Le truffe denunciate in Italia dal 2000 al 2003 sono state in costante aumento; il 2004 invece presenta una drastica diminuzione di questa tipologia di reati rispetto al 2003, con valori sempre maggiori rispetto al 2002. Dal 2000 al 2004 è infatti cresciuto il numero delle truffe denunciate e nel 2003 le denunce aumentano del 242% rispetto al 2002, per poi diminuire del 65% nel 2004. Tale aumento non implica, necessariamente, un incremento del reato di truffa, ma può indicare un cambiamento socio-culturale, che induce i raggirati a denunciare anche i crimini minori.
Nella graduatoria regionale l’Abruzzo, con 151 denunce, è la regione con il maggior numero di casi per 100.000 abitanti, seguito dalle Marche con 135 denunce e dalla Liguria con 130. Agli ultimi posti si collocano la Basilicata con soli 81 casi denunciati, il Trentino Alto Adige con 83 e il Lazio con 86.
Nella classifica delle province, Pescara, con 226 querele, è la città in cui si registra il numero più elevato di truffe, seguita da Isernia con 175 casi e Forlì-Cesena con 173. A fine classifica figurano Como con 64 denunce, Reggio Emilia con 71 e Bolzano con 74 truffe denunciate per 100.000 abitanti.
Non si riscontrano sostanziali differenze nelle macro-aree del nostro Paese, in quanto le denunce per truffa nel Meridione rappresentano il 32% del totale nazionale, mentre il restante 68% è equamente ripartito tra il Settentrione e il Centro Italia.
Le truffe agro-alimentari. Dal 2004 al 2005 si registra un calo delle ispezioni effettuate (-1,68%), con una generale diminuzione delle infrazioni amministrative (-6,18%), penali (-28,9%) e delle persone coinvolte (35,59% gli arrestati, -5,75 i segnalati alle Autorità). Contestualmente si è verificato un aumento delle sanzioni (+ 26,47%) e delle quantità sequestrate (quasi 19 milioni di kg e 543 milioni di confezioni in più rispetto al 2004), quindi un aumento del valore totale delle merci confiscate (+6,78%).
Le maggiori quantità di beni sequestrati provengono dai settori: acqua e bibite, conserve alimentari, olii e grassi, vini, alcolici, zuccheri e sofisticanti. Si registrano aumenti nella divisione acque e bibite in cui si è passati dai 1.483 chili sequestrati nel 2004 ai 200.836 chili nel 2005. Sono aumentate anche le confische in altri settori. In particolare nella divisione delle conserve alimentari si è passati dai 64.252 chili sequestrati nel 2004 ai 2.468.879 nel 2005; nel settore degli olii e grassi sono stati confiscati circa 12.000.000 di chili in più; nella categoria dei vini e alcolici si registrano aumenti dei sequestri per 6.700.000 chili. La categoria che ha registrato il maggior aumento percentuale è quella degli zuccheri e sofisticanti, passando dagli scarsi 312 chilogrammi del 2004 ai 131.192 del 2005
Infrazioni penali. È possibile rilevare il numero delle infrazioni penali commesse nelle diverse categorie del biennio considerato (2004-2005). Confrontando i dati relativi ai due anni, si osserva una diminuzione complessiva delle infrazioni penali: delle quasi 12 infrazioni commesse ogni 100 ispezioni del 2004 si scende alle 8,5 del 2005, con una diminuzione percentuale del 27,68%. Fanno eccezione, con variazioni positive, i settori delle conserve (+29,72%), degli olii e dei grassi (+111,24%) e dei vini e alcolici (346,46%). Le categorie in cui nel 2004 si è registrato il maggior numero di infrazioni sono quelle del latte e derivati (circa 41 su 100 ispezioni), dei prodotti ittici (17) e delle divisione carni e allevamenti (più di 14). Le infrazioni commesse nelle altre classi oscillano dalle 3,47 della sezione vini e alcolici alle 11,2 degli alimenti dietetici.
Nel 2005 la situazione cambia e il settore in cui si verifica il maggior numero di infrazioni penali è quello dei vini e alcolici (15,50) seguito da carni e allevamenti (13). Occorre evidenziare, infine, il brusco cambiamento in senso negativo nella categoria vini e alcolici che, nel 2004, occupava l’ultima posizione, mentre nel 2005 domina la classifica con il maggior numero di infrazioni.
Infrazioni amministrative. Per quanto riguarda le infrazioni amministrative, nel periodo preso in considerazione si registra una diminuzione delle infrazioni del 9,24% passando dalle 13,63 del 2004 alle 12,37 del 2005. Nel 2004, nel settore delle farine, pane e pasta è stato rilevato il numero più elevato di infrazioni amministrative rappresentando solo il 42,61% delle infrazioni totali, seguito dal 14,17% della ristorazione, dall’11,11% dell’ambito zuccheri e dolcificanti e del 6,56% della categoria carni e allevamenti. In controtendenza per quanto riguarda le infrazioni amministrative riscontrate, si collocano il settore della ristorazione (48,48% in più), quello degli zuccheri e sofisticanti (29,04% in più) e quello dei vini e alcolici (19,47% in più).
Truffe su Internet. Un tipo di truffa messa in atto su Internet è la frode di identità realizzata con un uso improprio delle informazioni personali rilasciate sui siti visitati. Questo tipo di dati può essere facilmente utilizzato da truffatori per accedere a prestiti, acquistare beni on line, prelevare indebitamente denaro dal conto della vittima. Lo strumento maggiormente utilizzato per frodare chi naviga sul Web è l’e-mail. Rientra nelle truffe di identità, ma si realizza tramite messaggi di posta elettronica e il phishing. Si tratta di una e-mail che riproduce il layout dei messaggi di posta elettronica di banche, assicurazioni, e spacciandosi per tali, richiedono l’invio di dati personali, numeri di conto corrente, oppure password. La truffa in cui è più facile incappare durante la navigazione in web è quella effettuata con i dialer, ovvero programmi eseguibili (quelli con estensione .EXE), che si attivano al momento del download comportando connessioni a pagamento che si impongono come predefinite nelle impostazioni del computer. Tali programmi si trovano su siti che permettono di scaricare filmati, loghi, suonerie e file mp3 frequentati maggiormente da ragazzi di giovane età.
Le contraffazioni in Europa. Una ricerca della Commissione Europea sulle contraffazioni mostra in Italia e all’estero, una forte crescita del numero degli articoli sequestrati tra il 2001 e il 2004 (quasi 20 milioni in più). In particolare nel nostro Paese, il numero dei sequesti è salito vertiginosamente dai 2,3 milioni del 2001 ai quasi 36 milioni del 2002. I sequestri sono scesi nel 2003 a 7,7 milioni, per risalire nel 2004 a 22 milioni di articoli sequestrati.
In Europa, tra il 2004 e il 2005 si registra un aumento dei casi di contraffazione del 20% (dai 22.311 del 2004 ai 26.704 del 2005), e una diminuzione del numero di articoli sequestrati del 27%.
Gli articoli più contraffatti sono quelli appartenenti al settore dei tabacchi, seguito da quello dei vestiti e accessori e dai supporti magnetici di registrazione (cd, dvd, e video-musicassette).
Per alcune tipologie di prodotti alle perdite economiche si affiancano i possibili problemi causati alla salute: nel 2005 in Europa sono stati più di 500mila i medicinali sequestrati e i cibi e le bevande contraffatte rappresentano il 7% del totale dei sequestri.
Nel 2005 sono aumentati i casi di contraffazione che coinvolgono la Malesia (+33%) e la Cina (+27%). Significativi decrementi si registrano invece per la Thailandia con il 50% in meno dei casi di contraffazione.. Per Hon Kong, la Turchia e gli Usa non si registrano variazioni. Nel passaggio dal 2004 al 2005 gli articoli contraffatti sequestrati di origine cinese hanno avuto un incremento del 19%, le merci provenienti dagli Emirati Arabi registrano un aumento del 33%, mentre i prodotti sottoposti a sequestro arrivati dall’India subiscono un calo del 43%. La voce “altri” registra un calo degli articoli sequestrati di 26 punti percentuali.
Nel 2004 l’incidenza della produzione contraffatta cinese nel resto d’Europa si attestava al 30%, mentre in Italia si è arrivati a toccare quota 72%. Minore invece la contraffazione di beni provenienti dalla Thailandia rispetto al resto d’Europa (8% dell’Italia contro il 20% europeo).
Le marche maggiormente contraffatte sono quelle legate al mondo della moda e dello sport: il 21% degli articoli non originali è etichettato Nike, seguito dal 10% dei prodotti del marchio Vuitton, condividono un 5% Adidas e Dior, 4% Nokia, 3% Sisvel.
L’Italia ha un triste primato per numero di prodotti sequestrati nei diversi Stati dell’Unione europea: nel 2004 era la nazione con il più alto numero di articoli sequestrati, circa 22 milioni, che, dimezzandosi nel 2005, l’hanno fatta scendere al terzo posto della classifica, preceduta dalla Germania con quasi 15 milioni di prodotti confiscati e dal Belgio con i suoi 15 milioni e mezzo. Agli ultimi posti si collocano Cipro e Danimarca.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)

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