[Articolo di Maria Fasano]
Nella ricorrenza dell’anno europeo delle Pari Opportunità si è svolto un convegno sulla violenza sulle donne nella sala del consiglio comunale di Potenza organizzato dalle associazioni Fidapa, Ande e Soroptimist. Il Consiglio d’Europa ha rilevato come la violenza sulle donne è un fenomeno tanto attuale da fare più vittime che in caso di incidenti o di malattie letali.
Come emerso da ricerche condotte dalle presidenti delle tre associazioni suddette, le leggi 66/96 e 54/2001 sono state emanate per prevenire e combattere il fenomeno. Ma purtroppo c’è ancora tanta disattenzione e sottovalutazione in merito alla problematica. Le violenze che si ripetono e si rinnovano su mogli, figlie e conviventi sono aspetti che colpiscono anche realtà piccole come la Regione Basilicata. Anzi forse si consumano anche di più. “E’ necessario creare un sistema di statistiche di genere nel Governo nazionale e regionale e destinare fondi per il bilancio di genere per andare incontro ai bisogni delle donne” è la finalità delle consigliere di Pari Opportunità.
A tal proposito le dichiarazioni del capo della Squadra Mobile della Questura di Potenza la D.ssa Fasano che afferma come ella intervenga, più frequentemente di quanto si pensi, su casi di violenza sul sesso debole. “Fondamentalmente la donna che subisce violenza è una donna che si colpevolizza e che non riconosce come reato quello che subisce; inoltre non ha fiducia nelle istituzioni e spesso da parte nostra, dalle Forze dell’ordine, c’è l’impossibilità di intervenire dovuta alla sola segnalazione e non alla denuncia da parte della vittima”. “Il fenomeno-continua la dirigente- si consuma negli ambienti alto borghesi come in quelli disagiati, ma, fintanto che le donne acquistino consapevolezza della propria situazione, i danni possono divenire irreparabili. La Basilicata, in merito a tale drammatico fenomeno, è in lizza con la media nazionale; il silenzio è il peggiore antidoto per soffocare la verità”.
La D.ssa Marotta, giudice del lavoro si è soffermata sul mobbing, ulteriore problematica in crescendo; “Ciò che avviene sul posto di lavoro, per quanto possa intervenire la Giurisprudenza, è esiguo: i tempi delle Corti d’Appello sono prolissi e le mogli devono giustificare i loro stati d’animo repressi in famiglia a mariti spesso prevenuti”. Le vessazioni psicologiche e fisiche denunciate sono veramente insignificanti rispetto al globale dei casi sommersi. Tre gli effetti che ne derivano: isolamento (dalla famiglia di origine, dalle amicizie), denigrazione (verbale), perdita di autostima.
Sono le stime rilevate da Telefono Donna, nella persona di Cinzia Marroccoli, da sempre impegnata nelle cause al femminile. “La gravità è acuita dalle considerazioni della maggior parte delle vittime che, sfogandosi con gli assistenti sociali, reputano la vessazione una dimostrazione d’amore che il proprio compagno riserva loro.” Sostiene Assunta Basentini, psicologa. “Dal 1 luglio 2005 al 30 giugno 2006 sono 1382 le separazioni registrate in Basilicata e il dato sconvolgente è rappresentato dal fatto che i coniugi antepongono gli aspetti patrimoniali piuttosto che l’affidamento dei figli; questo la dice lunga sugli “orfani di genitori viventi”. Si è suggerito vivamente, nel dibattito, di denunciare e tutelarsi a fronte di una realtà sociale sempre più affetta da “autismo dei sentimenti”.
È in corso d’opera la stesura di una legge sulla “violenza di genere” da sottoporre al Ministro Barbara Pollastrini per salvaguardare e aiutare le “vittime rosa” di questo fenomeno in pericoloso aumento e ridurre l’età dei carnefici da condannare. Molto potrebbe essere fatto dalle nuove generazioni, vista la quasi nulla presenza di ragazze a questa tavola rotonda, partecipando attivamente nei dibattiti e durante i convegni che mirano costruttivamente ad illustrare e a confrontarci su tematiche tanto attuali e a noi così vicine.