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Le italiane manager della propria casa

Sono queste, infatti, le impressioni immediate dopo la pubblicazione della ricerca della “Road map delle Pari Opportunità”, indagine realizzata da PublicaReS (società del Gruppo Swg) per iniziativa della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome nell’ambito dell’Anno europeo delle pari opportunità per tutti e con il patrocinio della Ministra per la Pari Opportunità Barbara Pollastrini.
L’occupazione femminile italiana registra il 46,3% contro il 57,2% degli altri Stati dell’Unione, 11 punti di distacco dalla media europea. Solo Malta nella Ue allargata a 27 Nazioni, sta peggio del Bel Paese e la strategia di Lisbona impone di raggiungere il 60% entro il 2010. Il governo ha così avviato un percorso inserendo una nota aggiuntiva sull’occupazione femminile al rapporto sullo stato di attuazione degli obiettivi di Lisbona. Un piano – presentato a Palazzo Chigi dal premier Romano Prodi e dai Ministri Emma Bonino, Rosy Bindi, Barbara Pollastrini e Cesare Damiano – che prevede il varo di un ‘Piano d’azione straordinario’, incentivi per i servizi per l’infanzia e per la conciliazione dei tempi di cura e del lavoro, sostegno all’imprenditoria femminile (la legge 215 sarà revisionata), politiche fiscali a favore delle lavoratrici e delle aziende che assumono donne.
Secondo gli esponenti del governo, è la crescita complessiva del Paese ad essere compromessa, soprattutto nel sud dove dal 1993 al 2006 le donne occupate sono cresciute di sole duecentoquindicimila unità, contro il milione e mezzo rilevato nel centro-nord.
Un campanello d’allarme, quindi, per il Capo del Governo Romano Prodi che, pur non potendo vantare nella propria casa una concorrenziale presenza femminile rispetto ad altri Paesi d’Europa (in Parlamento le donne rappresentano il 16,1% degli eletti, mentre al Governo la quota è del 19,2%), si affretta senza troppe difficoltà a fare il punto della situazione definendo questa condizione “desolante”.
È desolante, infatti, dover constatare come uno dei punti forza dello stato di progresso di un Paese venga etichettato come “bollino rosa”, rappresentando l’eccezione che da colore alla storia, e non  come realtà socio-culturale impegnata nella costruzione di uno Stato in rovina.
È desolante come in Italia la donna debba ancora essere messa di fronte alla scelta, coscienziosamente impossibile, fra carriera e famiglia e che in media percepisca, a parità di posizione professionale, tre quarti dello stipendio di un uomo.
Ma ecco che dopo tanta desolazione un segnale positivo sulle pari opportunità, almeno per il Sud, arriva dalla Basilicata, dove la Metapontum Agrobios risulta l’unica azienda lucana inserita nell’elenco delle 36 aziende selezionate dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.

“Un riconoscimento all’attenzione che la Agrobios –  afferma in un comunicato stampa Maria Gallitelli – fin dalla sua nascita ha sempre riservato ai temi delle P.O., grazie anche alla presenza di molte donne all’interno dell’azienda che hanno sempre sollecitato il management e non hanno mai fatto mancare il punto di vista di genere”. “La speranza – conclude Gallitelli – è che Metapontum Agrobios possa implementare le ‘azioni positive’ nei confronti dei suoi dipendenti e che possa rappresentare uno stimolo per il mondo delle imprese lucane affinché introducano modifiche nella propria cultura e comincino a considerare il vantaggio, anche in termini produttivi, della promozione dell’eguaglianza tra uomini e donne nelle loro organizzazioni, la positività e il vantaggio competitivo e non solo i costi, delle politiche di conciliazione”.
Una speranza indubbiamente condivisa, che amplia il suo raggio d’azione all’intero sistema produttivo e politico nazionale, perché se risulta “desolante” trovarsi al penultimo posto della classifica europea per occupazione femminile, è altrettanto desolante vivere in una democrazia occidentalmente compiuta e subire i danni di un arretratezza culturale e sociale che ci mette solo al 48simo posto per la presenza femminile in politica.

[Tatjana La Paglia]