[Articolo di Mattia Tufariello]

Tutti i grandi artisti non tramandavano un sapere, ma lo creavano, e molti di loro sono morti in povertà, come Van Gogh. Questo è democratico, ora non più. Ogni paese ha un centro storico, e non lo si chiama storico, cioè antico, perché è vecchio, ma perché è più denso di avvenimenti, trasmette i valori, le variabili e le costanti di un posto, di una vita, di un tempo.

A Lavello questo centro storico si chiama Pescarello, non certo meta di turisti, ma potenzialmente valido. Se solo a Lavello fosse nato Orazio. C’era Pomponio Lupo, un illustre chirurgo, ma non una celebrità. Potrebbe darsi che probabili visitatori apprezzino il posto, e sicuramente apprezzeranno le feste di Lavello, con i banchi per le strade a illuminare di luci basse e colorate le vie. Questo sul finire di via Roma, poi c’è la fontana e poi si scende per il Pescarello. In effetti si ha la sensazione di andare in un posto diverso, vecchio, più che antico. Vi crollano anche le strade, per la riorganizzazione delle reti sotterranee. Per altri motivi certo, anche se la verità è sempre sotto agli occhi e chissà perché non la si vuole dire. Il Pescarello, da “pisc”, pietra in dialetto, con antiche vie di comunicazione sotterranee, vede strade dissestate dal progresso, ma non farmacie, tabacchini. Personalmente l’ho sempre ritenuto un altro mondo, nelle idealizzazioni magiche del paese.

La gente ci vive, e chiede che il posto venga servito come gli altri, perché, amministrazione, non è che hanno tutti novant’anni, non è che tutti sono ignoranti, e anche un cane sa che c’è un problema se non gli dai da bere quando te lo chiede. Si tratta di servizi, in maniera molto impersonale, ecco tutto. Il Comitato per il Centro Storico fa notare ciò che non va in questa zona. E se il Soviet a basso costo che si è costruito col cemento nella 167 reggerà il paragone col centro del paese saranno miracoli russi che soffieranno nel vento di lavello, dove non si è raccolti dalle case.
Non brutta struttura vero, ma meno la funzione: ospitare il mercato comunale, che lascerà i labirinti creati tra le abitazioni per un campo di cemento, sempre organizzato, certo. Si pensa a tante cose a Lavello, molto all’edilizia, ma se puoi rimodernare, cambiare la Villa Comunale, non si può pensare alle cose serie?

Se la gestione fa di un posto un centro stabile, potrebbe funzionare anche per il mercato. Tanto le medicine costano lo stesso, sia su via Roma  che in piazza Plebiscito, centro storico. I clienti, poi, ci sono, crediamo di sì.
Su via Roma certi piccoli disastri sicuramente non ci sarebbero stati, e guarda caso durante i lavori nella Villa sono stati rinvenute rovine romane. E le strade sotterranee del Pescarello? Non se ne è mai parlato, in genere, eppure la cosa è molto interessante, se esistono ancora. Quello che è certo è che il posto non viene valorizzato, quando almeno il bar in piazza Plebiscitolo ha fatto. Ecco, uno spunto.

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