La recente autorizzazione regionale consente alla Semataf di movimentare e trattare “esclusivamente” i fanghi, i rifiuti di origine industriale e quelli delle perforazioni petrolifere prodotti in Basilicata, facendo divieto di “smaltire o stoccare, anche in via provvisoria, rifiuti provenienti da altre regioni o nazioni” in base all’art. 1 della Legge Regionale n. 59/1995. Vengono inoltre stabilite limitazioni ambientali con l’uso delle “Migliori Tecnologie Disponibili” secondo le definizioni in voga, atte a tranquillizzare i cittadini sulla non pericolosità della movimentazione e stoccaggio in Basilicata su questo tipo di rifiuti .

La relazione ambientale allegata al provvedimento regionale definisce l’impianto “innovativo rispetto a quello esistente che dovrà essere smantellato e totalmente sostituito da quello tecnologicamente più avanzato, a servizio del quale rimarranno unicamente le vecchie vasche di stoccaggio dei fanghi. I nuovi impianti di inertizzazione e stabilizzazione dei fanghi (potenzialità 12 tonnellate/ora) e di trattamento e selezione (30 tonnellate/ora)” faranno della piattaforma di rifiuti di Guardia Perticara una delle più grandi ed efficienti oggi esistenti in Italia e forse in Europa. Essa dovrà smaltire i rifiuti petroliferi prodotti dall’Eni e dalla Total in Basilicata; un gravoso fardello ed un’ eredità che il petrolio lascia ai Lucani, nonostante la devastazione chimica della Val Basento e l’assenza del “monitoraggi pubblici” dell’aria, del suolo e dell’acqua.

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) paventa il rischio che i rifiuti della Val Basento dichiarata “Sito di Interesse Nazionale da caratterizzare e bonificare, possano essere “traslati” o deviati verso la Valle del Sauro (ma anche in Val d’Agri dove opera a Paterno un’altro impianto simile gestito dalla Società Eco-Geo Drilling). Ciò a causa dell’impossibilità di continuare a smaltire in Val Basento i rifiuti chimici di provenienza extraregionali, stimati in 351mila tonnellate annue di reflui industriali pari a 3,5 milioni di tonnellate negli ultimi 10 anni, il cui smaltimento in Val Basento avviene grazie alle deroghe concesse dalla Regione Basilicata alla società Tecnoparco in base alla Legge Regionale n. 59/95 che procurano alla società notevoli volumi d’affari.

La OLA, nel richiedere alla Regione Basilicata ed all’Assessore all’Ambiente, Tutela del Territorio e Politiche della Sostenibilità, Vincenzo Santochirico, l’urgente sospensione delle deroghe per l’importazione di rifiuti industriali extraregionali che potrebbe ingenerare anche fenomeni illegali e incontrollati di smaltimento, così come testimonia purtroppo il caso della Val Basento, invita i cittadini residenti nelle valli del Sauro e della Val d’Agri alla massima vigilanza al fine di tutelare l’ambiente e la propria salute, già duramente compromessi in Val Basento.

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