In Italia perdono la vita sulle strade mediamente 15 persone al giorno e ne rimangono ferite 860 (Istat, 2006). Nel solo 2005 ci sono stati 225.078 incidenti (617 al giorno), che hanno mietuto 5.426 vittime; 313.727, sono state invece le persone che hanno subìto lesioni a differente grado di gravità. I dati, pur allarmanti, segnano un decremento rispetto al 2004 sia in relazione al numero di infortuni stradali (-1,8%), che al numero di morti (-4,7%) e feriti (-2,7%). Continua così il trend positivo, registrato già ad un anno dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada (2003): al 30 giugno 2004 infatti si era registrato un calo del numero di incidenti, per una percentuale in diminuzione di ben 14,5 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un decremento ancora più significativo si era già avuto nel numero dei decessi (-18,8%) e dei feriti (-17,9%). In Europa gli incidenti sono ogni anno oltre 1.300.000, i morti 40.000 e 1.700.000 le lesioni causate e subite. Questa drammatica rendicontazione si traduce anche in un enorme costo economico: si calcola che tra il 1991 e il 1999 per far fronte alle conseguenze degli incidenti stradali si sono spesi circa 300.000 miliardi di vecchie lire; attualmente l’Europa stima tale costo in una quota vicina al 2% del suo Pnl.
Alcuni dati. Gli incidenti stradali continuano a rappresentare la prima causa di morte fra i giovani con un’età compresa fra i 14 e i 25 anni (Commissione Europea, 2001). I dati attribuiscono in maniera sostanzialmente uniforme la responsabilità degli incidenti in oltre il 60% dei casi al fattore umano; per una parte del 30% i sinistri possono essere ricondotti a fattori ambientali, mentre nel 10% dei casi alle cattive condizioni del mezzo.Secondo i dati Istat, ben il 97,3% degli incidenti avvenuti nel 2005 sono riconducibili al comportamento scorretto del conducente o del pedone, mentre il 2,3% allo stato psico-fisico del conducente. In particolare, oltre la metà degli incidenti si sono verificati per mancato rispetto delle regole di precedenza (18,5%), per guida distratta o con andamento indeciso (17,7%) o per velocità eccessiva (14,2%). All’assunzione di alcol (1,6%) e di sostanze stupefacenti (0,2%) sono imputabili 1,8 infortuni su 100. Tuttavia esistono numerosi studi che mostrano una ben più elevata correlazione fra gli incidenti stradali e l’uso/abuso di sostanze psicoattive. In questo senso, uno studio ha sottoposto a verifica 115 conducenti (90 maschi e 25 femmine) responsabili di altrettanti incidenti stradali nei quali sono state causate lesioni a terzi. L’indagine ha rilevato che il 40% dei conducenti era positivo ad almeno una droga e/o alcol. In un caso su tre, emerge inoltre il fenomeno della contemporanea assunzione di più sostanze (Giovanardi et al., 2005). Una recente indagine condotta su 160 ragazzi dai 14 ai 19 anni mostra come ben il 25,9% dei maschi ed il 4,7% delle femmine riferiscano di aver, almeno una volta nella propria vita, guidato in stato di ebbrezza. Ben un diciottenne su 5 e una diciottenne su 30 hanno, inoltre, asserito di aver guidato in stato d’ebbrezza nelle quattro settimane che hanno preceduto la compilazione del questionario (Taggi e Dossi – ISS 2005).
Incidenti e alcol. L’abuso di alcol costituisce un’emergenza sanitaria nel nostro Paese: la Società Italiana di Alcologia (SIA) stima esserci in Italia una popolazione di circa un milione di alcolisti e circa tre milioni di bevitori “problematici”, ben il 7% della fascia di popolazione dai 15 ai 79 anni. Come documentato dall’Istituto Superiore di Sanità, nell’ipotesi di un guidatore con un tasso di alcolemia nel sangue di 150 mg./100 ml il rischio di incidente stradale è 380 volte più elevato dello stesso soggetto sobrio.
Incidenti e sostanze psicoattive. L’assunzione di sostanze stupefacenti comporta un elevatissimo aumento del rischio di incidente: l’uso di tali sostanze incidono sull’attenzione, sulla concentrazione, sulla risposta agli stimoli i quali vengono, a seconda delle tipologie di sostanze assunte, modificati, mentre il conducente è indotto a sopravalutare le proprie capacità e a sottovalutare o trascurare i pericoli. L’associazione di più sostanze inoltre causa un peggioramento considerevole delle performance di guida anche per livelli ematici limitati: nell’assumere più sostanze contemporaneamente (alcol, farmaci, altre sostanze psicoattive) si scatena, infatti, un decadimento delle capacità di guida esponenziale e non addittivo degli effetti provocati dall’assunzione delle singole sostanze; questo avviene anche quando la quantità di sostanze assunta è relativamente modesta.
I giovani e la percezione del pericolo. Una indagine condotta da Eurispes (2004) a ridosso dell’entrata in vigore del nuovo Codice della strada ha mostrato come l’attenzione degli italiani verso il problema degli incidenti stradali e delle sue connessioni con l’uso/abuso di alcol sia particolarmente elevata. L’89% del campione, infatti, attribuisce alla guida in stato di ebbrezza il primato fra i pericoli che si corrono sulla strada. Tuttavia l’indagine rileva, da parte dei più giovani, un maggiore livello di tolleranza nei confronti delle violazioni del Codice. La guida in stato di ubriachezza, in particolare, è ritenuta “per nulla” o “poco” grave dal 5% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni (contro lo 0,8% della classe d’età 45-64 anni): dato, questo, che mostra una preoccupante incoscienza o indifferenza nei confronti del pericolo che questo comportamento può costituire nei confronti di se stessi e degli altri.
“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)