[Articolo di Francesco Cosenza]
Le opere esposte, sguardi soggettivi posti sul tempo, suggeriscono analisi di memorie ed attimi, i luoghi fotografati, descrivono spazi esterni, rendendo contemporanee visioni su realtà. Fotografa il suo ed il nostro tempo, Edoardo Hann, gli spazi soltanto sfiorati da passaggi, i movimenti in luoghi, le “Prospettive” racchiuse in paralleli universi reali.
In molte delle opere in esposizione, emerge il desiderio descrittivo dell’artista che cattura forme di vita trasferendole in analisi soggettive, gli spazi ed i non luoghi fotografati, accolgono vissuti quindi, condivisione di attimi.
Visioni di istanti resi dal particolare in superficie, elemento centrale nella ricerca dei significati, appaiono vuoti, gli spazi fotografati animati da personali memorie ed immaginazioni, si ferma sul muro ( Wall 2005 ), la ricerca di sfondi e contorni, piani prospettici, appare rosso, in evidenza il “limite”. Fotografa silenzi, assenze volute di figure e movimenti, consegna al personale interpretativo le letture, i non luoghi, spesso immersi nel grigio delle costruzioni rendono visioni di particolari, in contesti quotidiani, il punto di vista sugli spazi emerge da scorci e spiragli,( Punto di vista 2006 ). I luoghi, i non luoghi, le catture di tempo, visitano il senso ed i significati di mondi chiusi ed aperti nelle letture, di oggetti posti al centro delle analisi, di spazio che diventa descrizione di momenti, le stazioni, gli aeroporti, le prospettive che consegnano piani, sono strumenti conoscitivi del tempo.
Fotografa il colore, il gioco che attende l’infanzia ( Piscina comunale ), sceglie oggetti e non il naturale ormai antico spazio, testimoni del tempo, della concezione di gioco, l’idea di movimento si ferma su strumenti disegnati sulla “velocità.” Le immagini, in mostra, delimitano tempi di differenti identità, le analisi, si adagiano su dimensioni urbane, luoghi di consumo, vie di comunicazione, centri servizi, entità spaziali su cui, la ricerca e successivamente l’espressione artistica di Edoardo Hann si focalizza, creando visioni inusuali di realtà. La mostra fotografica, esposta fino al 10 Aprile presso la Galleria Teknè di Potenza, suggerisce riflessioni incentrate sulla contemporanea gestione di spazi, delimitanti attimi di quotidiane attività e pensieri, non più sostanziati da presenze e ruoli ma, da memorie, senso centrale del luogo.