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[ ANNO III – AGOSTO 2007 – NUMERO 32 ] DA RYANAIR AD IKEA: LA SOCIETÀ LOW COST

Nel 2005 il volume complessivo di acquisti on line a livello globale è di 3 miliardi di euro, ben 10 volte superiore al volume di affari stimato nel 2000 intorno ai 300 milioni di euro. Internet, spesso, diventa anche agenzia di viaggio con numerose offerte convenienti: da solo il settore turistico raggiunge il 43% dell’intero e-commerce italiano con i suoi 1,2 miliardi di euro con una crescita, stimata per il 2006, pari a oltre 1,5 miliardi di euro.
Il turismo si conferma come il più grande settore dell’e-commerce italiano con una crescita continua che dal 27% del 2003 ha raggiunto quota 43% nel 2005, merito anche dell’ingresso nel mercato italiano delle tre principali agenzie di viaggi on line mondiali: Lastminute, Expedia (presenti in Italia già dal biennio 2000-2001) ed Opodo.
Sfruttando la crescita di questo mercato, da giugno 2004 Volagratis.it introduce una importante novità, presentandosi come motore di ricerca per i voli low cost: si possono così acquistare voli in tutto il mondo interrogando un database di 100 compagnie low cost. Il numero di accessi mensili al sito è stato di circa 300.000 nel corso del 2005.
Per quanto riguarda i vettori low cost europei, l’offerta in Italia è coperta dalla Ryanair per il 18,6% (Gli altri vettori low cost coprono insieme il 12,2% del mercato aereo), con 71 rotte europee e 4 nazionali, un numero di passeggeri quasi decuplicato passato da 3,9 milioni di passeggeri nel 1998 dopo la deregolamentazione dei cieli europei ad oltre 38 milioni di passeggeri trasportati fino ad agosto 2006. Attualmente il mercato italiano è il più importante per numero di passeggeri dopo quello del Regno Unito, con un tasso di crescita superiore alla media europea.
Il mercato delle no frills companies. Viaggiatori instancabili, globe-trotter, adolescenti on the road: sono sempre di più le persone che scelgono di spostarsi all’insegna del prezzo stracciato rinunciando a qualche comfort.
La compagnia aerea irlandese Ryanair ha segnato un turning point epocale: ha democratizzato il mercato. Nel giro di pochi anni il suo esempio è stato seguito da innumerevoli compagnie low cost che gradualmente hanno cercato di sottrarle (invano) quote di mercato; in tal modo la capacità di trasporto delle compagnie low cost è più che raddoppiata in soli 4 anni. Nel settembre 2006 tali compagnie hanno calcolato più di 46 milioni di posti prenotati sugli oltre 323.000 voli, rispetto ai 22 milioni di posti su 169.000 voli nel settembre 2002.
Il volume dei voli low cost in tutta Europa è in crescita con 15.000 voli in più (con un incremento del 18%) di anno in anno.
In Italia, dal luglio 2003 al febbraio 2006 la percentuale di voli low cost sulle tratte interne è aumentata di 11,3 punti percentuali mentre sulle tratte europee l’incremento è stato di 10,6 punti percentuali. Rispetto alla media europea dei vari paesi, dunque, l’Italia presenta una percentuale nettamente maggiore, il che indica il successo che le compagnie a basso costo hanno raggiunto nel nostro Paese soprattutto per quel che riguarda le tratte da e per l’Europa.
Turisti italiani “senza fronzoli”. Quasi la metà degli italiani che scelgono destinazioni di vacanza al di fuori dei confini nazionali ha scelto nel 2005 l’aereo come mezzo di trasporto (+6,6% la variazione nel 2004-2005). Per il 2006 l’Osservatorio Volagratis ha stimato che 1 su 5 dei voli dell’estate 2006 è stato su una compagnia a basso costo.
Per quanto riguarda il profilo dell’utente medio, più della metà degli utenti del low cost (il 54%) ha un’età compresa tra 31 e 54 anni, inoltre l’80% viaggia per piacere e solo il 20% per motivi d’affari. La maggior parte proviene dalla Lombardia (24,5%), dal Lazio (12,2%), dal Veneto (11,7%).
Roma da sola copre un’area piuttosto estesa, il 24% delle destinazioni europee, e il 65% di questa capacità è coperta dal solo scalo di Ciampino, con vettore Ryanair. Milano copre il 21,8% delle destinazioni low cost europee: di questi il 62% partono da Orio al Serio, il 32% da Malpensa e solo il 7% da Linate. I vettori più importanti sono Ryanair (37% dei voli, tutti da Orio al Serio) e Easyjet (21%, in prevalenza da Malpensa). Venezia, infine, copre un’area piuttosto limitata rispetto ai principali scali a basso costo con 28 destinazioni, il 36% delle quali coperte ancora una volta dalla Ryanair, seguita da Easyjet e Hapag-Lloyd Express.
Le destinazioni europee preferite sono: Regno Unito (30,3%), Spagna (17,6%), Germania (13,3), Francia (8,7%) ed Olanda (7,1%).
Couch surfing: scroccare la vacanza sul divano di uno sconosciuto. Una soluzione ancora più a basso costo è quella offerta dal sito couchsurfing.com, dove “couch” sta per divano; e sulle poltrone generalmente si accomodano i turisti-ospiti, perfetti sconosciti che, iscritti semplicemente al sito, hanno la possibilità di “surfare” da un divano all’altro. In questo modo è possibile viaggiare a costo zero, conoscere paesi di tutto il mondo, stringere nuove amicizie. In cambio si offrono la disponibilità per lavori di casa, la preparazione di piatti tipici della propria nazione e la promessa di ricambiare l’ospitalità.
Il sito nasce nel 2004 con 6.346 iscritti, oggi si contano 210 paesi e 134.853 iscritti di cui 5.593 in Italia. L’età media del couchsurfer è 25 anni (43,5% con una età compresa tra 18 e 24 anni, 24,6% tra 25 e 29 anni, 10,8% tra 30 e 34 anni), ma ci sono anche 102 iscritti (0,1% del totale) tra i 70 e i 79 anni e 20 iscritti tra gli 80 e gli 89 anni. Il 52% degli iscritti sono maschi, mentre il 34,4% sono donne. I paesi più ospitali sono: Stati Uniti con più di 33mila iscritti (25% del totale); l’Italia figura soltanto al sesto posto con il 4,1% degli iscritti; ci sono iscritti persino in Iraq (8) ed in Afghanistan (10) (Dati ufficiali dal sito www.couchsurfing.com ). I couchsurfer sono riusciti a creare una comunità virtuale in cui ciascuno di loro dà una breve descrizione di se stesso, spesso aggiungendo una propria foto, inserisce commenti di viaggio e magari sceglie la mèta delle proprie vacanze, selezionando volti e profili degli utenti.
Fai-da-te ikea: ovvero l’arredo low cost. 13 punti vendita in Italia, 14 se si considera anche quella di prossima apertura a Bari nel febbraio 2007. Il colosso Ikea ha 247 punti vendita in 34 nazioni, fatturando 17,3 miliardi di euro nell’anno finanziario 2006, 1,1 miliardo di euro soltanto in Italia con un incremento del 24,3% ed una quota di mercato del 5,1%. Fatto 100 nel 1994, l’indice dei prezzi al consumo arriverà a 134,4 nel 2007 contro l’88,5 del catalogo Ikea. Nel settembre 2005 la riduzione media del costo dei prodotti è stata del 5,3% con investimenti per 57 milioni di euro. A settembre 2006 la politica di tagli al listino continua: -2% con un investimento di circa 23 milioni.
Il 43% degli italiani che visitano Ikea è laureato, età media 40 anni, il 72% ha una casa di proprietà.
VoIP, la frontiera della comunicazione low cost. Il protocollo VoIP permette di telefonare via Internet tagliando nettamente i costi della bolletta. Circa il 4% dei consumatori italiani ha utilizzato chiamate via Internet nel corso del 2006, utilizzando, tra i vari programmi, il più noto Skype che conta 140 milioni di utenti registrati. Da settembre 2005 a oggi gli utenti sono letteralmente raddoppiati: da 57 ad oltre 100 milioni. Inoltre, Skype consente telefonate illimitate in tutto il mondo: a costo zero se la telefonata è da Pc a Pc; oppure spendendo 0,017 centesimi di euro al minuto (Iva inclusa) se si chiama un telefono fisso, esclusi naturalmente i costi di connessione alla rete Internet.
I consumi della famiglia low cost: dall’outlet al discount alimentare. Pur rimanendo alta la percentuale delle famiglie (media 76,5%) che acquista prodotti a marchio commerciale, oltre la metà (media 53,8%) fa i propri acquisti negli hard discount almeno una volta al mese, mentre una percentuale più alta (media 57%) si rivolge ai mercati rionali per i propri acquisti (Confcommercio).
Per quanto concerne le spese per l’abbigliamento, ampio consenso presso le famiglie hanno trovato i factory outlet, soprattutto dopo l’apertura dei primi punti vendita nel 1996 ad Aosta e Bergamo. Fino ad aprile 2006 si contano 18 outlet di un certo rilievo in tutta Italia, dislocati prevalentemente nel Nord e nel Centro, mentre è esigua la presenza al Sud, se si esclude quello di Molfetta (BA).

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)