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[ ANNO III – MAGGIO 2007 – NUMERO 20 ] LA FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA

Qual è la percezione della sicurezza dei cittadini italiani? Quali ritengono essere, sul piano della sicurezza, le emergenze più gravi e le cause principali della diffusione dei fenomeni criminali?
Dai risultati del sondaggio condotto dall’Eurispes per misurare la percezione della sicurezza, emerge che nel corso dell’ultimo anno il 19% dei cittadini è rimasto vittima di uno dei seguenti tipi di reato: scippo/borseggio, furto in casa, furto dell’automobile/del motorino, estorsione di denaro, minacce, aggressione fisica, violenza sessuale, truffe e raggiri, truffe su Internet, truffe e raggiri nella ricerca di lavoro.
Furti, i reati più diffusi. Nello specifico il 21,7% ed il 16,4% delle risposte date da coloro che hanno subìto almeno un reato sono rappresentati rispettivamente dai furti in casa e da quelli dell’automobile o del motorino; seguono gli scippi/borseggi (14,8%) e le minacce (9,9%).
Ben il 27% degli interpellati sono invece stati truffati: infatti il 9,9% dichiara di aver subìto truffe e raggiri (clonazione della carta di credito, truffe finanziarie, falsi contratti, chirocartomanti, ecc.), il 9,5% è stato vittima di truffe su Internet ed il 7,6% è stato raggirato nella ricerca di lavoro.
Inoltre, nella stessa percentuale (4,6%) gli intervistati hanno subìto estorsioni o sono stati aggrediti fisicamente. L’1% dei casi ha riguardato la violenza sessuale.
Il lato sommerso: 1 reato su 4 non viene denunciato. La presentazione di una denuncia non è sempre un atto scontato, infatti nel 26,8% dei casi gli intervistati hanno preferito non sporgere denuncia, pur essendo stati vittime di un crimine.
Meno propensi a sporgere denuncia i giovanissimi (58,3%) e coloro i quali hanno un’età compresa tra i 35 e i 44 anni (55,9%). Una propensione superiore alla media nello sporgere denuncia si registra invece tra gli over44. In particolare se il 79,2% degli appartenenti alla classe d’età 45-64 anni ha sporto denuncia per i reati subiti nel corso dell’ultimo anno, la percentuale sale all’80,6% tra gli ultrasessantaquattrenni.
Tale scelta è dipesa soprattutto dal fatto che i danni subiti non erano gravi (52,4%). Negli altri casi è prevalso, invece, un atteggiamento di arrendevolezza nei confronti delle Forze di polizia e del sistema giustizia.
La norma, come disciplina generale del costume della società, è stata rimpiazzata da un marcato soggettivismo, etico e comportamentale che, negando i valori fondamentali del vivere in comune, corrode il concetto stesso di norma e lega i comportamenti degli individui a criteri di riferimento elaborati dai singoli.
Non manca infatti chi non ha sporto denuncia e ha preferito farsi giustizia da sé: ben il 14,3%. Il 7,9% ha invece pensato che le Forze dell’ordine non avrebbero fatto nulla ed il 7,9% ha affermato di essere rimasto scoraggiato a causa di precedenti esperienze negative con le Forze dell’ordine. Il 6,3%, infine, non ha sporto denuncia per paura di ritorsioni.
Ma la percezione del rischio e la paura di subire reati sono mutati rispetto al passato? Per il 52,7% degli italiani i timori sono rimasti invariati, mentre per il 42,3% la paura di essere vittima di un reato è aumentata.
Marginale la quota di quanti avvertono maggiore sicurezza e meno timore di subire reati rispetto al passato (2,5%).
Nelle regioni del Nord-Ovest è più alta della media nazionale la percentuale di quanti affermano che la paura di subire reati è aumentata rispetto al passato (48,5%): invece nelle Isole essa è inferiore alla media nazionale (35,5%) e prevalgono i soggetti la cui paura è rimasta invariata (57%).
Sistemi di sicurezza per proteggersi. Dai risultati del sondaggio emerge che i sistemi di sicurezza più adottati sono le porte blindate (44,4%) e gli antifurti delle automobili (36,7%). Seguono gli antifurti (27,8%) e le inferriate (24%) per la propria abitazione.
Non risultano invece molto diffusi i sistemi di videosorveglianza, utilizzati solo dal 7,4% del campione, le armi da taglio (7,7%) e da fuoco (6,9%).
L’allarme antifurto per l’abitazione è molto meno diffuso fra gli intervistati residenti nelle regioni insulari (14,1%) rispetto a quelli delle altre aree geografiche. In particolare nelle regioni del Nord-Est (31,2%) risiede la percentuale più alta del campione che afferma di aver adottato questo tipo di sistema di sicurezza. Seguono le regioni del Nord-Ovest (30%), del Centro (29,5%) e del Sud Italia (27,6%).
Aumentando l’età diminuisce la percentuale di coloro che sostengono di aver fornito la propria automobile di antifurto. Sono in particolare i giovanissimi (47,2%) e i 25-34enni (47,1%) ad adottare con maggior frequenza gli antifurti per auto.
La diffusione delle inferriate per le abitazioni, invece, è molto utilizzata come misura di sicurezza nelle regioni del Nord-Est (29,4%) e del Centro (25,8%), mentre il suo impiego è decisamente inferiore nelle regioni insulari (14,8%).
In merito alle armi da taglio, si riscontra che il possesso è più diffuso tra i più giovani (10,2%), mentre tra i soggetti di età compresa tra i 25 e i 34 anni la percentuale si riduce al 5,2%. Si tratta di un utilizzo particolarmente diffuso nelle regioni centrali con una percentuale del 12,4% a fronte del 7,5% dei residenti del Nord-Ovest, del 7,3% di quelli del Nord-Est, del 5,8% del Sud e del 4,2% delle Isole.
Per quel che riguarda le armi da fuoco, i dati indicano che sono sempre i residenti nelle regioni centrali ad adottare con più frequenza questa misura di sicurezza rispetto a quelli delle altre regioni (10,1% contro il 5% del Nord-Ovest, il 6,2% del Nord-Est, il 6,6% rispettivamente del Sud e delle Isole).
Quali sono le emergenze più gravi in Italia sul piano della sicurezza? L’attenzione degli italiani si è concentrata soprattutto sull’emergenza pedofilia e sulla violenza sui minori (22,6%), probabilmente a causa degli ultimi tragici eventi di cronaca che hanno visto bambini in tenera età vittime di rapimenti o di omicidi.
Nell’ordine, i timori degli italiani riguardano le violenze sessuali (9,4%), la criminalità organizzata (9,2%), la violenza minorile (9%), i reati tipici della microcriminalità come i borseggi, gli scippi o i furti in appartamento (8,7%), e l’immigrazione clandestina (8,1%).
Destano meno preoccupazione lo spaccio e il consumo di droga (6,6%), il traffico di sostanze stupefacenti (4,8%), la corruzione della Pubblica amministrazione (4,4%), l’estorsione e l’usura (3,7%), la prostituzione (3,4%), le rapine (3,1%) e le truffe (3%); tuttavia, l’emergenza meno sentita dagli italiani riguarda i crimini ambientali (1,9%).
Diffusione dei fenomeni criminali? Mancanza di pene certe e di una cultura della legalità. La maggior parte dei cittadini, il 21,7%, ritiene che la criminalità è alimentata dalle pene poco severe e dalle scarcerazioni facili attribuendo così grande responsabilità al sistema giudiziario. Il 16,1% manifesta invece atteggiamenti xenofobi e considera l’aumento del numero degli immigrati uno dei principali motivi di diffusione dei fenomeni criminali.
Che l’Italia sia un paese in cui, nell’ultimo decennio, è tramontata un’idea condivisa di legalità è confermato da quanti affermano che all’origine della diffusione dei fenomeni criminali vi sia proprio la mancanza di una cultura della legalità: la pensa così il 15,6% degli intervistati.
Complessivamente il 22% di essi, attribuisce la responsabilità al tessuto socio-economico. Nello specifico rispettivamente il 13,6% e l’8,4% reputano il disagio sociale e la difficile situazione economica la causa principale della criminalità.
Il potere delle organizzazioni criminali (7,4%) e le scarse risorse a disposizione delle Forze dell’ordine (7,2%) costituiscono invece la causa degli eventi criminali per il 14,6% degli interpellati.
Sebbene in percentuale minore, anche lo Stato, a causa dell’insufficiente presenza delle sue istituzioni, viene considerato in qualche modo responsabile dal 5,9% dei cittadini intervistati.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)