La battaglia sui diritti civili e sulla loro estensione rappresenta uno dei punti determinanti di tale processo. Essenzialmente per questo motivo il 16 giugno saremo al Roma Pride. La piattaforma politica dell’evento apre citando la Risoluzione del Parlamento Europeo del 16 marzo del 2000 in cui si chiede di garantire “alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie ed alle famiglie tradizionali”.
Con questo spirito lanciammo nel 2002, primi tra le organizzazioni politiche del nostro paese, una grande campagna a favore dell’istituzione dei Patti Civili di Solidarietà. Lo facemmo perché vedevamo in quella battaglia una necessaria opportunità per ampliare la sfera dei diritti delle persone, necessità accentuata in una stagione in cui si tendeva a limitare lo spazio d’autonomia dell’individuo. Facemmo quella scelta, mettendo da parte l’equiparazione giuridica tra le nuove famiglie e quelle tradizionali, tentando di eliminare gli spazi per un approccio strumentale e ideologico da parte di un centrodestra illiberale.
Al Pride del 2007 arriviamo con un bagaglio importante di iniziative che ci hanno contraddistinto in ogni parte d’Italia. Tanti nostri amministratori comunali hanno presentato, e spesso fatto approvare, proposte per l’istituzione dei registri delle unioni civili. Abbiamo raccolto le firme, insieme all’Arcigay e al Cods (ora Gayleft), a sostegno del disegno di legge presentato da Franco Grillini e Luciano Violante. Siamo stati a Bari, Roma, Milano, Padova, Torino al fianco del movimento glbt. Le ragioni di questo impegno si possono ritrovare nella dimensione europea in cui siamo cresciuti. Non è un caso che la nostra campagna per il Pride riprenda le immagini e le parole d’ordine dell’Ecosy, l’organizzazione dei giovani socialisti europei, di cui esprimiamo la guida attraverso il presidente Giacomo Filibeck. Il terreno dei diritti civili e di cittadinanza è la prova concreta della distanza che c’è tra la situazione italiana e quella europea. In ogni paese, in forme e con gradazioni diverse, coalizioni progressiste o conservatrici hanno provveduto a regolamentare i diritti e i doveri delle coppie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali. Ora l’Italia deve necessariamente eliminare questo gap con il resto d’Europa.
Sabato saremo dunque al Pride. A portare avanti la nostra idea di Italia: europea, laica, moderna. Questa idea di società dovrà, secondo noi, vivere ed essere protagonista nel Partito Democratico. Se tale partito come noi auspichiamo avrà il compito fondamentale di completare il lungo processo di europeizzazione del nostro paese, non potrà non avere la forza ed il coraggio di cimentarsi con tali sfide.
Roberto Speranza Presidente Nazionale Sinistra Giovanile
Giovanni Casaletto Segretario Regionale Sinistra Giovanile