[Articolo di Nicola Prete]
Multidirezionale il programma: letture di poesie dal volume, interventi di varie autorità e premiazione del concorso per bambini “ Un’immagine per Lavello”. Andando con ordine, si è assistito in primis alla lettura di alcune poesie, ad opera di Lucilla Falcone, in arte cantante, accompagnata dal maestro Chiappinelli al pianoforte. Anche un’ esibizione canora per lei. Da citare una canzone napoletana: il padre della Sibio, scomparso qualche anno fa, e a cui sono dedicate le poesie, era un appassionato del genere.
Di seguito le autorità sono state invitate a salire sul palco e a sedere al tavolo. Il sindaco di Lavello Di Noia, l’ avvocato Fortarezza, Assessore alla cultura, il maestro Foscolo, assessore all’ istruzione, Aldo Cacciatore D’ Andrea, Dirigente scolastico, Antonella Ruggire, Dirigente scolastico anch’ ella, e infine Enzo Mazzarelli, dell’ Associazione Eracle, che si occupa di aiuti ai diversamente abili.
Un intento multidirezionale quindi, che è servito sia all’ amministrazione, per fare il punto sulla cultura odierna a Lavello, sia alla Sibio, che ha raccolto una inevitabile soddisfazione personale, elogiata negli interventi, soprattutto in quello lunghissimo di Cacciatore D’ Andrea. Le poesie, romantiche e vissute, come si addice alla comune idea di poesia, sono state applaudite dal numerosissimo pubblico in sala, e sono state accompagnate nella loro decorazione espressiva da immagini multimediali che mostravano i quadri, bellissimi, di Anna D’ Intronio, madre della Sibio. Quest’ ultima nella quotidianità insegna alla scuola elementare Matteotti. Spiegata quindi la presenza dei Dirigenti scolastici, che ben la conoscevano. Un palco ben addobbato, con fiori, ha celebrato la cultura dandole l’ abito profumato con cui la gente la vede vestita. Bella, sincera, luminosa. La poetessa a volte vive nell’ombra, malvoluta, a volte, per qualche motivo da una società cieca e cattiva. Esistono i moti dell’ animo, e molte volte ci trova a vivere quello che si ha, e capita che, molte volte, non li si esprimano. Quei fiori sono perle anime inquiete, si crede, che non cercano sorrisi, che non vogliono essere capite, perché sanno che non verranno capite.
Sicuri che i versi di un poeta non girano gli occhi dall’ altra parte quando ti parlano, sicuri che ci dicono la verità, li apprezziamo, e li salutiamo con un semplice ciao, come “uno di noi”, lasciando che ci regali il saio delle sue notti invece dell’ importanza dei comportamenti sociali ben vestiti.
La raccolta “Le voci dell’ anima”, aldilà della qualità poetica, alta o bassa che si voglia, esprime quanto di più profondo conserva in sé la Sibio: la morte del padre. E questo fa di lei un’ anima sincera.