Non è una novità che associazioni delle lobby industriali interamente impegnate “nell’affaire eolico”, si agitano come ha fatto di recente l’APER (Associazione Produttori Energia Rinnovabile) e minacciano azioni legali contro quelle Regioni, come la Basilicata, che, sollecitate da organizzazioni ambientaliste non legate al sistema e da cittadini preoccupati dall’atteggiamento colonizzatore, approvano leggi tese ad impedire l’occupazione selvaggia dei territori e si impegnano a disciplinare e regolamentare la localizzazione di impianti energetici; materia questa di eccezionale complessità.
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), le Associazioni e Comitati dei cittadini lucani, con l’approvazione della Legge Regionale in Materia di Energia (L.R. 26 aprile n.9 – Disposizioni in Materia di Energia), hanno raggiunto un obiettivo insperato, dovuto esclusivamente alla costante informazione e alle continue rimostranze su un tema che ha occupato la scena regionale per troppo tempo.
L’eolico selvaggio era e resta un affare a fronte di una capacità energetica di valore infinitesimale, dinnanzi agli enormi ricavi ottenuti dalle società che lo propongono e lo realizzano. Infatti, l’eccessivo potere dei sindaci e la loro ingenuità amministrativa, sostenuta da cartelli di interesse che coinvolgono anche alcune associazioni ambientaliste nazionali, hanno prodotto un tentativo di occupazione sistematica di tutto il territorio italiano e di quello lucano, in particolare le aree protette.
Alcune associazioni ambientaliste di rilievo nazionale che hanno scelto di sottoscrivere intese con le associazioni dei produttori di energia del vento, anche se legittimi sul piano formale, nella sostanza sviliscono il loro profilo ambientalista nella indistinta proposta di un “marchio” ambientalista per iniziative che hanno il solo scopo di sfruttare gli incentivi statali. Non è un caso che ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) e APER firmano intese con WWF e Legambiente e si attivano per finanziare e pubblicizzare iniziative che hanno un solo obiettivo: convincere i cittadini a non discutere nel merito del loro affare che spesso si è rilevato un vero e proprio “Far West” energetico.
LA OLA ribadisce i concetti già espressi in varie occasioni. E’ contraria all’installazione di impianti industriali eolici nelle aree parco, in prossimità e dentro le zone SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciali) coerentemente a quanto indicato nell’ “Atto di Indirizzo in materia di corretto inserimento dell’eolico sul Territorio” emanato dalla Regione Basilicata. La OLA auspica una decisione forte del governo, tesa ad eliminare gli incentivi pubblici dei certificati verdi e CIP6, responsabili della sclerotizzazione degli interventi ambientali e un PIEAR (Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) che programmi uno sviluppo armonico del territorio rispondente ai reali fabbisogni energetici regionali e rispettoso dei valori ambientali e delle aspettative delle comunità.