La mobilità, soprattutto quella attraverso la rete stradale, mostra due peculiarità che sono due facce della stessa medaglia: sono un’opportunità, ma allo stesso tempo un rischio, sia per se stessi che per gli altri. Tali interconnessioni la collocano in un quadro, intenzionale e funzionale, di responsabilità e reciprocità.
La Commissione delle Comunità Europee ha proposto al riguardo un programma di azione in materia di ambiente urbano, esplicitato lungo quattro linee principali della sostenibilità riguardo ai seguenti aspetti: gestione urbana; trasposto urbano; edilizia urbana; progettazione urbana.
Vi è nel documento un forte richiamo alle autorità locali che svolgono un ruolo decisivo nel miglioramento dell’ambiente urbano, affinchè siano adottate soluzioni “su misura”, dal momento che le realtà territoriali presentano non poche differenze, sia dal punto di vista geografico sia da quello amministrativo e politico.
Il mobility manager. Ad oggi in Italia i mobility manager attivi sono 631, ma sarebbe necessario introdurne, sia per aziende pubbliche che private, un numero di circa 4.500 responsabili.
La figura del Mobility manager (responsabile della mobilità aziendale) nasce negli anni Novanta in alcuni paesi europei quali l’Olanda, il Belgio, la Gran Bretagna e la Svizzera, ed è istituita allo scopo di coinvolgere le aziende ed i lavoratori per individuare modalità di spostamenti alternativi all’uso dell’auto privata, ottimizzando i movimenti casa-lavoro con tipi di viaggi sostenibili dal punto di vista della mobilità.
Il Car Pooling permette la condivisione dell’auto privata da parte di più persone, le quali decidono di mettere a disposizione il proprio mezzo o di essere passeggeri sul veicolo di un altro guidatore, nel caso in cui i tragitti casa-lavoro abbiano origine e destinazione uguali o molto ravvicinate. Molte aziende ed uffici pubblici hanno creato all’interno del proprio sistema di rete delle bacheche virtuali, con programmi di ricerca appositi, alle quali i lavoratori possono accedere per offrire un posto sulla propria auto o per mettersi a disposizione di chi stia cercando un collega con cui condividere il tragitto come passeggero.
I vantaggi ottenuti sono molti e riguardano diversi ambiti: quello sociale, con la riduzione della congestione da traffico, la diminuzione degli incidenti stradali e quindi anche una riduzione dei tempi di trasporto; quello ambientale naturalmente, con un contenimento delle emissioni inquinanti nell’atmosfera; quello dell’utente car-pooler, che risparmia economicamente ed in termini di stress psico-fisico e, perché no, che beneficia di occasioni di socializzazione. I vantaggi sono anche per l’azienda che promuove il car pooling per i suoi dipendenti in termini di parcheggi, utilizzabili come spzi a servizio dell’ente, e di immagine, inquanto pone attenzione alle tematiche ambientali.
Il Car Sharing è un servizio di mobilità innovativo che consente ai propri utenti di accedere, ogni volta che ne facciano richiesta e compatibilmente con le disponibilità del gestore, ad una flotta di veicoli situati su diverse aree di parcheggio, in prossimità di residenze o di importanti nodi di rete di trasporto pubblico. Gli utenti interessati ed abbonati al servizio possono usufruire di un’auto per il tempo necessario (compresi tempi molto brevi, ad esempio un’ora).
In base alla distribuzione delle tessere per gli abbonamenti, nel 2005 sono stati stimati 4.092 utenti del Car Sharing, tuttavia le persone fisiche che hanno usufruito del servizio sono sicuramente più numerose (circa 5.500). Questo perché il titolare dell’abbonamento è la società che consente anche a più di un dipendente di usufruire del servizio. L’utente medio è generalmente di sesso maschile (62% contro il 38% delle donne), di età compresa tra i 25 e i 54 anni e, per lo più, lavoratore o libero professionista; in minoranza sono gli utenti senza occupazione, autonomi o imprenditori. La fascia d’età 35-44 anni è quella che utilizza maggiormente tale servizio (oltre il 30% dei fruitori del servizio). Per quanto concerne il titolo di studio, la gran parte degli utenti è costituita dai diplomati delle scuole medie superiori (47,8%).
Nel periodo che va dal 2002 al 2005, la città italiana con maggiore consenso sul Car Sharing è stata Venezia con 1.361 utenze ma con sole 31 auto e 6 parcheggi; segue Torino con 1.061 utenze, ben 77 automobili a disposizione e 43 parcheggi; poco dietro Bologna con 1.030 utenze, 36 automobili e 22 parcheggi; più arretrata Genova con 833 utenze ma con ben 41 automobili e 24 parcheggi; Rimini segue con 494 utenze, solo 9 automobili e 17 parcheggi; terzultima Firenze a quota 285 utenti, 17 automobili e 15 parcheggi; molto arretrata Roma con soli 189 utenti, 10 automobili e 9 parcheggi; fanalino di coda Modena con 180 utenti, 13 automobili e 13 parcheggi.
Gli ITS (IntelligetTransport System): un approccio intelligente alla mobilità. I sistemi di trasporto intelligente (ITS – Intelligent Transport Systems) comprendono l’insieme delle procedure e dispositivi che, attraverso la raccolta e la distribuzione delle informazioni, consentono di migliorare il trasporto e la mobilità delle persone e delle merci nonché la verifica e la quantificazione dei risultati raggiunti. Gli ITS contemplano l’impiego di una vasta gamma di tecnologie: quelle dell’informazione e della comunicazione, la telematica, i sistemi di traffic management e quelli di navigazione e posizionamento satellitare.
Le tecnologie più diffuse per la comunicazione sono i sistemi radio a corto e medio raggio e la telefonia mobile, il cui livello di precisione dell’informazione, tuttavia, non è ancora paragonabile ai sistemi di tipo satellitare. A questo proposito si assiste comunque ad un’evoluzione, che vede il passaggio dal ricorso a sistemi basati su ponti radio, con la sperimentazione di soluzioni che prevedono l’uso di frequenze libere (è il caso, ad esempio, dell’ATM di Alessandria), a soluzioni basate sull’uso della telefonia mobile.
La situazione in Italia e la diffusione della telematica nelle aziende di TPL. Sistemi ITS per la gestione del traffico e della mobilità sono attivi in numerose città italiane (tra cui Roma, Torino, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Perugia, Napoli, Brescia, Salerno, etc.) e la quasi totalità delle aziende di trasporto pubblico locale ha adottato o intende adottare nel breve periodo sistemi telematici per l’esercizio e lo sviluppo dei servizi, con l’obiettivo di incrementarne la qualità e aumentare la soddisfazione degli utenti.
In un orizzonte di breve e medio periodo, secondo le previsioni delle Amministrazioni comunali, gli investimenti nel settore degli ITS cresceranno con un aumento medio annuo del 14,1% tra il 2003 e il 2005 e del 6,8% tra il 2005 e il 2009.
“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)