Ovviamente parliamo del WiMax, di una rete metropolitana del WiMax che possa connettere cittadini, turisti e aziende. La proposta non è poi tanto futurista se consideriamo che a Mantova si sta completando in questi giorni il cablaggio con 93 km di cavi di fibra ottica, mentre Siena già dal 2000 è connessa via cavo con i servizi della Rete Civica che arrivano sulle tv di tutte le case, Roma sono cablate solo zone molto precise, come Villa Borghese, l’area di villa Ada o quella universitaria; Genova potrebbe invece essere connessa su tutto il territorio comunale, garantendo accessi liberi a tutti. Ed il 2008 sarà l’anno dell’affermazione del WiMax, di quella che possiamo definire già la nuova Trama che con-Net-te. Non è lontano immaginare che qui in Basilicata dove grazie alla campagna regionale, Un computer in ogni casa 1 e 2 in molti cittadini hanno avuto l’opportunità di avere in casa un Pc si possa iniziare a lavorare seriamente su questo settore, altrimenti non sarà servito a nulla “dare la macchina senza aver fatto le strade” che in molte parti sono ancora a 56k.

In un recente documento scritto a più mani dal “Laboratorio per l’innovazione”  si legge chiaramente quale deve essere la mission necessaria per non far diventare il digital divide un social divide.

“Nella società della conoscenza – si legge nel documento- la rete è l’infrastruttura primaria dello sviluppo economico e della promozione sociale. E’ attraverso la rete che, sempre più spesso e nelle giuste condizioni, vengono erogati servizi ai cittadini e alle imprese, che si veicola l’informazione, che si sviluppa la democrazia. E’ ancora la rete uno dei principali driver di sviluppo delle imprese e dei mercati, sempre di più le organizzazioni di ogni ordine e grado tendono ad interconnettere i propri sistemi in una maglia fitta di comunicazione ed interessi che travalicano i confini delle nazioni e i cittadini attraverso la rete usufruiscono di servizi commerciali e pubblici di cui alcuni essenziali per il benessere ed in alcuni casi per il soddisfacimento dei “basic needs ”. Questo scenario è stato ben individuato dall’agenda di Lisbona che nel 2000 fissava obiettivi e missioni per l’Europa ma che ancora oggi non riesce a trovare una concreta attuazione.

Con uno stato della connettività tra i più carenti in Europa, l’Italia rischia di vedere i propri territori completamente esclusi dalla rivoluzione dell’era dell’informazione e, di conseguenza, di non beneficiare delle grosse opportunità di sviluppo che essa offre. Il traguardo della  digital inclusion, a favore di una società dell’informazione, è ancora lontano malgrado la forte spinta degli italiani ad utilizzare internet ed i servizi ad essa connessi. Per la prima volta nel 2006 il 60% della popolazione si è connesso ad internet con sistemi di banda larga od assimilabile (anche se si intende principalmente l’ADSL, spesso insufficiente). Nel 2006 i collegamenti sono più che raddoppiati rispetto al 2005, soprattutto anche grazie alla diminuzione dei costi nel caso di combinazioni “voce-dati”. E’ importante sottolineare che gli italiani hanno dimostrato di essere in grado di apprendere rapidamente l’uso della rete.

Le cause del divario rispetto al resto dell’Europa sono da attribuire, principalmente, a un basso livello d’interconnessione e d’interconnettività. Il Paese rientra dunque, in quella categoria di Paesi che vengono definiti  ritardatari nello sviluppo della connettività. Per poter raggiungere l’obiettivo larga banda servizio universale  e ridurre il fenomeno del Digital Divide occorre fare una politica di espansione dell’offerta e della domanda di servizi, quest’ultima ha un dimostrato effetto di traino per l’economia . Lo sviluppo dell’offerta prima di tutto deve essere agevolato, togliendo le condizioni che bloccano l’ingresso di nuovi operatori sul mercato.

E allora pensare ad un progetto nuovo che possa vedere Potenza come città WiFi, con delle aree dedicate alla connessione veloce e libera per tutti i cittadini non può più essere una mera aspirazione ma un progetto vero e concreto che può segnare il cambio di passo per la città capoluogo di regione. La città digitale, quindi,come opportunità in più per i cittadini utenti e consumatori, come accesso a Internet, alla televisione digitale, alla musica, ai video e alle applicazioni bancarie, e la città digitale come nuova attrattiva per le economie e per le aziende che ha una sua forte missione che è legata ad un tema chiaro e semplice. Stiamo parlando dell’innovazione, un terreno sul quale, prima o poi, dobbiamo iniziare a dare risposte.

Sergio Ragone
http://sergioragone.ilcannocchiale.it/

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