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Lavello: Di Noia scrive nuovamente alla cittadinanza

Vi è sì l’ accusa ai poteri politici che hanno deciso, per colpa dei “soliti ignoti”, a suo dire, di mandarlo a casa, ma vi è altresì il personale saluto a tutti. I DS  hanno, come scritto nella lettera, boicottato i problemi amministrativi per 8 mesi su 13, “limitando e condizionando (anche con il ricatto) l’ azione del resto dell’ amministrazione”, come scrive Di Noia.
Dal canto suo, ribadisce l’ impegno profuso nella gestione del Comune dauno, l’ intraprendenza, fatta di idee nuove, di progetti, che qualcuno ha deciso di boicottare. Nonostante ciò, Di Noia non può non evidenziare le “sue conquiste”, cioè il 118 e il finanziamento per il Casale, zona, si ricorda, colpita dal disastro idrogeologico.

Il Piano Urbanistico, tra le altre cose è stato a suo dire, solo un pretesto per far fallire questa Giunta. Questione di poltrone, sostiene Di Noia, quella che ha fatto voltare le spalle al Sindaco da parte dei DS e della Margherita, spinti da interessi più partitici comunitari. Colpa della Giunta, a suo dire, è stata quella di avere voluto collaborare fianco a fianco del Sindaco, sostenendolo. Evidentemente questa sintonia amministrativa non è servita a mantenere il giusto equilibrio politico tra le forze di maggioranza, viste le scissioni al suo interno. Questione di poltrone…Intanto, quello che è certo, è che l’ estate 2007 a Lavello, non è diversa da molte altre: sterile, sterile, e ancora sterile! Nei paesi vicini vi sono festival di vario tipo, Artisti di Strada, festival del Cabaret, e non è solo una fugace manifestazione di impegno verso la collettività, un risarcimento, ma una tendenza che a Lavello è sempre mancata.

L’ edilizia è un settore molto fertile, certo, l’ economia è sviluppata, il centro stesso, urbanisticamente parlando, non ha nulla da invidiare a nessuno. Ma manca qualcosa, e se un adolescente è educato a vestire Dolce&Gabbana per apparire quello che deve, bhe, non resta che augurarsi una nuova giovenca che porti nuove norme a Lavello, dopo quella che portò le ossa del Santo patrono. Appunto, fantascienza… I commedianti la fanno da padroni, come sosteneva Nietzche, e se è vero che nessuno pecca volontariamente, come sosteneva Socrate, non ci resta che andare avanti ciecamente verso l’ ennesimo round, poiché qui tutto sembra essere sempre uguale a se stesso. Non è detto, però, che siccome la situazione è sempre la stessa, si debba ignorarlo. Anzi, il coraggio è nella volontà di farsi carico di questo destino, almeno così si eviterà il solito cliché dell’ uomo comune che accusa gli oscuri “poteri forti” e del politico invaso da finti sensi di colpa.

Certo, i problemi seri vengono prima di ogni intrattenimento, ma, come insegnano gli Americani, l’ intrattenimento è il frutto indispensabile di un popolo sazio, un surplus. Se a un albero manca la radice, però, la pianta non cresce. L’ illusione data dalle belle parole, usate come strumento, vuote di significato, svanisce, e anche i maghi più potenti debbono riposarsi dai loro prestigi: non si può mentire per sempre ( cosa che si è sempre rinfacciata ai politici ), poiché esistono cose che non possono venir gestite e manipolate, come ad esempio l’ inconscio collettivo simbolico, che nessuna demagogia può modificare. L’ emozione collettiva sarà la rovina dell’ homo politicus…Il Festival del Cabaret si è già tenuto a Lavello, ma nessuno ne ha potuto ridere.

[Articolo di Mattia Tufariello]