Il fear of crime come viene chiamato dagli studiosi che si occupano del senso di sicurezza della popolazione, si diffonde a livello del quartiere, si percepisce nella dimensione micro, nella vita quotidiana delle persone che hanno paura di essere rapinate, di subire molestie o violenze, temono di tornare a casa e trovarla svaligiata, temono per i propri bambini, sempre più spesso vittime di pedofili o, semplicemente, di utilizzare il proprio bancomat o la carta di credito nel dubbio che possa essere clonata. Anche se le statistiche dimostrano che gran parte di questi crimini negli ultimi anni evidenzia un trend in diminuzione, il clima dell’opinione pubblica non sembra seguire la stessa tendenza.
Quali reati, quale minaccia.
Dalla rilevazione sulla sicurezza, effettuata anche quest’anno dall’Eurispes, emerge che il timore più diffuso è quello di subire un furto nella propria abitazione: è così per il 38,3% degli italiani. Forte è anche il timore di essere scippati o borseggiati (13,2%) o che venga rubato il proprio motorino o la propria auto (11,4%). Ci si sente meno minacciati da possibili aggressioni fisiche (9%), truffe (9%), rapine (7,4%) o violenze sessuali (6,1%). Al Nord-Ovest e al Centro è maggiore il timore di subire un furto nella propria abitazione: rispettivamente il 41,2% e il 39,6%, contro il 37,3% del Sud, il 37,2% del Nord-Est e il 33,6% delle Isole. Al Centro e al Sud invece si ha più paura di subire il furto dell’automobile/motorino che di essere scippati o borseggiati (rispettivamente il 13,6% contro il 12,4% per il Centro e il 18% contro l’11,1% per il Sud), in queste due aree si registrano, dunque, i valori più alti per questa opzione di risposta. Di contro, essere borseggiati spaventa al Nord-Est (15,6%) e in misura inferiore al Sud (11,1%). Queste due aree condividono i valori più alti rispetto al timore di essere rapinati (10,2% per il Sud e 8,3% per il Nord-Est, rispetto al 6,5% del Centro, al 6% delle Isole, il 5,4% del Nord-Ovest). Nel Nord-Ovest il timore di un’aggressione fisica supera quello di subire il furto del proprio mezzo di trasporto privato (9,2% contro 7,5%), così come per il Nord-Est, in cui la prima risposta è stata fornita dall’11% dei cittadini, la seconda dall’8,3% e per il Sud in cui le percentuali sono 11,2% per l’aggressione fisica e 10,3% per il furto automobile/motorino. Nelle Isole, è molto forte la paura di subire una truffa (15,5%), seconda solo al timore dei ladri in casa. Valori alti sono presenti anche al Centro (11,2%) e al Sud (11,1%). Al Sud e al Centro è meno avvertita la paura di aggressioni fisiche (il 6,6% e l’8,3%, contro una media del 10,5% del resto d’Italia) e per quella di violenze sessuali (per il Sud 2% e per il Centro 4,7%, contro una media nazionale dell’8,1%).
La criminalità attraverso al rappresentazione dei media.
La maggior parte degli italiani (36%) è convita che l’immagine offerta dai mass media sia realistica, al contrario, il 34,8% trova che i toni sui fatti trattati siano allarmistici. Ben il 23,7% è convinto, invece, che il problema venga trattato in modo meno grave rispetto alla realtà.
Le Forze dell’ordine difendono i cittadini?
Per i Carabinieri e la Polizia le frequenze più alte si registrano nell’opzione “buono” (rispettivamente il 44,4% e il 43,4%). Per la Guardia di Finanza, invece, la risposta “mediocre” è quella che presenta il valore più alto (38,6%). Complessivamente, poco più della metà dei cittadini valuta l’operato dei Carabinieri positivamente (52,9%), così come quello della Polizia (50,2%); per la Guardia di Finanza, a prevalere leggermente è una valutazione negativa: il 53,7% degli intervistati si esprime in questo senso. L’insufficienza viene data dal 13,9% dei cittadini ai Carabinieri, dal 14,8% alla Polizia e dal 15,1% alla Guardia di Finanza; mentre l’8,5% assegna la valutazione più alta ai Carabinieri, il 7,1% alla Guardia di Finanza e il 6,8% alla Polizia.
Sicurezza e atteggiamenti razzisti, vanno a braccetto?
L’atteggiamento degli italiani è equilibrato: il 47,6% non rintraccia differenze tra italiani e stranieri nel commettere reati. Nonostante ciò, non è affatto trascurabile la percentuale di coloro i quali pensano che gli stranieri siano i principali autori di crimini in Italia (40,7%). Solo il 6,4% risponde che a commettere reati sono soprattutto gli italiani. La percezione dello straniero come principale autore di reati è diffusa soprattutto nel Nord-Est (52,8%). In generale prevale comunque la posizione neutrale: per il 45,6% nel Nord-Ovest, il 52,1% nel Centro, il 48,4% nel Sud e il 56,9% nelle Isole, italiani e stranieri in egual misura commettono crimini. L’atteggiamento cambia quando viene chiesto se tra gli immigrati che vivono nel nostro Paese ci siano alcune nazionalità più coinvolte nei crimini: il 72% risponde di sì. Solo il 27,4% è convinto del contrario. Più implicati nei crimini sarebbero, secondo l’opinione dei cittadini, i rumeni (54,3%), seguiti dagli albanesi (27,4%) e dai marocchini (6,4%).
La necessità della certezza della pena.
La causa della diffusione della criminalità nel nostro Paese sono le pene poco severe e le scarcerazioni facili: risponde scegliendo questa opzione il 22,9% degli italiani. Il 15,4% pensa che esista una componente di disagio sociale. Diffusa anche l’idea che sia insufficiente la presenza dello Stato (13,2%) e manchi una cultura della legalità (11,4) insieme all’incremento del numero degli immigrati nel nostro Paese (10,6%). Il potere delle organizzazioni criminali (8,2%), la difficile situazione economica (8,3%) e le scarse risorse a disposizione delle Forze dell’ordine (6,6%) vengono individuate come cause con minore frequenza.
Come contrastare la criminalità sicurezza.
Il 35,5% dei cittadini per contrastare la criminalità inasprirebbe le pene. Molti, il 20,7%, rafforzerebbero il dispiegamento delle Forze dell’ordine oppure limiterebbero l’accesso agli immigrati (19,2%). Non manca chi pensa sia bene educare alla legalità le categorie più a rischio (14%).
“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)
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