Dalla Information Society alla Knowledge Society. Nella sfida della globalizzazione la trasmissione delle conoscenze ha acquisito un’importanza strategica: il capitale intellettuale rappresenta uno degli asset principali della società moderna e ciò risulta tanto più vero quanto più la società è complessa e richiede ai propri membri la capacità di svolgere compiti e attività sofisticate. Proprio la conoscenza rappresenta ormai la terza componente fondamentale dell’impresa, insieme al capitale e alla forza lavoro. In questo contesto, la formazione ha il compito prioritario di rendere possibile una diffusione globale degli strumenti, delle conoscenze e delle abilità che permettono agli individui di comprendere e quindi agire all’interno di una società che si evolve a ritmo veloce. Da questi nuovi bisogni, si sviluppa, diffonde e acquista un’importanza strategica l’e-learning, metodologia formativa che, utilizzando nel processo didattico il personal computer e la Rete, offre uno strumento che dimezza i costi di training, disponibile sempre e ovunque, fruibile “just in time”, rapidamente trasferibile e aggiornabile. Tutti i numeri dell’e-learning. Il settore dell’e-learning in Italia presenta, da ormai quattro anni consecutivi, una crescita continua e si conferma come una opportunità per lo sviluppo dell’intero sistema Paese. La crescita dal 2002 al 2006 è stata costante: nel 2004 la spesa complessiva in attività di e-learning è stata pari a 365,6 milioni di euro con un incremento del 43,9% rispetto al 2003; nell’anno successivo la spesa ha continuato a crescere attestandosi a 411,9 milioni di euro, con un incremento del 12,7% rispetto all’anno precedente. Inoltre, per il 2006 è stata stimata una spesa di circa 479 milioni di euro. L’e-learning rappresenta lo 0,66% della spesa complessiva del comparto ICT (che si attesta sui 62.611.000 di euro): si tratta di un valore ancora basso, ma che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni se si considera che nel 2002 l’incidenza sull’ICT era di appena lo 0,18% (con un valore del mercato dell’ICT pari a 60.206.000 di euro) (Assinform, 2006).

Le imprese oltre a rappresentare la principale fonte della spesa di e-learning, hanno aumentato ulteriormente il proprio peso (da 86,4% nel 2004 e 90,7% nel 2005) confermandosi come il driver fondamentale del mercato: il tasso di crescita della spesa e-learning nelle aziende è addirittura superiore a quello dell’intero comparto (+16% vs +12,7%).

L’Osservatorio Anee-AITech-Assinform ha monitorato nel 2006, i portali delle 77 Università italiane. Il numero delle Università che offrono e-learning, in modalità pura o blended (aula + elearning) è nettamente aumentato passando dal 73% del 2003, all’83% del 2004, all’85% del 2005 e al 92% dello scorso anno accademico. Negli ultimi due anni, inoltre, quasi tutte le Università italiane si sono dotate di una struttura di supporto o di riferimento che si occupa di definire le politiche in tema di formazione mediata dalle tecnologie. Alcune, infine, hanno avviato corsi di laurea o insegnamenti online che si affiancano a quelli tradizionalmente tenuti in aula. Il mondo della scuola, invece, si sta muovendo con un certo ritardo: la situazione è fortemente difforme tra le regioni e non esiste un piano nazionale volto a promuovere l’adozione di questa metodologia didattica. Sono stati realizzati numerosi progetti di formazione sulle tecnologie ICT per i docenti che hanno avuto, però, un impatto relativamente modesto sulle metodologie di insegnamento messe in atto.

Il settore della Pubblica amministrazione appare molto attivo: secondo gli ultimi dati disponibili, il 67% delle P.A. centrali ha fatto ricorso all’e-learning; mentre, per quelle locali, la percentuale scende al 50% per le Regioni, al 20% per le Province e al 25% per i Comuni. Complessivamente, per il 2005, la percentuale di Enti che hanno usufruito di progetti e-learning si assesta al 40%, per un investimento che, rispetto all’anno precedente, aumenta del 26%: le Amministrazioni hanno investito oltre 5,8 milioni di euro per erogare formazione in modalità e-learning a ben 18.500 dipendenti. Oltre a questo, i livelli di soddisfazione registrati risultano complessivamente molto buoni (85%) e anche l’efficacia percepita è decisamente elevata (90%). Questi dati indicano, complici anche le nuove direttive sulla formazione, una forte apertura del Pubblico nei confronti della formazione mediata dalle tecnologie e si accompagnano inoltre a previsioni di diffusione e di spesa dei corsi e-learning in forte crescita, con un aumento del 30% per le prime e del 15% per le seconde.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)

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