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Il Partito Democratico e le giovani generazioni

Il nuovo partito serve a ricollocare l’Italia nel nuovo mondo della globalizzazione. Serve a ridare ruolo e funzione ad un Paese che rischia il declino e la marginalizzazione dai grandi e rapidi processi di mutamento che contraddistinguono il nostro tempo. Un partito sta prima di tutto nella funzione che esercita nella società in cui opera. Mai come oggi l’Italia ha bisogno di un grande partito nazionale capace di mettere al centro l’interesse collettivo come bussola prioritaria della propria azione politica. La questione delle giovani generazioni e del loro rapporto con il nuovo partito non può non declinarsi a partire da qui.

Larga parte dei problemi dei giovani italiani coincidono infatti con i veri problemi del paese. Dalla necessità di un welfare compiutamente europeo, in cui le indispensabili riforme di pensioni ed ammortizzatori sociali siano in grado di  coniugare diritti, responsabilità e solidarietà, ad un reale investimento sui saperi come leva strategica per stare utilmente nelle dinamiche della globalizzazione. Dalla rottura dei corporativismi  e delle ancora troppe chiusure al libero accesso alle opportunità del mercato, alla necessità di disegnare  una società che  liberi il lavoro dal macigno di una precarietà che non consente di progettare serenamente il proprio percorso di vita. Dalla piena realizzazione di tutti i diritti civili all’investimento strategico nelle energie rinnovabili e nella sostenibilità ambientale della crescita economica.
Da qualsiasi angolo si guardi a queste priorità appare evidente la forte connessione di ciascuno di questi temi  con la questione generazionale. Per questo motivo abbiamo tanto insistito in passato e continuiamo ad insistere oggi nel definire la questione dei giovani italiani come la vera “questione generale” del nostro paese. Senza affrontare tale questione ci sembra quanto mai arduo progettare il futuro dell’Italia. Affrontare e risolvere i problemi dei giovani italiani significa, d’altra parte, toccare il cuore del problema italiano e liberare il Paese dalla “antiche tare” che ancora lo caratterizzano. Non si tratta di giovanilismo, ma della consapevolezza preoccupata  che da questi nodi passa il futuro dell’Italia.
Si capisce allora che se il partito democratico vorrà svolgere, come nei nostri auspici, la funzione nazionale di ricollocare il nostro paese nel nuovo mondo, attraverso la piena e definitiva  connessione al sistema Europa, esso non potrà non partire proprio dalla questione generazionale.
La completa assenza di giovani all’interno del comitato dei 45 ci sembra, in questo senso, un segnale preoccupante. Non tanto e non solo perché non si riconosce un ruolo ad  organizzazioni strutturate come la Sinistra Giovanile ed i Giovani della Margherita, che pur rappresentano due tra le più numerose e significative strutture politiche giovanili del nostro paese, ma soprattutto perché non si da cittadinanza al grande tema dei giovani italiani.

Il voto per l’Ulivo alle elezioni  politiche del 2006 ha rappresentato un segnale di speranza nel rinnovamento e nel cambiamento da parte di una generazione che ha ricominciato a credere nella politica quale strumento per costruire una realtà migliore. Tale consapevolezza è cresciuta attraverso grandi battaglie collettive quali quella per la pace e contro la guerra in Iraq,  quella  per un sistema formativo fatto di pari opportunità al tempo della riforma Moratti, quella per un mercato del lavoro in cui flessibilità e precarietà non siano sinonimi. Tale patrimonio rappresenta un valore assai importante soprattutto in una fase in cui si percepisce da più parti una perdita di credibilità della politica all’interno della società italiana. La partecipazione e la rappresentanza, proprio a partire dalla elezione dell’assemblea di Ottobre, possono essere le due leve per mettere a valore tale patrimonio.

Le giovani generazioni possono dare tanto al Partito democratico, proprio come il partito democratico può dare tanto a queste generazioni. Sarebbe un grave errore disperdere questo straordinario portato  di potenzialità.

Roberto Speranza, Presidente Nazionale Sinistra Giovanile