Lo spettacolo, realizzato dal Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ in collaborazione con Stoà – Istituto di studi per la Direzione e Gestione d’Impresa, offre un valido esempio di come, di tanto in tanto, i fondi europei non vengano immediatamente smaltiti alla dogana.
Il nome Petramorphosis assume il significato di “forme della pietra”, che diviene l’emblema dell’evoluzione culturale e civile dell’uomo e di modelli di identità culturali. Mentre il sottotitolo di “Viaggio nelle città invisibili” riporta al romanzo di Italo Calvino. Questa volta, però, Marco Polo sono tutti i visitatori che decideranno di intraprendere, nei Sassi di Matera, questo immaginario viaggio in città che rievocano simboli e sentimenti, esplorando le tematiche guida del tempo e dello spazio, finalizzato alla riscoperta della forza evocativa del territorio, inscindibile legame tra uomo e natura.
Al centro dello spettacolare viaggio itinerante, la sinergia delle arti performative del teatro, della danza, della musica e i linguaggi visivi e multimediali. “La sfida di ‘Petramorphosis – Viaggio nelle città invisibili’ – dichiarano gli organizzatori – è tradurre la matrice culturale di questo territorio in un’occasione reale di sviluppo – e ancora di – contribuire alla nascita di nuovi laboratori della creatività perché diventino officine della cultura”. E non manca, tra gli obiettivi, lo sviluppo di un turismo di qualità e la nascita di politiche culturali che gettino le basi per lo sviluppo concreto di un territorio.
Per maggiori informazioni:
http://www.petramorphosis.it/
[Articolo di Pasquale Coretti]