“É mia assoluta volontà che l’intero palazzo di mia attuale e costante abitazione, nel quale visse e morì il mio adorato e compianto genitore e nel quale si contengono tanti preziosi dipinti, opera di celebrati pittori e tanti libri tutti da me acquistati, riman-ga esclusivamente destinata per uso di Biblioteca e Pinacoteca nel modo come si tro-verà all?epoca del mio decesso. La Pinacoteca e la Biblioteca saranno in perpetuo alloggiate nel detto mio palazzo di abitazione come ora lo sono”.
Grazie a questa affermazione Camillo d’Errico destinava, con il suo testamento, la più grande raccolta d?arte privata del Meridione: 298 magnifiche tele risalenti al periodo dal XVII sec. al XVIII sec., 500 stampe del medesimo periodo, 8.000 volumi delle sua biblioteca e due palazzi prospicienti.
Camillo d’Errico fu uno dei brillanti esponenti della sua famiglia, nobile e antiche o-rigini, proveniente da San Chirico nel Lagonegrese. Sindaco di Palazzo nel periodo postunitario, Camillo favorì il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi concit-tadini con una serie di provvedimenti. Tuttavia egli non fu solamente un valente diri-gente, bensì fu soprattutto un fervente cultore dell’arte e del sapere. La grande raccol-ta dei dipinti da lui allestita si valorizzò grazie alla presenza di notevoli quadri prove-nienti sia dal Castello di Palazzo, sia da Napoli.

In Piazzetta Pascoli a Matera, sul lato sinistro della facciata di Palazzo Lanfranchi, vi è l’accesso ad un interessante ?monumento alla cultura: la Pinacoteca D’Errico.
La pinacoteca annovera tuttora tele pregiate, tra le quali assumono rilevanza alcune pitture del ‘600 che D’Errico acquistò da donna Costanza de Marinis, principessa di Sangro.
Alcune ragguardevoli pitture provengono dalla scuola napoletana di Salvator Rosa, Massimo Stanzioni, Luca Giordano, Micco Spadaro; dalla scuola romana di Guido Reni, Carlo Dolci, Carlo Maratta; dalla scuola bolognese del Guercino e dai fratelli Agostino e Annibale Caracci; dalla scuola fiamminga di Antonio Van Dick, Pieter Brueghel il Vecchio, Pieter Snayers; dalla scuola spagnola di Diego Rodriguez de Silva y Velásquez e josé de Ribera detto lo Spagnoletto.
Immancabili i dipinti delle scuole francese e tedesca. Sono inoltre presenti alcuni di-segni su vetro, piatti dipinti ed opere di autori minori del meridione d’Italia.

La biblioteca contiene circa molteplici volumi, tra i quali spiccano per importanza e pregio stampe e cronache antiche, testi letterari, giuridici e storici, appunti sulla storia delle chiese presi e mai utilizzati; le carte di famiglia ordinate in un archivio ricchis-simo, sventuratamente depauperato dal tempo, dall’incuria e dai numerosi trasferi-menti del materiale.
Attualmente, per iniziativa del comune di Palazzo San Gervasio e dell’ Ente morale ”D’Errico”, è disponibile il Cd Rom ”I tesori della quadreria D’Errico”dove sono state inglobate importanti informazioni artistiche e storiche: un excursus nella storia della Basilicata nel periodo risorgimentale attraverso la vita di Camillo d’Errico, la genesi della collezione e del suo sviluppo e soprattutto una pinacoteca virtuale in grado di consentire lo studio dell?apprezzabile raccolta artistica.
Il Cd Rom è acquistabile on-line, distribuito nelle scuole d’ arte, nei licei artistici e nelle accademie delle belle arti di tutta Italia, nonché in tutte le scuole medie inferiori e superiori della Basilicata.

?L’ auspicio ? scrive in una nota il Comune – è che una dimensione internazionale della vicenda sia da stimolo affinché nel nostro Paese non continui a regnare la legge del più forte ma che, al contrario, si compia un doveroso atto di giustizia nei confronti di Palazzo San Gervasio, ingiustamente privata di una così importante eredità?.

[di Nicola Prete]

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