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L’educazione convittuale nella società globalizzata

[Articolo di Francesco Cosenza]

Istituto formativo al centro dei percorsi diversificati delle epoche, sede dal 1807 di passaggi generazionali, ha festeggiato, nel Teatro  F. Stabile, la cui attenta platea ha partecipato alla storia della  sua memoria.
Analisi diverse, hanno sfiorato i secoli di differenti strutture politiche, le quali hanno reso dimensioni formative dissimili intorno alle quali il Convitto ha modellato le sue “mura”. Istituzione educativa dentro la quale il concetto di formazione ha assunto diversi significati, espressi dai cambiamenti storici riconducibili a modelli da seguire.

Le origini dell’Istituzione , accompagnate dalla selezione delle menti quindi dalla formazione ristretta per le future figure da consegnare al panorama culturale nazionale, agevolavano , i rampolli della nobiltà.
Pagine oscure furono scritte in età Illuministica, i collegi divenivano, spazi assegnati alla chiusura forzata delle diversità, rendendo servizio all’emarginazione. I convitti, come altre Istituzioni, ricorda il prof. Carlo D’Auria, vennero relegati a compiti di pura assistenza, rivolta a ceti sociali con gravi disagi economici ed esistenziali. Le borse di studio, occasioni di vivere civile e dignitoso, assumevano fondamentale importanza nei percorsi di chi, dotato di talento o semplice volontà di miglioramento era impossibilitato alla frequentazione di istituti scolastici. I differenti assetti, fortunatamente democratici ampliavano gli orizzonti formativi, dentro i quali, le porte del sapere erano aperte a tutti ed il merito delineava il cammino formativo e professionale degli studenti. La nuova dimensione di rinnovamento dentro la quale il concetto di spazio chiuso, regolato da velocità e strutture distanti dal presente, cade consegnando identità diverse ai convitti che, si aprono a nuovi modelli e prospettive.
L’orientamento progettuale si basa, come ricorda il prof. Margiotta dell’Università di Venezia  sulla valorizzazione individuale dei talenti, risorsa strategica della comunità.

Il Convitto, può diventare, nella società globale uno snodo internodale per le diverse forme educative non più preposte alla semplice trasmissione culturale ma, ad una più articolata offerta, tesa alla esaltazione degli elementi di differenziazione, le attivazioni delle autonomie scolastiche favoriscono la formazione dei talenti. L’antica Istituzione educativa che, a Potenza ha ospitato personalità come Francesco Saverio Nitti e molte altre figure di spicco, festeggia il bicentenario sull’onda della memoria di generazioni che, hanno segnato percorsi formativi professionali ed umani, affacciandosi alla nuove idee, alle nuove strutture, alle nuove agenzie culturali.