In Basilicata la cultura, o meglio l’accesso ai fondi per la cultura, rischia di diventare una questione per pochi e non per molti. I soliti grandi eventi che caratterizzano l’estate lucana, eventi di grande interesse culturale e che attirano molte persone dai centri lucani e non solo, rappresentano ormai le poche certezze che il complesso panorama culturale lucano offre. Ma occore fare di più perchè anche nell’offerta culturale, e non solo estive, ci possa iniziare ad essere un ricambio generazionale quanto mai necessario. Necessario perchè le nuove forme culturali possano essere interpretate, necessario per dare a chi, con il merito e la validità della propria proposta, ha voglia di dar vita a nuovi circuiti culturali. Questa considerazione nasce da due precisi momenti importanti. Il primo è il famoso appello al governatore De Filippo ( appello firmato dalle maggiori associazioni culturali regionali) e dalla lettera aperta che due associazioni non minori organizzatrici di due venti non minori dell’estate lucana. In entrambi i casi si chiedeva un totale cambio di passo nelle politiche culturali, una necessaria riforma del mercato culturale regionale che liberalizzasse l’accesso ai fondi, bloccato, a loro avviso, sempre e solo sui soliti noti e sui soliti eventi. A conseguenza di tali considerazioni noi abbiamo maturato la nostra idea.
La nostra idea di Cultura per la Basilicata vuole superare la legge regione 22/88 che ancora oggi determinai canoni per l’accesso ai fondi culturali e per la promozione di eventi. Quello che noi pensiamo è che questa legge vada riscritta a favore di una nuova legge che possa tenere dentro anche le nuove forme di autoproduzione culturale. Nuove forme che sono tute legate alle nuove generazioni e che trovano sul web il loro nuovo luogo di diffusione e di promozione. Cultura che per le giovani generazione si declina decisamente con la Musica. La Musica è una risorsa culturale ed economica per la nostra Regione e come tale occorre promuoverla, sostenendo le produzioni, gli artisti, gli operatori del settore. La Musica qualifica in modo importante l’immagine della nostra Regione, gli artisti, le etichette, gli operatori rendono la nostra offerta turistica e culturale, tra le più amate da tutte le generazioni e tra le più conosciute all’estero. La Musica ha bisogno di politiche nuove, che la difendano dalla crisi del mercato discografico e la aiutino a trovare nuovi percorsi produttivi. Perché questo avvenga la musica dovrà essere sempre di più legata ad un sistema regionale, che scommetta sulla musica per il marketing territoriale, che incentivi la crescita delle produzioni emergenti ed indipendenti. Una Legge sulla Musica Nazionale giace in Parlamento, in attesa di essere approvata. Pensiamo che una nuova Legge Regionale in Basilicata possa contribuire ad incalzare il dibattito nazionale, così come stanno facendo altre Regioni, in via di dotazione di leggi specifiche sulla musica e/o di progetti che ne riconoscano la valenza.
Nel complesso panorama generazionale lucano un sistema regionale di welfare servirebbe a tanti giovani per scommettere su loro stessi e sulla loro creatività. La creatività , la nuova classe creativa, quella su cui bisogna oggi investire, quella che più che mai in questi tempi nuovi sembra essere la leva su cui poggiare il futuro delle giovani generazioni. Creatività che vuol dire soprattutto nuove professioni, quelle che prepotentemente si affacciano sulla scena italiana e che il CNA ha definito la nuova classe artigiana, che alimenta l’economia del divertimento ma che oggi non ha ancora pieni strumenti per affermare se stessa. C’è poi tutta una scena dell’underground lucano fatta di ragazzi e ragazze che in un garage provano e riprovano lo stesso pezzo in attesa di quel palco che però non arriva, quel palco che permetterà loro di incidere il primo disco. Perchè i costi sono alti e le sale per le incisioni musicali non permettono sconti. Ed è ora che a questi ragazzi qualcuno di un palco.
Sergio Ragone
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