Non accetteremo mai in terra lucana nessun rifiuto o scoria nucleare. Così come non accetteremo che si crei alcuno stato di emergenza nucleare in Basilicata ricollegabile a vicende ed eventi particolari. I calanchi di Ferrandina e Craco furono già indicati in passato come siti ideali per stoccarvi le scorie radioattive (anni Settanta/Ottanta).
Il ministro Bersani ora vuole il sito unico nazionale di scorie nucleari (lo ha chiesto alle regioni italiane): siamo pertanto in attesa di conoscere dal Governo se vi siano in Italia comunità disposte ad accettarlo e se Sogin riuscirà a portare a prato verde tutti gli altri siti italiani. Sarebbe più corretto e coerente, pertanto, che ogni sito conservi i rifiuti radiottivi da esso prodotti evitando di riproporre la “roulette russa” del Deposito Unico delle scorie radioattive, prima di II e poi di III categoria, che significa solo altri rischi dovuti alla movimentazione. Per la Trisaia è da tempo che chiediamo la restituzione delle barre di Elk River ai legittimi proprietari.
La lobby nucleare non trovando proseliti nella discussione democratica cerca ora le emergenze (Scanzano era una di quelle) per raggiungere i propri scopi. Gli affari nelle centrali nucleari in Slovacchia e Romania dell’Enel e il decommissioning russo della Sogin creeranno altri rifiuti nucleari non italiani e insieme con quelli francesi del riprocessamento dovranno confluire in un deposito unico. Rischiamo quindi di riempirci di altri rifiuti di provenienza estera.
Era più ragionevole e meno costoso chiudere il nucleare sistemando in sicurezza le scorie dove si trovavano e utilizzare al meglio i soldi versati in bolletta dagli italiani per il decommissioning.In casa nostra nel centro nucleare di Trisaia quando le barre di Elk River e i rifiuti di III cat. saranno restituite ai legittimi proprietari in America e a sicurezza completata il sito potrebbe essere declassato e riconvertito in facoltà universitaria sull’energia rinnovabile (ma questa è una questione di volontà politica).
La Regione, dal canto suo, anche se dice di essere contraria ad ogni eventuale ipotesi di deposito di scorie in Basilicata non ha fatto molto nei quattro anni del dopo-Scanzano per allontanare i rifiuti americani e sul controllo (monitoraggio ambientale, piano di emergenza, indagine epidemiologica); resta in silenzio sulle questioni legate allo stato del decommissioning nel centro nucleare di Trisaia e non convoca da 10 mesi il Tavolo della Trasparenza.
Inoltre, la nostra regione dopo le scorie di Scanzano (anche se considerata piccola e con pochi abitanti) è sempre al centro di grossi interessi strategici nazionali, vedi il petrolio e il megadeposito di gas da stoccare nel sottosuolo della Val Basento. Ci chiediamo il perché.
[Movimento NoScorie Trisaia]