Questo fenomeno ha ulteriormente diminuito la fiducia delle giovani generazioni nei confronti delle istituzioni di ogni livello. Le cause di questo distacco sono da ricercarsi ,inoltre,nella diversità dei linguaggi usati dalle giovani generazioni e dal mondo politico. Negli ultimi anni, tuttavia, il grave scollamento fra i momenti decisionali e la vita dei giovani non ha provocato una deresponsabilizzazione degli stessi giovani. Si assiste,infatti,alla crescita dei fenomeni associativi nell’ambito del volontariato,della tutela dell’ambiente,dello sport,della cultura,dell’espressione artistica. La partecipazione ,dunque,assume un volto diverso,essa è sempre più radicata nel mondo dell’associazionismo ed in base ad alcuni interessi particolari. La lettura e l’interpretazione di queste nuove forme di impegno civile deve costituire un elemento importante dello sviluppo delle politiche giovanili nei nostri comuni. Anche nei nostri piccoli centri,infatti,il fenomeno associativo è sempre più presente e coinvolge un numero di giovani sempre più grande. Questo è il motivo per il quale uno degli obiettivi delle politiche giovanili è il progressivo avvicinamento di questi giovani e delle loro realtà associative alla vita istituzionale. Per troppo tempo si è parlato di politiche giovanili solo in riferimento ai fenomeni delle devianze e dei gravi problemi sociali. E’ necessaria una decisa inversione di tendenza nel riconsiderare il ruolo delle giovani generazioni nelle nostre comunità. La legge regionale sulle politiche giovanili del 2000 rappresenta un punto di partenza importante per questo percorso di riavvicinamento dei giovani alla vita amministrativa. Questa legge però, necessita di un’applicazione concreta nelle nostre realtà comunali. Essa istituisce in Basilicata un “forum regionale delle associazioni”,promuove e favorisce ,inoltre, l’istituzione dei “forum comunali dei giovani”.
Si tratta di strumenti importantissimi nel consentire di ampliare i processi di programmazione delle politiche locali, finalizzati all’ “inclusione” di tutte quelle realtà che mai hanno preso parte alla gestione delle risorse del proprio comune. In basilicata le realtà dei forum comunali per le politiche giovanili sono un’esperienza ormai consolidata. Negli ultimi anni molte sono state le associazioni ed i gruppi informali che hanno preso parte a quest’assise comunale per dirscutere, in modo critico e propositivo, sulle politiche giovanili. Ma quello che serve oggi in Basilicata è ripartire dai territori per riprogettare le politiche giovanili. Il nuovo oniettivo dovrebbe essere quello di aprire un cantiere nuovo di discussione e di analisi. Dopo la spinta del “patto con i giovani” dobbiamo riaccendere i riflettori sui giovani lucani iniziando un lungo cammino, una stagione di mobilitazione. Incontrando i giovani lucani con un percorso a tappe, ragionato, diverso nei contenuti ma convergente negli obiettivi, per poter chiedere un impegno ancora più forte della politica verso le giovani generazioni. Chiedere una firma, una sottoscrizione reale ad un patto tra politica e giovani generazioni. Chiedere alle giovani generezioni di fare propria la Basilicata con un progetto nuovo che possa dare ad ogni giovane lucano l’opportunità di potersi sentire parte integrante di un progetto, attore protagonista del cambiamento e delli’nnovazione della Basilicata. In una sola parola “User genereted” di una nuova stagione.
Va ripensato il welfeare locale per permettere alle nuove forze e ai nuovi talenti di farsi strada all’interno di questa società, dobbiamo assolutamente puntare a delle serie politiche di liberalizzazioni. Il mercato del lavoro regionale e più in generale quello italiano presenta un campionario davvero stupefacente di chiusure sociali. Va fatto un grosso sforzo di liberalizzazione delle condizioni di entrata in tutti i settori, dalle professioni al lavoro dipendente; dev’essere ad ampio spettro: non solo per considerazioni di equità, ma anche di efficienza. Una strategia di flessibilizzazione concentrata solamente verso il basso tende infatti a sollevare nuovi problemi più che a fornire soluzioni. Naturalmente tale liberalizzazione deve avvenire all’interno di un chiaro quadro di regole che prevedano un solido pavimento di garanzie di base “indisponibili”: protezione sociale adeguata in caso di bisogno, efficienti servizi per l’impiego, sostegni alla mobilità e alla formazione. Solo in questo modo chi si trova nei gradini più bassi della scala ha la possibilità di risalire.
Articolo di Sergio Ragone
Coordinatore regionale Sg Basilicata
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