Il 1° luglio la Regione Basilicata partirà con la campagna di vaccinazione gratuita contro il tumore al collo dell’utero. Seguendo le indicazioni date dal Consiglio Superiore di Sanità, l’iniziativa vedrà coinvolte non solo le 12enni, così come raccomandato dal Ministro della Salute, Livia Turco, ma anche altre 3 coorti: le ragazze e le giovani donne di 15, 18 e 25 anni d’età. Ogni anno, per tre anni, saranno vaccinate circa 13.600 donne. Successivamente, per quattro anni, verranno vaccinate solo due coorti d’età (12 e 25 anni) per un totale l’anno di circa 6.700 donne. Dal 2014 si vaccinerà la sola coorte delle dodicenni. Obiettivo finale: nell’arco di sette anni, tutte le donne della Basilicata, con un’età compresa tra i 12 e i 32 anni, saranno protette dal rischio di sviluppare il tumore al collo dell’utero causato dai tipi di Hpv contenuti nel vaccino. Questi quattro tipi di Papillomavirus umano sono responsabili di più del 70% di tutti i casi di cancro al collo dell’utero.
In sostanza, tutte le ragazze o giovani donne che, a luglio 2007 o entro la fine dell’anno, avranno compiuto 12 o 15 o 18 o 25 anni d’età potranno accedere alla vaccinazione gratuita. Nell’ambito del programma di vaccinazione regionale, quindi, ogni anno man mano che le ragazze o giovani donne compiranno 12, 15, 18 o 25 anni d’età riceveranno il vaccino gratis. Ad esempio una bambina che oggi ha 13 anni e non può quindi ricevere gratuitamente il vaccino, potrà accedere al servizio gratuitamente nel 2009. Ma non solo: la Regione garantisce a tutte le donne, anche a quelle non rientranti nelle 4 coorti d’età, di usufruire di una dose di vaccino al prezzo di costo (euro 110), (per la copertura completa ne servono tre, somministrate nell’arco di sei mesi) invece di quello praticato dalle farmacie che è di euro 188.15.
“Per quest’iniziativa, possiamo definire la Regione Basilicata “Regione d’eccellenza”- afferma Sergio Pecorelli, Presidente della Commissione oncologica della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO). La Basilicata è da sempre un esempio per la prevenzione e sarebbe auspicabile che anche altre regioni d’Italia si muovessero verso la stessa direzione di questa regione”. Le infezioni più gravi causate da Papillomavirus Umano, infatti, ogni anno comportano 3.500 nuovi casi di cancro al collo dell’utero e provocano la morte di 1.700 donne, facendo di questa malattia la seconda causa di morte per tumore tra le giovani donne con un’età compresa tra i 15 e i 44 anni. Per i primi 4 anni, la campagna di vaccinazione della Regione Basilicata garantirà alla popolazione femminile tra i 12 e i 18 anni di essere coperta, in soli tre anni, dal contagio dei quattro tipi di papillomavirus maggiormente responsabili delle patologie correlate alla sfera genitale; per la fascia delle 25enni, invece, si garantirà l’unione della vaccinazione allo screening.
“Nei successivi quattro anni vaccineremo le sole coorti di 12 e 25 anni; alla fine del settimo anno della campagna vaccinale si raggiungerà l’obiettivo di copertura della popolazione femminile da 12 a 32 anni. Si ritiene, in tal modo, che un piano di sanità pubblica vaccinale risponda a una logica di popolazione e non a una logica individuale”, spiega Giuseppe Montagano, Dirigente Generale Dipartimento Salute Della Regione Basilicata. “In un piano di programmazione sanitaria, tutto ciò consentirà che in soli 13 anni il costo della prosecuzione della campagna sarà inferiore agli oneri da sostenere per il trattamento degli effetti derivanti dall’HPV”.
Invece, “la vaccinazione di donne che hanno già iniziato l’attività sessuale è comunque auspicabile in quanto il vaccino quadrivalente, efficace al 100% contro i papillomavirus di tipo 6, 11, 16 e 18, si è dimostrato efficace nel prevenire le patologie provocate dai ceppi contenuti nel vaccino ai quali la donna non sia stata precedentemente esposta. Inoltre gli studi hanno chiaramente dimostrato che non vi è alcun aumento degli effetti avversi dopo vaccinazione in donne che erano state infettate con gli stessi tipi di HPV contenuti nel vaccino”, spiega. Sergio Schettini, Direttore Dell’unità Di Ginecologia Oncologia Del Dipartimento Di Ostetricia e Ginecologia Dell’ospedale San Carlo Di Potenza.
Concretamente la campagna di vaccinazione si aprirà con una lettera che verrà inviata a tutte le famiglie e ai medici. La lettera spedita “spiegherà come la Regione Basilicata ha scelto di assicurare alle donne un futuro più sicuro e sereno, chiedendo loro di cogliere quest’importante occasione con l’adesione convinta alla campagna di vaccinazione anti-Papillomavirus Umano”, spiega Rocco Colangelo, Assessore alla Sanità della Regione Basilicata. Per il reclutamento delle donne da vaccinare, si utilizzeranno, invece le liste anagrafiche”.
La lettera di invito presenterà la campagna vaccinale e l’offerta attiva e gratuita del vaccino. Alla lettera sarà allegato un opuscolo informativo. Per chi avesse difficoltà nel rispettare la data d’invito alla vaccinazione da parte dell’Asl, ci sarà la possibilità di chiamare per fissare un appuntamento personalizzato. Per far questo, nella lettera, sarà indicato un numero telefonico apposito. Nel caso di mancate risposte alla chiamata da parte dei genitori o delle giovani donne, è previsto l’invio di una lettera di sollecito.
La Campagna, che garantirà la prevenzione primaria contro il tumore del collo dell’utero tramite il vaccino, non escluderà l’applicazione dei programmi di screening. Il Pap-test continuerà ad essere essenziale per individuare tumori causati da tipi di HPV virus diversi da quelli contenuti nel vaccino. Inoltre, in considerazione della mancanza di dati definitivi sulla durata dell’immunità (che però dovrebbe essere di almeno 20 anni), sarà indispensabile effettuare una strategia combinata vaccinazione screening, raccomandando anche alle donne vaccinate di sottoporsi periodicamente allo screening.