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Italcementi, pet-coke e pneumatici

La O.L.A. (Organizzazione Lucana Ambientalista), Coordinamento territoriale di Associazioni, Movimenti, Comitati e Cittadini è costretta a ritornare – informando i cittadini materani – circa un progetto di adeguamento ed ampliamento del cementificio Italcementi di Matera.

La Giunta Regionale della Basilicata – agli inizi di maggio – ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’adeguamento del cementificio di Matera, con giudizio favorevole di compatibilità ambientale VIA e valutazione di incidenza per la prosecuzione (per altri 10 anni) della coltivazione mineraria della cava di argilla estesa per ben 47 ettari in località Torre Spagnola, limitrofa al Parco Regionale della Murgia Materana, unitamente, alla cava che insiste sul SIC (Sito di Importanza Comunitario) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) Gravine di Matera.

Secondo informazioni assunte da ambienti della provincia di Matera, l’istruttoria condotta dai tecnici incaricati, autorizza il cementificio “ad incrementare l’utilizzo di combustibili alternativi (pneumatici) dall’attuale 6,5 % al 15 % dei combustibili totali, pari a 12.000 tonnellate” di cui una deliberazione della Provincia di Matera del 2003. L’Autorizzazione Regionale affiderebbe il controllo e il monitoraggio sulle emissioni in atmosfera all’ARPAB. Un nuovo elemento desunto dalla relazione tecnica desta però grande preoccupazione: oltre ai pneumatici usati, nel ciclo energetico del cementificio, verrebbe già da tempo utilizzato il Pet-Coke senza rendere noti i dati circa gli inquinanti emessi in atmosfera, qualora ve ne fossero. Anche se una sentenza della Corte di Giustizia Europea non lo considera un rifiuto, il Pet-Coke è, infatti, una sostanza altamente cancerogena. Secondo la definizione industriale, il Pet-Coke è un prodotto che si ottiene dal processo di condensazione per piroscissione di residui petroliferi pesanti e oleosi fino ad ottenere un residuo di consistenza diversa, spugnosa o compatta (Petroleum-Coke o Pet-Coke). Nel processo di “coking” si realizza un “craking” termico spinto che dà origine – attraverso reazioni di piroscissione – a frazioni liquide e a coke, costituito per il 90-95% da carbonio. Il coke è costituito da idrocarburi aromatici policiclici ad alto peso molecolare e presenta un elevato tenore di carbonio e basso contenuto di ceneri. In sostanza il Pet-Coke è l’ultimo prodotto delle attività di trasformazione del petrolio e viene considerato lo “scarto dello scarto” dell’oro nero, tanto da guadagnarsi il nome di “feccia del petrolio”, materia prima di cui la Basilicata ne è notoriamente produttrice.  Per la sua composizione, il Pet-Coke comprende oltre ad IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) – in particolare benzopirene – metalli pesanti come il nichel, il cromo e il vanadio. Nella combustione crea inquinamento e se movimentato senza speciali precauzioni può sollevare polveri molto dannose per l’organismo umano. Il trattamento consistente in carico, scarico e deposito del Pet-Coke deve quindi seguire ferree regole dettate da un decreto del Ministero della Sanità equiparabili al trasporto di sostanze pericolose.

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) richiama i cittadini di Matera ad una maggiore consapevolezza circa i rischi per la propria salute derivante dalla combustione di pneumatici usati e Pet-Coke nel cementificio materano, ubicato nel Parco Regionale della Murgia Materana, sempre più assalito dalle lobby dell’energia e del cemento.