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[ ANNO III – LUGLIO 2007 – NUMERO 27 ] LA PERCEZIONE DEGLI ITALIANI SUL TEMA DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA

L’Eurispes ha sondato l’atteggiamento e l’opinione degli italiani sul tema della fecondazione assistita e della ricerca sulle cellule staminali. Dall’indagine emerge un orientamento positivo degli italiani verso le ricerche e le applicazioni biotecnologiche in campo medico.
Il 73,8% ritiene legittimo il ricorso a tecniche di fecondazione assistita in laboratorio per quelle coppie che non riescono ad avere figli naturalmente, mentre solo il 20,4% è contrario.
In particolare le donne si dichiarano più propense a ricorrere alla fecondazione assistita (76,1% vs 71,3% degli uomini), e dimostrano di avere le idee chiare in proposito: infatti solo il 4% di esse non risponde al quesito. Tuttavia gli uomini non sono affatto disinteressati al tema (solo il 7,7% di essi non sa o non risponde), nè sono contrari a servirsi di questa tecnica riproduttiva: infatti solo il 21% degli appartenenti al sesso maschile esprime un giudizio negativo in proposito, contro il 19,9% delle donne.
Gli elettori di centro-sinistra hanno un atteggiamento più permissivo: l’84,1% è favorevole alla fecondazione assistita, mentre chi si colloca nel centro-destra e al centro esprime orientamenti più restrittivi e i contrari a tale pratica sono, rispettivamente, il 28,3% e il 26,7% del totale.
Rispetto all’area geografica di appartenenza evidenziano un atteggiamento più favorevole i residenti nel Centro Italia (79,8%) nel Sud e nelle Isole (75,7%). Il dissenso maggiore per le tecniche di fecondazione assistita viene manifestato dai cittadini del Nord Italia: infatti il 25,8% si dichiara contrario a ricorrere a tali tecniche, percentuale contenuta ma comunque superiore alla media nazionale, pari al 20,4%.
Clonazione terapeutica. Quasi il 74% degli italiani è a conoscenza delle problematiche relative alla clonazione terapeutica. Solo il 17,7% ignora l’argomento, mentre il 9% del campione non ha un’opinione in proposito.
Nel Paese la conoscenza di questo tema è pittosto diffusa. I cittadini del Centro Italia dimostrano di essere i più informati sulle problematiche inerenti la clonazione (76,2%), seguiti dai residenti nel Sud (72,9%), e nel Nord (72,2 %) che hanno una minore familiarità con l’argomento.
Tra quanti sono informati su questa tecnica, il 61,5% si dichiara favorevole al suo impiego, il 29,8% contrario. Le mancate risposte si attestano all’8,7%.
L’appartenenza politica agisce come fattore discriminante nei giudizi: infatti la collocazione nell’area politica di centro-destra determina un atteggiamento negativo verso la clonazione terapeutica (39,6% di pareri contrari), mentre una collocazione politica nell’area di centro-sinistra si identifica con una maggiore apertura nei confronti delle tecniche di clonazione terapeutica (all’interno di quest’area si registrano il 69,6% di giudizi favorevoli e il 21% di contrari).
Gli abitanti del Sud e delle Isole sono meno favorevoli alla clonazione terapeutica (56,1%) rispetto ai residenti del Nord e del Centro Italia che, rispettivamente nel 64,9% e nel 63,9% dei casi, sono favorevoli all’impiego di questa tecnica.
Le cellule staminali e la donazione del midollo osseo. Per quanto riguarda la fonte di staminali emopoietiche (cioè prelevate dal sangue e non dal midollo osseo) nel 2005 si sono registrati oltre 11.700 nuovi donatori, con un’età media di 29 anni e quasi equamente distribuiti nei due sessi (51% femmine, 49% maschi). Le regioni con il maggior numero di iscritti nel corso 2005 sono la Lombardia (2.142), il Veneto (1.464), il Piemonte (1.146), l’Emilia Romagna (1.095) e la Sardegna (1.094). In totale i donatori registrati sono 342.270.
La donazione del cordone ombelicale. Se il trapianto di midollo esige una compatibilità del 100% tra donatore e recettore, per il sangue del cordone ombelicale è sufficiente una compatibilità del 70%, il che aumenta notevolmente la possibilità di trovare un donatore. In Italia sono attive 16 banche che conservano e distribuiscono unità di sangue del cordone ombelicale: al 31 dicembre 2005 le unità conservate su tutto il territorio nazionale sono state 37.298.
La fecondazione assistita: la dimensione della sterilità. In Italia circa 50.000 coppie ogni anno ricorrono alla fecondazione artificiale e sono 7.000 i bambini nati in provetta. Due le tecniche più utilizzate: la tradizionale Fivet (Fertilizzazione in vitro e trasferimento degli embrioni) e la più moderna Icsi (Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo).
Il tasso di fecondità, sceso a 1,21 bambini in media per donna in età feconda, mette sempre più in crisi lo stesso ricambio generazionale, anche a fronte di un tasso di natalità sempre più basso. Si calcola che l’infertilità colpisca il 15% della popolazione ed è in netto aumento in tutto il mondo occidentale.
Attualmente all’incirca 1 donna su 7 consulta il medico per problemi di infertilità; in circa un caso su tre ne è responsabile la donna (32%), in uno su cinque l’uomo (20%), nel 40% dei casi il problema deriva da entrambi i componenti della coppia, mentre per il restante 8% la causa rimane sconosciuta.
I dati relativi all’incidenza ed alle principali cause di sterilità sono simili a livello mondiale. La sterilità delle coppie è dovuta a diversi fattori: per quanto riguarda le donne essa è provocata da un difetto ovulatorio (29%) e tubarico (16%), mentre le infezioni croniche, le prostatiti, il varicocele, il criptorchidismo, l’ostruzione delle vie seminali, la disfunzione erettile o eiaculatoria e le cause genetiche possono indurla negli uomini (21%). Infine vi sono casi di sterilità derivanti da entrambi i partner (14%) e quelli di sterilità inspiegata (4%).
La percentuale di successo della tecnica di inseminazione intrauterina è pari al 13% ad ogni tentativo; l’inseminazione intratubarica, invece, raggiunge una percentuale di successo pari al 26,51% sul singolo tentativo. La fecondazione in vitro è una delle tecniche più diffuse e conosciute, anche perché è quella che assicura la percentuale maggiore di gravidanze, pari al 35% su ogni tentativo, seguita dalla tecnica della Gift classica (trasferimento dei gameti dentro le tube) che assicura il 40% di gravidanze: tuttavia, tale tecnica non è molto diffusa perchè può essere utilizzata solo per alcune coppie (15-20% dei casi).
In Italia sono circa 304 i centri in cui oggi vengono praticate le tecniche di fecondazione assistita. In base alle nuove norme circa 268 di essi sono stati autorizzati ad operare, mentre i restanti 36, situati per la maggior parte nel Lazio e in Calabria, sono attualmente in via di autorizzazione. Il Nord, in cui viene praticato il 45% degli interventi, ha 140 centri; se ne contano 95 al Centro e 69 al Sud e nelle Isole. Le regioni in cui è presente il maggior numero di centri sono la Lombardia (62), il Lazio (52), la Campania (38), il Veneto (33), l’Emilia Romagna (20) e la Toscana (19).
Predominano le strutture private, soprattutto nel Sud (70%) e al Centro (68,5%), mentre al Nord la situazione è disomogenea: nella parte orientale si registra un leggero vantaggio delle strutture private (54,5%), invece nel Nord-Ovest prevalgono, anche se di poco, i centri pubblici (51,1%).
“Turismo procreativo”. Dal 10 marzo del 2004 con l’entrata in vigore della legge 40/2004 sono state proibite, in Italia, la crioconservazione di embrioni, la creazione di più di tre embrioni, la donazione di ovociti e la donazione di spermatozoi. Nel 2002 i cicli terapeutici effettuati in un anno erano 1.400; nel 2004 sono scesi a 1.100.
Secondo i dati dell’Osservatorio sul turismo procreativo, solo nel 2006 è quadruplicato, rispetto al periodo precedente all’introduzione della legge 40/04, il numero delle coppie italiane che vanno all’estero per aggirare i divieti della normativa del nostro Paese. Sono, infatti, ben 4.173 le coppie italiane che nel 2006 si sono recate all’estero per la procreazione medicalmente assistita, mentre prima dell’approvazione della legge 40 erano 1.066.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)