Dalla finanziaria 2008 un occhio benevolo cade anche sulla scottante
questione “Occupazione nel Mezzogiorno” dove, a partire dal 2008 e per
gli anni 2009 e 2010, tutte le aziende che assumeranno lavoratrici o
lavoratori a tempo indeterminato riceveranno un bonus pari a 416 euro
per le donne e 333 euro per gli uomini. Un incentivo sicuramente
notevole che, oltre a produrre nuovi posti di lavoro ed a migliorare la
competitività dell’imprenditoria del Sud, pone l’accento sulla delicata
questione delle pari opportunità. La misura avrà un costo di 200
milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 e dovrebbe
portare a 40-50mila assunzioni.
Il diritto al credito d’imposta decade in 3 casi: se su base annuale il
numero complessivo dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e
determinato, compresi i lavoratori con contratti di lavoro di contenuto
formativo, risulta inferiore o pari al numero complessivo dei
lavoratori dipendenti mediamente occupati nel periodo compreso tra il
1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2007; se i posti di lavoro creati non
sono conservati per un periodo minimo di 3 anni, che scende a 2 anni
nel caso di piccole e medie imprese; se vengano accertate in modo
definitivo violazioni non formali alla normativa fiscale e contributiva
in materia di lavoro dipendente, per le quali sono irrogate sanzioni
non inferiori a 5mila euro, o per violazioni alla normativa sulla
salute e sulla sicurezza dei lavoratori commesse nel periodo di vigenza
di questo articolo (69-bis della Finanziaria per il 2008) o qualora
fossero emanati provvedimenti definitivi della magistratura contro il
datore di lavoro per condotta antisindacale.
Una notizia giunta dall’alto che sicuramente da un po’ di respiro ad un
Mezzogiorno oppresso, dalle continue manovre fiscali e sfiduciato dalla
sofferta situazione politico-economica da cui il nostro Paese sembra
non riuscire ad emergere. Ad uno scenario già precario si aggiunge
anche un rallentamento economico previsto per l’anno venturo, spiega
Unioncamere nello studio dedicato agli Scenari delle economie locali,
dovuto a una somma di fattori: la domanda interna non cresce al ritmo
sperato, con i consumi delle famiglie che aumentano dell’1,7%,
esattamente come quest’anno; mentre le esportazioni e gli investimenti
cresceranno a passo inferiore rispetto al 2007 (+ 2,3% l’export e +1,6%
gli investimenti fissi lordi contro, rispettivamente il + 3,6% e + 3,5%
di quest’anno).
Unioncamere stima infatti un discreto andamento economico 2008 nel
Nord-est e in Sicilia (+1,8%), seguite da Lombardia, Campania e
Sardegna (+1,6%). Nelle zone basse della classifica, insieme a Molise e
Basilicata (-8,8%), c’è anche la Liguria.
Sempre nel Nord-est lo studio riscontra l’andamento più tonico dei
consumi delle famiglie: in particolare, buone le stime per il Veneto,
con consumi familiari visti in aumento del 2,3%, per il Friuli Venezia
Giulia e per l’Emilia Romagna (+ 2,1%). Agli ultimi posti si trovano
invece le Regioni meridionali: Molise (+1%), Sardegna e Basilicata
(+1,1%), Sicilia, Campania, Calabria, Puglia e Abruzzo con un + 1,3%.
Una sfilza di percentuali che in Basilicata gravano maggiormente dopo
la chiusura dell’opificio R.d.b. materano, che ha visto ben 41
lavoratori a spasso. Situazione al limite del sostenibile per il popolo
lucano, che spera in un reale impegno da parte delle Istituzioni nel
voler agire nella maniera più veloce ed efficace possibile per
risollevare le sorti di un Sud su cui grava il peso di un’Italia che fa
male.
[Tatjana La Paglia]