, al supporto psicologico, alla integrazione della morfologia e della funzione compromessa dagli interventi demolitivi fino al follow up delle pazienti che nel passato abbiano subito una mastectomia senza aver fatto una ricostruzione. La ricostruzione può essere eseguita sia con l’ausilio degli impianti protesici sia, nei casi trattati in precedenza con radioterapia, con lembi autologi miocutanei arterializzati e peduncolati. 

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