“Quando Gregor Samsa si svegliò una mattina da sogni inquieti, si trovò trasformato nel suo letto in un immenso insetto”. Non potevano che essere le parole con cui Franz Kafka inizia “La metamorfosi”, a introdurre la mostra scientifica “La città degli insetti” che aprirà i battenti giovedì prossimo, 14 giugno, a Napoli. La manifestazione, realizzata dall’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca, l’Ente Parco Metropolitano delle Colline di Napoli e l’Università Federico II, ha come tema portante la biodiversità. Uno sguardo del tutto particolare sulle diverse specie di insetti che popolano le nostre città e le loro aree verdi. L’esposizione, progettata dal presidente dell’Istituto, Caudio Salierno, e da quello del Parco Metropolitano, Agostino Di Lorenzo, si è avvalsa del coordinamento scientifico del prof. Ottavio Soppelsa. Due le sedi storiche per la scienza a Napoli che faranno da cornice all’evento: la Società dei Naturalisti e il Museo Didattico di Zoologia di via Mezzocannone. Nella prima, alle 18, si terrà la cerimonia di inaugurazione. Nella seconda, invece, si articolerà la mostra che resterà aperta fino al prossimo 22 giugno.
Un percorso espositivo che affronta una serie di tematiche di scottante attualità: dai cambiamenti climatici alle trasformazioni dell’ambiente che ci circonda. Protagonisti assoluti gli animali più diffusi sul pianeta: gli insetti. Oltre un milione le specie conosciute, di cui circa 37 mila e 300 sono presenti nella sola Italia. A fare da trait d’union tra le diverse sezioni, l’intimo rapporto che li lega all’uomo: dalla condivisione degli stessi ambienti di vita, fino alla grande varietà di prodotti (come il miele o la seta) che sono in grado di fornirci.
“La volontà degli artisti e dei ricercatori – spiega il presidente dell’Istituto, Claudio Salierno, – è quella di affrontare i contenuti centrali della mostra attraverso differenti linguaggi e modalità di comunicazione. L’obiettivo è consentire la visita a un pubblico più ampio, comprese le persone non vedenti”. Non a caso, l’esposizione ruota tutta intorno alla relazione tra arte e scienza, mescolando momenti divulgativi a carattere scientifico con l’installazione di opere di artisti contemporanei. Si va così dai fossili di 500 milioni di anni fa, alle cornici elettroniche su cui sfogliare virtualmente trattati scientifici dell’Ottocento, dalle immagini dei più comuni insetti che popolano l’area urbana di Napoli, ai dipinti dedicati agli “inquilini” nascosti delle nostre case.
A fianco dell’Istituto, che dal 1989 opera nel settore della divulgazione del sapere scientifico e tecnologico, i contributi artistici di Luca Bertolo. Per la sezione fotografica, Salvatore Esposito, mentre Paola Ricciardi e Luigi Stazio hanno curato le musiche e le coreografie. La direzione artistica, invece, è stata affidata a Chiara Camoni. Prende così corpo un percorso multidisciplinare e multisensoriale in cui si accostano le lucciole del bosco di Capodimonte alla danza degli imenotteri sull’acqua. Sul pavimento trova posto un grande alveare, mentre delle sculture a bassorilievo danno forma ai “volti” delle formiche. Tra i ronzii e i battiti d’ali che accompagnano i visitatori, anche una performance di danza e un video che ricostruisce il mondo visto con occhi di insetto. Una visuale insolita su cui, probabilmente, neanche Gregor Samsa avrebbe avuto qualcosa da ridire.
[Articolo di Gianni Di Lascio]