La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) rigetta al mittente, cioè al responsabile dell’ARPAB, le accuse mosse di “allarmismo” ogni qualvolta la OLA richiama l’applicazione delle leggi che spettano tra l’altro all’Ente Locale, invocando la giusta interpretazione del Decreto Ministeriale n. 60 che, per quanto attiene il PM10, fissa il limite di 50 mg/mc, senza fare alcuna differenza tra le cosiddette “polveri del deserto” ed altre polveri di natura antropica, così come invece continua a fare l’ARPAB. Ragion per cui, accertate alcune situazioni di criticità, l’inquinamento “o c’è o non c’è” ed a nulla valgono le spiegazioni fuorvianti dell’ARPAB per giustificare il superamento dei limiti delle polveri sottili avallando così la convinzione nell’opinione pubblica che non ci sia “peggior sordo di chi non vuol sentire”. E’ giusto rammentare agli esperti ed ai nostri amministratori che nel 2005 a Potenza ci sono stati 41 giorni con valori di Pm10 oltre il limite del 50 mg/mc (…con molti giorni senza monitoraggio); nel 2006 i giorni con il Pm10 fuori i limiti sono stati 60 (…e anche qui molti giorni senza monitoraggio).
A questi superamenti non sono seguiti come prevede la legge, azioni da parte dell’Ente Locale per limitare i rischi per la salute umana, quali la limitazione o il blocco del traffico veicolare. Non solo: la centralina con il “monitoraggio in continuo” di Piazza XVIII Agosto, nello stesso anno, su 284 rilevazioni (l’88% dei giorni dell’anno) ha segnato 41 giorni fuori norma (quasi il 19%). Il monitoraggio e le centraline esistenti delle quali parla l’Arpab fanno parte di un sistema comunque incompleto che presenta a parere della OLA gravi falle. Ad esempio, perché non vengono forniti i dati relativi a siti particolarmente inquinanti? Ai potentini bisogna far sapere se i fumi della Ferriera contengono polveri metalli, di che tipo sono e in che quantità sono presenti; oppure, qual è la quantità di diossina presente nell’aria e quanta se n’è depositata al suolo nei pressi dell’inceneritore di S. Luca Branca, di recente, tra l’altro, interessato da un incendio forse di natura dolosa. Ed inoltre, qual è lo stato di attuazione del monitoraggio ambientale in Val d’Agri che registra gravi ritardi anche a detta dei sindaci? Come mai dopo aver fornito rassicurazioni sulle emissioni e sulla messa a norma del bitumificio di Sant’Angelo Le Fratte, i Carabinieri del NOE avrebbero invece evidenziato gravi inadempienze ed inquinamenti? Alla luce di queste domande, la OLA sollecita la Regione Basilicata ad effettuare una verifica dello stato di attuazione dei piani di monitoraggio nel capoluogo e nell’intero territorio regionale affidato all’ARPAB con l’installazione delle nuove centraline, lo spostamento di alcune di quelle già presenti troppo defilate a Potenza (vedi centralina di Piazza XVIII Agosto, i cui dati non sono pubblicizzati) e l’adozione dei display per quelle più importanti, tra cui, ad esempio, la sostituzione della postazione mobile con una fissa a Rione Murate, interessato da un intenso traffico lungo il senso unico di Via degli Oleandri.
In merito ai dati dell’anno in corso, passando “dal falso allarmismo alla vera pignoleria”, qualche dubbio circa la taratura degli strumenti ci sovviene: perché in presenza, per molte settimane, di un clima favorevole all’accumulo di polveri sottili a Potenza ed in assenza di interventi per limitare il traffico, principale causa dell’inquinamento, si registrano valori molto più bassi degli anni scorsi?. Saranno i venti del Nord a contrastare quelli del Sud?
[di OLA – Organizzazione Lucana Ambientalista]